venerdì 9 maggio 2014

Quale democrazia nel voto del 25 maggio?

IL  CAMMINO DEL POPOLO
E I SUOI RAPPRESENTANTI
Ci si domanda come è possibile una comunità civile mondiale
di fronte alla situazione del mondo presente con tutte le minacce
di degradazione e distruzione.
Il male sembra ingigantire e trionfare agli occhi di tutti di fronte alle atrocità che appaiono sugli schermi televisivi. Uno stato di pace non dipende solo dagli accordi politici, economici, finanziari conclusi dai diplomatici e dagli uomini di Stato, ma dipenderà anche dalla adesione profonda della coscienza degli uomini e dalla coerenza delle loro azioni.
La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società. Si tratta di aprirsi agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come dono si sé al servizio degli altri che scaturisce dal profondo del cuore di ogni persona.
Solo la buona volontà e una relazione di rispetto da persona a persona e tra persona e comunità può dare al corpo politico un carattere umano. La dedizione per il bene politico, intesa come dono di sé gratuito, permette la coesistenza e il dialogo delle persone che creano una comunità che si conserva nel tempo, perché la giustizia e la fede nell’uomo costituiscono la forza che la fanno vivere.
La realizzazione del compimento della democrazia nell’ordine sociale e politico non è pienamente soddisfatto con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici.
La parola democrazia deve designare un modo di vivere la vita umana e la vita politica. Il governo deve essere, secondo la dichiarazione di Abraham  Lincoln, del popolo, da parte del popolo e per il popolo.
Si tratta di acquisire una vera cittadinanza per tutte le persone che vivono sul territorio nazionale, cioè ragionare sui “problemi umani complessi e affrontarli utilizzando il metodo della “concertazione” che significa “mettersi insieme” per risolvere i problemi dei lavoratori, dei giovani e delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese per il sostentamento dei figli.
L’appello ai liberi e forti di Don Luigi Sturzo è sempre valido per combattere e difendere nelle interezza “gli ideali di giustizia e libertà”; per opporsi allo statalismo e alla demagogia di chi promette tutto per i propri fini. 
Gli amministratori del popolo devono saper ascoltare i propri elettori,
sentire le vibrazioni della società civile, mostrare le compatibilità presenti
nella comunità tra le varie richieste contraddittorie.
La loro azione deve valorizzare le dimensioni locali, agendo a livelli
capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica.
Si tratta di creare il benessere per i cittadini.
Le basi della nostra nazione, come entità permanente, sono le regole immutabili della legge naturale, insite in ogni uomo o donna, la continuità culturale, la tradizione, la consapevolezza storica, l’amore della Patria. A questi valori sono ancorati gli Italiani.
Gli elettori italiani, chiamati nelle prossime elezioni
europee del 25 maggio,  vogliono mantenere nel tempo
presente i valori del popolo italiano che hanno ispirato
tutti coloro che ci hanno preceduti nell’amore verso la nostra Patria,
resa una e indivisibile da coloro che seppero offrire anche la loro vita
per il bene di tutti.
Sì al PPE (Partito Popolare Europeo) per la salvaguardia dei veri valori
della società italiana: persona, famiglia, lavoro, solidarietà e sussidiarietà.
Francesco Liparulo - Mestre-Ve

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