mercoledì 31 gennaio 2018

l 4 marzo votare per un ripensamento delle politiche pubbliche


I
LA FAMIGLIA È FONDAMENTO
DELLA CITTADINANZA ITALIANA

L'azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le regioni, lo stato e la comunità di un popolo.


"In un periodo di perdurante crisi economica e sociale - ha affermato Raffaele Squitieri della Corte dei conti – forte è l’esigenza di un radicale ripensamento delle politiche pubbliche: dalla revisione della spesa pubblica all’eliminazione degli sprechi, dal potenziamento dei controlli alla semplificazione di norme e procedure, alla prevenzione e alla lotta alla corruzione".
Le maggioranze governative, dominate da una concezione individualistica della politica, non tengono conto del valore sociale della famiglia. Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.

Tutti coloro che lottano per il bene del proprio Paese devono testimoniare che la famiglia naturale, fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, è una vera comunità in cui le persone si scambiano gratuitamente amore e solidarietà. Questa opera fondamentale della società garantisce la trasmissione integrale dei valori culturali, etici, sociali e spirituali, essenziali per lo sviluppo e il benessere di tutto il popolo italiano.

La comunità civile potrà durare nel tempo se la libertà sociale è ben salda sulla giustizia e sul senso dell’amicizia civica. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, cioè eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere.
Francesco Liparulo -Venezia 

Il 4 marzo votare per ridurre l’indigenza nel Paese


CITTADINI ONESTI PER PROTEGGERE 
UNA COMUNITÀ CIVILE DALLA CORRUZIONE
L'Italia ha bisogno di cittadini onesti garanti della "vita buona" per tutti. Si tratta di ascoltare le vere istanze del popolo che chiede l'applicazione del principio di sussidiarietà per impedire il dilagare dell'indigenza nella cittadinanza italiana. La partitocrazia invade lo spazio pubblico e in Parlamento domina la volontà generale del PD renziano.

Quale partito è in grado oggi di far emergere quei valori insiti nello spirito di ogni uomo e donna che offrono le ragioni di vivere anche se la lotta richiede sofferenza e sacrificio per far emergere le energie positive della nostra società?
Si tratta di scegliere persone in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base di ogni comunità civile.
Sul terreno politico, la lotta consiste nell'opporsi al male politico sotto forma di soprusi e di ingiustizie sociali.
Occorre puntare sulle risorse del coraggio e delle energie di coloro che vogliono lottare affinché la politica stessa sia orientata al suo vero fine che è quello della solidarietà perché la società civile si fonda sulla coesione tra le persone e la solidarietà costituisce forza che tiene unità ogni comunità politica.
I candidati al governo del Paese devono essere in grado di ridestare la tensione morale nella società civile per far esprimere ai cittadini la propria identità con l'impegno di tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
Si tratta di scegliere cittadini che presentano un programma di idee, realizzabili con la condivisione dell'etica del popolo, per far funzionare in modo corretto l'economia locale e concorrere all'economia di tutto il Paese.
Gli elettori vogliono cose concrete: migliorare i servizi alla persona basandoli sulla libertà di iniziativa e di scelta; saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi di buona qualità sostenibili a riguardo di gas, acqua, energia e raccolta rifiuti; garantire servizi educativi, ricreativi e sportivi.

Occorre che sia applicata la sussidiarietà solidale con un'alleanza tra enti pubblici, privati ed entità sociali, valorizzando l'iniziativa di tutti i cittadini per la "vita buona" per tutti.
Francesco Liparulo - Venezia 

martedì 30 gennaio 2018

Il 4 marzo tutti per uno “Stato più umano”


AZIONE MORALE DI OGNI CITTADINO
CON LA COSTRUZIONE DEL BENE COMUNE
L'azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le regioni, lo stato e la comunità di un popolo.

L'Italia ha bisogno di un governo garante della "vita buona" per tutti i cittadini. Si tratta di ascoltare le vere istanze del popolo che chiede l'applicazione del principio di sussidiarietà per impedire il dilagare dell'indigenza nella cittadinanza italiana. La partitocrazia invade lo spazio pubblico e toglie al Parlamento il compito istituzionale di scegliere il primo cittadino della Repubblica italiana. Si tratta di scegliere un Capo dello Stato per salvare l'identità degli Italiani.
"In un periodo di perdurante crisi economica e sociale - ha affermato Raffaele Squitieri della Corte dei conti – forte è l’esigenza di un radicale ripensamento delle politiche pubbliche: dalla revisione della spesa pubblica all’eliminazione degli sprechi, dal potenziamento dei controlli alla semplificazione di norme e procedure, alla prevenzione e alla lotta alla corruzione".
Le maggioranze governative, dominate da una concezione individualistica della politica, non tengono conto del valore sociale della famiglia. Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.
Tutti coloro che lottano per il bene del proprio Paese devono testimoniare che la famiglia naturale, fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, è una vera comunità in cui le persone si scambiano gratuitamente amore e solidarietà. Questa opera fondamentale della società garantisce la trasmissione integrale dei valori culturali, etici, sociali e spirituali, essenziali per lo sviluppo e il benessere di tutto il popolo italiano.
La comunità civile potrà durare nel tempo se la libertà sociale è ben salda sulla giustizia e sul senso dell’amicizia civica. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, cioè eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere.
Francesco Liparulo - Venezia 

Il 4 marzo per uno Stato più umano


IL POPOLO ITALIANO VIVE IL DRAMMA
DELL'INDIGENZA E DELLA DISPERAZIONE

Qual è il problema?
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani.
L'indigenza è davanti agli occhi di tutti in una comunità dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Il denaro viene elargito in abbondanza nelle trasmissioni televisive e la sedicente società civile non riesce nemmeno a dare l'indispensabile a chi ha già dato al Paese tutte le sue energie per la costruzione del bene comune.
Si avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere che non tiene conto della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo.
Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale, costituita dall’aumento di ricchezza per pochi e dall’indebitamento crescente per molti.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani e le donne. Francesco Liparulo - Venezia 

domenica 28 gennaio 2018

La colpa di uccidere l’innocente

PRETESA DEL DIRITTO POSITIVO 
CONTRO  LA  LEGGE  NATURALE
Lo Stato tedesco di Hitler è uno Stato di diritto e impone il suo diritto di guerra, il diritto di internare nei lager, il diritto dello sterminio e del genocidio.

Lo Stato sovietico di Stalin è uno Stato di diritto e impone il suo diritto di internare nei gulag e il suo diritto di eliminare i nemici politici.

Nel processo di Norimberga viene evocata la coscienza comune dell’umanità per i criminali della Seconda Guerra Mondiale. 
Gli accusati dicono: “Ho obbedito agli ordini”. Il tribunale tiene conto che al di sopra dell’ottica interna dello Stato nazista, cioè del diritto positivo nazista, c’è il diritto più alto che è la legge morale, cioè la coscienza che vieta di obbedire agli ordini ingiusti, immorali.

Si assiste al trionfo del diritto naturale sul diritto positivo che pretende di emettere ordini anche contro la legge naturale, insita nella coscienza di ogni uomo.
La coscienza umana riconosce come male soprattutto quello di uccidere l’innocente.
Mentre vige questa concezione, si continua nel mondo a praticare il genocidio. In tutte le culture si ritiene colpa grave uccidere l’innocente, cioè in modo non motivato.

L’assassinio priva l’uomo dell’impulso naturale di continuare nell’esistenza.
Il concetto di genocidio è male grave ed è deduzione della ragione concettuale.

La legge naturale è iscritta nell’essenza umana, è legge morale, cioè è norma di funzionamento fondato nell’essere che è uomo.
La legge naturale appare come ordine ideale che si riferisce alle azioni umane e stabilisce la linea di demarcazione tra ciò che è consono alla natura umana e ciò che è in contrasto.
La legge naturale è principio che disciplina e rende più concreta la divisione: fare il bene e non fare il male.
Il principio della ragione pratica di fare il bene ed evitare il male è una delle inclinazioni fondamentali dell’uomo. Le inclinazioni sono preesistenti fin dall’antichità nella cultura e questa garanzia è di tipo storico-empirico.
La legge positiva deve essere dichiarazione legata in modo contingente alla legge naturale.
La legge positiva dice ciò che dobbiamo fare e ciò che non dobbiamo fare.
La legge positiva non può andare contro la legge naturale ma muoversi nel solco della legge naturale. La legge dice che non si può danneggiare l’altro. La legge positiva non può mai stabilire qualcosa che è contraria alla legge naturale, altrimenti la legge positiva non è più valida.

Si parla di diritti e doveri dell’uomo come facce di un’unica medaglia in quanto il diritto è ciò che è dovuto all’uomo in quanto tale, cioè è il suo dovuto ed è dovuto dagli altri come obbligo.
Il diritto degli altri è mio dovere perché sono obbligato a riconoscere il diritto che accende in me il dovere.

Il diritto delle persone a non essere assassinate significa dovere degli altri di non assassinare.
Francesco Liparulo - Venezia 

venerdì 26 gennaio 2018

Il 4 marzo tieni alta la bandiera della tua libertà


VOTARE OGNI UOMO O DONNA
DISPONIBILE A SERVIRE IL POPOLO
La missione per i rappresentanti del popolo dovrebbe essere quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita.
Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.
I testimoni del popolo devono agire per una società fondata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una società basata sui valori della famiglia formata dall’unione di un uomo e di una donna nella quale far nascere e far crescere i figli.
Occorre promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.

I cittadini con il loro voto eleggeranno nuovi rappresentanti affinché possano “realizzare le riforme necessarie per l'ammodernamento e lo sviluppo del Paese”.
Francesco Liparulo - Venezia 

La Costituzione italiana fondamento di convivenza

IL 4 MARZO TUTTI A VOTARE 
PER LE ISTANZE DEL POPOLO
L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone.

L’autorità risiede nel popolo che ne mantiene il diritto e ne dà il diritto a un certo numero di persone, cioè il popolo mantiene il diritto all’autogoverno e attribuisce per cinque anni l’esercizio del diritto a governare ai suoi delegati parlamentari e agli amministratori locali.
Nel momento storico della globalizzazione occorre migliorare l’organizzazione economica mondiale che risulta scompensata con il movimento dei capitali e con l’utilizzazione delle conoscenze tecnologiche. Occorre affrontare i problemi della comunità facendo riferimento al cittadino come persona umana e alla società politica strutturata in grande quantità di società e comunità d'ordine inferiore.
La Costituzione della Repubblica italiana è elemento fondamentale di convivenza in cui sono elencati diritti e doveri per tutti i cittadini e per i rappresentanti del popolo.
Nella democrazia parlamentare, i cittadini eleggono i rappresentanti che sono deputati a decidere sui vari aspetti della vita politica. Essi mantengono il possesso del diritto all’autogoverno che è inalienabile e trasferiscono l’esercizio del diritto ai rappresentanti scelti.
I candidati al governo del Paese dovrebbero essere in grado di ridestare la tensione morale nella società civile per far esprimere ai cittadini la propria identità con l’impegno di tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
Si tratta di scegliere cittadini che presentano un programma di idee, realizzabili con la condivisione dell’etica del popolo, per far funzionare in modo corretto l’economia locale e concorrere all’economia di tutto il
La società democratica dovrebbe strutturasi come società pluralistica organizzata secondo livelli diversi, cioè ordinata da persone, cittadini che formano una rete intermedia fatta di famiglie, sindacati e associazioni che danno struttura alla società e forma politica allo Stato.
La Repubblica Italiana con l’art.2 della Costituzione ha adottato il modello di socialità pluralistica per garantire i diritti delle persone singole e delle persone delle organizzazioni sociali.

La socialità umana ha grande varietà di espressione associativa: famiglia, comunità di lavoro, sindacati, comunità religiose, associazioni sportive, economiche e culturali.
Nella società democratica c’è idea di socialità ascendente, cioè dalla formula più umile della socialità familiare si dovrebbe ascendere alla socialità politica.
Lo Stato, espressione della società politica, dovrebbe partire dal basso, cioè emergere come auto-organizzazione politica della società civile. Il suo compito primo è il bene pubblico, cioè l’amministrazione della giustizia nel senso che deve garantire il diritto penale, affinché nessuno sia leso, e anche risolvere i problemi sociali, economici, amministrativi senza amministrare direttamente ma ammaestrando, cioè dando direttive e fissando le regole del gioco. Si tratta di dare spazio alla iniziativa privata perché lo Stato è gestore sprecone e maldestro.
La società politica è in grado di essere autosufficiente, cioè in grado di poter garantire la buona vita, il vivere bene dei cittadini.
Oggi lo Stato è in crisi perché troppo angusto per risolvere i problemi imposti dalla globalizzazione ed è troppo dilatato per rappresentare gli interessi elementari dei cittadini.
Il cittadino esige la libertà di partecipazione politica.
Il popolo, esercitando il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e all’autogoverno, si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica democratica. Il diritto di comandare è del popolo che ne trasmette l’esercizio per partecipazione ai governanti.

L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
Le virtù del politico dovrebbero basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio.

Gli aspiranti al governo dell’Italia dovrebbero essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e piena autonoma rappresentanza democratica.

Il 4 marzo votare per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi legati alla perdita dei posti di lavoro e quelli del precariato giovanile non hanno avuto spazio nelle proposte del potere esecutivo.
Francesco Liparulo - Venezia 

4 marzo 2018 riscatto di una cittadinanza delusa


MILIONI DI CITTADINI NON ABBIENTI 
SUBISCONO IL PREZZO DELLA CORRUZIONE
"Il patto scellerato tra politica, mafia e corruzione - disse Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione - è emerso nell'inchiesta dei magistrati romani coraggiosi. Appalti alla camorra in cambio di tangenti hanno consentito di prosperare alle spalle dei lavoratori. Milioni di non abbienti sono ridotti a subire i prezzo della corruzione mentre un ristretto numero si arricchisce sulle sventure degli Italiani. Occorre tenere alto l'allarme sociale contro i nemici dell'onestà".

Ci si domanda come è possibile una comunità civile di fronte alla situazione presente del Paese con tutte le minacce di degradazione e di corruzione.
Il male sembra ingigantire e trionfare agli occhi di tutti.
La realizzazione del compimento della democrazia nell’ordine sociale e politico non è pienamente soddisfatta con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici.
La parola democrazia deve designare un modo di vivere la vita umana e la vita politica. Il governo dovrebbe essere, secondo la dichiarazione di Abraham Lincoln, del popolo, da parte del popolo e per il popolo.
Si tratta di acquisire una vera cittadinanza per tutte le persone che vivono sul territorio nazionale, cioè ragionare sui “problemi umani complessi e affrontarli utilizzando il metodo della “concertazione” che significa “mettersi insieme” per risolvere i problemi dei lavoratori, dei giovani e delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese per il sostentamento dei figli. Francesco Liparulo - Venezia 

Votare il 4 marzo è scelta di vita


Qual è il problema?

Il compito dei governanti è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. Si chiede di ritrovare il primato dell’economia reale su quella finanziaria governando la globalizzazione e risolvendo il problema del debito pubblico. I pilastri del popolo italiano rimangono “il senso della famiglia, il gusto della qualità della vita, la tradizione religiosa e l’amore del bello”.

Il compito della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, eliminando le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. I politici devono conoscere ed applicare con responsabilità l’aspetto politico della giustizia sociale, dell’amicizia e del rispetto della persona.
Impoverimento delle famiglie, crescente disaffezione verso la politica, peggioramento di alcune prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, aumento della ricchezza per pochi e indebitamento crescente per molti.
"Chi governa dovrebbe avere il coraggio di impostare le manovre economiche assicurando speranza ai giovani".
Si tratta per gli esperti dell’economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità. La solidità del nucleo familiare è risorsa per la qualità della convivenza sociale.

Occorre vincere la globalizzazione con un governo della globalizzazione economica e finanziaria, cioè attuare una economia sociale di mercato e promuovendo la solidarietà e la sussidiarietà.
Francesco Liparulo - Venezia 

mercoledì 24 gennaio 2018


Il 4 marzo si rivendica il ruolo pubblico della famiglia

NO AL PROFITTO UTILITARISTICO NELLE DECISIONI PARLAMENTARI
I cittadini chiedono che non sia trascurata la famiglia che deve difendersi di fronte al potere economico e finanziario del mercato globalizzato che mira soltanto al profitto utilitaristico.
La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale fra la persona, la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni .
Prima dell’impegno per i diritti dell’uomo c’è quello per il diritto ad essere uomini, cioè ad essere considerate persone che tendono a conquistare la piena autosufficienza nella comunicazione e nell’amicizia con le altre persone.
Senza il collegamento ai valori della vita, gli stessi diritti dell’uomo perdono il loro vigore, cioè divengono semplici enunciati che possono essere revocati in qualsiasi momento.
La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando una morale aperta, estesa ad ogni uomo o donna, una morale del bene e male e non solo dell’utile.
Francesco Liparulo - Venezia 

lunedì 22 gennaio 2018

Nuovo Parlamento con il voto del 4 marzo

SCEGLIERE UOMINI E DONNE
CON VERO SPIRITO DI SERVIZIO
Ogni comunità, dalla famiglia alla città, si costituisce in vista di un bene, cioè guardando verso un fine. La comunità più alta è la comunità politica che tende al bene più alto, il vivere bene di tutti. Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.

Nella città ci sono anche “patologie politiche da curare”. Il sistema politico è come un organismo. Le Istituzioni, se non vengono sottoposte a terapia, subiscono le stesse vicende dell’organismo umano. Quando trionfano le passioni, la democrazia degenera e porta alla demagogia. Gli elettori sanno esprimere ciò che è giusto e ingiusto, perché hanno percezione del bene e del male. Non c’è famiglia e città se non c’è comunanza di ciò che è bene e male.
La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.
Si tratta di costituire un “Centro politico" i cui componenti sanno essere "liberi e forti" per opporsi allo statalismo e alla demagogia, cioè sappiano valorizzare la dimensione del locale, agendo a livelli capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica. Si tratta di scegliere uomini e donne, animati da uno spirito di servizio nei confronti della comunità civile, in grado di risolvere la questione sociale, cioè “il disagio della gente, lo sconcerto delle famiglie e la rabbia dei giovani”. Si tratta di affrontare la “perfida crisi”, cioè eliminare “le crescenti differenze fra pochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri”.
La società politica è destinata essenzialmente allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portino tutti i cittadini a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace sociale.
La comunità politica contribuisce, così come la comunità familiare, a procurare nella persona gli inizi di quella crescita che la persona conduce al suo termine. Occorre che la società abbia un'anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore da persona a persona e tra persona e

comunità che possono dare alla vita del corpo politico un carattere veramente umano.
Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.
La libertà è anche far valere il principio di sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono.
L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.
Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.
La missione per i rappresentanti del popolo è quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.

Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.
I cittadini con il loro voto eleggono i loro rappresentanti affinché possano “realizzare le riforme necessarie per l'ammodernamento e lo sviluppo del Paese”.

Francesco Liparulo - Venezia 

domenica 21 gennaio 2018

Neo liberalismo anglosassone e protezionismo alla Trump
L’AMERICA SOLO AGLI AMERICANI NON PIACE
AL VECCHIO MONDO DELLA GLOBALIZZAZIONE 
“Quando un giornale - si evince dalle pagine del quotidiano “la Nuova di Venezia e Mestre” di giovedì 14 luglio 2016 - come “The Economist” scrive che il liberalismo al quale lo stesso si ispira, dopo aver trionfato sul pericoloso avversario comunista, è in crisi, c’è da domandarsi se manca solo una capace classe dirigente, come l’autorevole sostiene o se non siano le idee a essere carenti. In tutti i paesi democratici un crescente numero di elettori mostra chiaramente la propria insoddisfazione a tal punto da appoggiare movimenti che rischiano di distruggere il sistema esistente senza suggerire realistiche alternative”.

Qual è il problema degli Italiani?
“La disoccupazione giovanile al 50 %, il 42 % degli Italiani non può permettersi una sanità adeguata, il 40 % dei pensionati con una pensione tra 500 e 850 euro. E i governi cosa fanno? Regalano miliardi alle Banche, alle Lobby Petrolifere, alle Multinazionali, alle case da gioco”.

Occorrono nuove politiche per governare la globalizzazione e permettere alle imprese italiane di affermarsi in Europa e competere nel mondo.
Il lavoro di cittadini competenti e motivati, nelle aule parlamentari e nei Consigli di Amministrazione delle Regioni e dei Comuni, è indispensabile per formare uno schieramento idoneo ad avere peso nelle decisioni delle maggioranze, cioè per far approvare leggi e regolamenti idonei a far uscire l'Italia dalla crisi economica, finanziaria e sociale che soffoca le famiglie, privandole del sostentamento necessario per una vita dignitosa, e non fornisce posti di lavoro per le nuove generazioni.
Si rivendica una discussione per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi dell’immigrazione, quelli legati alla perdita dei posti di lavoro, quelli del precariato giovanile sembrano non aver spazio nelle pubbliche assemblee.
La politica deve dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, deve garantire la legalità e i diritti a tutti i cittadini, deve frenare la corruzione, impedire lo sperpero del denaro pubblico, cioè deve essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise.
Le famiglie diventano sempre più povere. 10 milioni di poveri in Italia.

La vita sociale è frammentata e questo con la concezione liberale dell'etica utilitaristica, che si incentra sull'autodeterminazione dell'individuo, manifesta uno schema antipolitico.
La società civile è vista solo come luogo dei bisogni degli egoismi che si contrappongono alle Istituzioni politiche (il palazzo). Questo porta a una emarginazione dei caratteri essenziali del pubblico.

I pensatori classici avevano considerato la comunità politica come "comunicazione nella buona vita", cioè scambio e comunicazione tra diverse famiglie ed etnie in vista di una vita sociale dotata di beni e virtù.
La comunicazione nel ben vivere rende esplicito che la coscienza umana è di per sé politica, dialogica e quindi le coscienze sono sempre destinate l'una all'altra e mai esclusivamente destinate solo a se stesse.

Le posizioni del pensiero pubblico neoliberale attualmente oscillano tra un polo dove l'interesse è trovare regole pubbliche e un polo che fa perno sul postulato di autonomia, cioè l'uomo è libero, il suo valore consiste nell'obbedire a se stesso, alla legge che gli è stata data, cioè autodeterminazione come autonomia.
Questa concezione offusca la nozione di alterità e porta al neutralismo assoluto. Si tratta per il liberale radicale di libera concorrenza e libero mercato delle concezioni del bene e del male. Questo è equivoco perché equipara beni economici e concezioni di vita.
L'idea civica repubblicana rispetto alla soluzione liberale attuale è più esigente in quanto richiede che i cittadini sviluppino disposizioni e scelte orientate verso il bene comune piuttosto che centrate sul self-interest, cioè siano capaci di vivere legami morali, umani e spirituali con altri.
La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni.
Francesco Liparulo - Venezia

sabato 20 gennaio 2018

Il sentire reale del popolo ci sarà il 4 marzo 2018

L'ITALIA E L'EUROPA AUSPICANO UNA MORALE APERTA

“World Economic Forum di Davos Padoan: "I problemi Ue nascono a Bruxelles e Francoforte". "L'Europa non affronta le sfide in modo coerente, è ripiegata su se stessa", ha detto Padoan facendo riferimento anche alla sfida dell'immigrazione. "Non penso che stiamo uscendo dalla globalizzazione - ha aggiunto - ma che stiamo entrando in un nuovo stadio di relazioni internazionali”.
I governanti e gli amministratori non dovrebbero perdere il contatto con il sentire reale del popolo e con le sue istanze. Si tratta di eliminare gli sprechi, risolvere il problema del precariato giovanile, promuovere la libertà di iniziativa dei cittadini, rispondere ai bisogni dei poveri e dei malati, far fronte alla mancanza di abitazioni per i giovani, garantire a un prezzo equo il gas, i carburanti, l’acqua, la raccolta dei rifiuti.
Le maggioranze democratiche non dovrebbero “comportarsi capricciosamente” e non dovrebbero far cadere le garanzie di autonomia delle persone.
La società civile è legata alla legge morale, cioè i semplici individui si ricollegano alla morale, alla eticità in quanto l’individuo è persona con una sua dignità. L'etica deve stare dentro la politica perché etica è fine della politica. La politica funziona se toglie gli ostacoli che il cittadino ha nella ricerca dell’appagamento dei suoi bisogni spirituali e materiali.
Lo Stato, avendo le sue radici nella società politica, è strumento del corpo politico in quanto è espressione al servizio dei cittadini e deve curarsi del bene pubblico, inteso come sicurezza, istruzione e universalità della legge.
L’attuale crescita degli indigenti, per la crisi economico-finanziaria e per la perdita dei posti di lavoro, evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale che deve essere affrontato ed eliminato dalle Amministrazioni.
La morale non può essere disconosciuta da chi governa, cioè l’etica deve stare dentro la politica, perché l’etica sociale è l’anima della politica che permette al popolo di respirare e di esistere secondo una “vita buona” per tutti.

La società civile esige la costruzione di una civiltà in cui possa realizzarsi quello che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione del suo essere una persona che si realizza nella comunicazione con gli altri cittadini.
Si tratta di costruire una società il cui centro non è l’individuo, ma è la persona che si realizza liberamente nella comunità civile. L’idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana.
Ogni persona, bisognosa di vivere insieme agli altri e di esprimere la sua libertà per un interesse comune in rapporto alla parte di benessere che ne trae, esprime il suo essere politico, inteso come inclinazione a vivere in società. Questo bisogno scaturisce dalla sua “necessità di aprirsi alle comunicazioni della conoscenza e dei rapporti di amicizia” che esigono di relazionarsi con gli altri.
Francesco Liparulo Mestre-Ve 

venerdì 19 gennaio 2018

Il coraggio della responsabilità

IL 4 MARZO 2018 L’ELETTORE DECIDE
SUL GOVERNO DELLA CITTADINANZA
Il popolo avverte un senso di paura per il proprio domani ed è questa una paura istintiva per la crescita e il benessere per i propri figli.


Popolo vuol dire persone umane unite dai comuni doveri, dalla coscienza comune del lavoro che ciascuno deve compiere per il bene comune, da un comune patrimonio di saggezza, da sentimenti e tradizioni umane.

Il bene comune è “il bene legato al vivere sociale delle persone, cioè il bene di quel “noi-tutti”, formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in una comunità sociale”.


La società ha bisogno di testimoni che agiscano per lo sviluppo dinamico del Paese. Si tratta di cittadini, sorti dalle profondità della nazione, che devono vivere in comunione con il popolo e decisi a lavorare per il popolo.

La concezione attuale della società politica è fondata sulla realtà della natura umana e della persona umana, cioè riconoscere un’importanza centrale alla persona umana e alla conquista progressiva della sua libertà di sviluppo.

La società politica è destinata allo sviluppo delle condizioni di ambiente

che portino tutti i cittadini a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace sociale.

Questa concezione definisce una democrazia con determinate caratteristiche che sono il bene comune riversato su tutte le persone, un’autorità politica diretta verso questo bene comune, una moralità intrinseca alla vita politica, un’ispirazione personalistica, comunitaria e pluralistica dell’organizzazione sociale, un legame organico e dinamico della società civile con i valori cristiani del popolo.

In ogni persona (uomo o donna) vi è anche una parte di istinti, di sentimenti e di irrazionalità che si manifestano nella vita sociale e politica. Il corpo politico deve svolgere sanzione penale verso chi viola la legge e deve esercitare una direzione morale verso chi si comporta da minore, tollerando molti mali per evitare mali più grandi.

I testimoni del popolo devono lottare contro lo pseudo idealismo ottimistico che alimenta gli uomini di false speranze e contro lo pseudo realismo pessimistico che fomenta gli istinti dell’uomo.

L’etica non deve essere separata né disgiunta dal potere, cioè l’etica deve stare dentro la politica, perché l’etica è l’anima e il fine della politica. 

Francesco Liparulo - Venezia

Blog: galeaveneta.blogspot.com 

Il 4 marzo riequilibrare il potere politico

UNO STATO CHE APRA SPAZI DI ETICITÀ PER
IL CONTRIBUTO SOCIALE DI OGNI CITTADINO
“L'evoluzione degli Stati democratico-liberali - ha sostenuto Angelo Scola, arcivescovo di Milano – è andata sempre più mutando l’equilibrio su cui tradizionalmente si reggeva il potere politico. Il presupposto teorico dell'evoluzione si rifà, nei fatti, al modello francese di “laicité”. Esso si basa sull'idea di “neutralità” delle istituzioni statuali. 
L’idea di “neutralità” non è applicabile alla società civile la cui precedenza lo Stato deve sempre rispettare, limitandosi a governarla e non pretendendo di gestirla. È necessario uno Stato che apra spazi in cui ciascun soggetto personale e sociale possa portare il proprio contributo all’edificazione del bene comune”.

Il grande problema di oggi è: “Chi è l’altro che si affaccia nello spazio pubblico?”, cioè “chi è l’altro?” nel luogo dell’interesse, dove si usano delle procedure senza i valori.
Nella società democratica libera c’è la tendenza di riportare i valori nel privato perché non si trova la regola. Se bisogna decidere sui valori non si decide direttamente ma si trovano procedure neutrali dove non si decide sui contenuti ma si lascia alla procedure trovare soluzioni. La società ha creato benessere e tenore di vita elevato, cioè le istituzioni libere democratiche hanno sviluppato saggezza per cui si è sviluppato benessere e pace.
Nel pensiero politico contemporaneo, cioè nelle attuali liberal democrazie, l’aspetto di come educare il cittadino è omesso. Prevale l’idea di trovare le regole di giustizia, le regole del gioco che consentono la convergenza degli interessi, come se il buon comportamento seguisse l’aver tracciato le procedure giuste. Le procedure sono una cosa e il comportamento è altra cosa.
Il bilanciamento dei poteri nelle liberal democrazie significa che c’è da un lato un pessimismo antropologico e dall’altro un ottimismo misurato nelle capacità della ragione di poter dominare la realtà. L’esperienza insegna che il potere cerca di bilanciarsi e tende a prevaricare, cioè chiede per sé ciò che spetta agli altri.

La prevaricazione dei politici è sempre possibile per cui i tre poteri (esecutivo, legislativo, giudiziario) devono essere limitati.
In Italia c’è un tentativo di forte dibattito tra classe politica parlamentare e potere giudiziario.

Nel governo democratico il vettore dell’autorità dovrebbe provenire dal basso, cioè dal popolo che elegge i suoi rappresentanti, investendoli dell’autorità necessaria al governo

La Repubblica italiana con l’articolo 2 della Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità.
Il cittadino, dopo le grandi rivoluzioni politiche in cui ha chiesto la libertà da tutti i legami che impediscono il suo sviluppo naturale, esige la libertà di partecipazione politica. Nella piazza pubblica è meno sentita la resistenza al relativismo etico, tramandato dalla Rivoluzione Francese, e il rapporto civile diventa anche rapporto morale.

La Carta costituzionale è l’evento fondamentale di convivenza: Il popolo italiano si dà la presente Costituzione in cui sono elencati i diritti e i doveri dei cittadini. Gli articoli


elencano i principi strutturanti della società, i diritti e i doveri fondamentali e l’Ordinamento della Repubblica (Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo, Magistratura, Regioni, Provincie, Comuni, Garanzie costituzionali).
Nel momento in cui il popolo esercita il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e all’autogoverno si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica democratica.

Lo Stato ha le sue radici nella società politica, cioè è strumento del corpo politico. Nella società democratica c’è idea di socialità ascendente, lo Stato emerge come autoorganizzazione della società. Il fenomeno dello Stato è espressione al servizio di persone, cioè è parte della società politica e deve curarsi del bene pubblico, inteso come sicurezza, istruzione e universalità della legge.
L’attuale democrazia deve fare i conti con le sfide del mondo globalizzato. L’azione del rappresentante del popolo deve mirare alla crescita del bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
Lo sviluppo economico, derivante dalle idee economicistiche e materialistiche del mercato globale, dissolve i legami sociali, perché si basa sull'opera degli individui lavoratori, considerati semplici mezzi di produttività e non come persone, dotate di ragione e di libertà, cioè soggetti di ogni attività umana.
Il modello dell'utilitarismo, del calcolo economico fine a se stesso, del funzionalismo del sistema Stato – mercato si concretizza in una corsa alla competizione e al massimo di produttività, calpestando il valore di fine e di essenza dell’essere umano, cioè la sua libertà di vivere.
Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario.
I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.

I “valori forti” sono la dignità della persona che lavora, la famiglia, la solidarietà, la sussidiarietà e l’economia sociale di mercato.
Francesco Liparulo - Venezia