IL PARTITO POPOLARE EUROPEO
NASCE DALLA SOCIETÀ CIVILE
È imminente la competizione per il Parlamento Europeo. Il 25 maggio
l'elettore si esprimerà contro la politica sguaiata e fuorviante delle piazze
che non tiene conto delle vere istanze della cittadinanza. I veri bisogni,
lavoro e sostentamento delle famiglie, non sono oggetto di confronto
costruttivo nei comizi e nelle adunate dei partiti.
Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme
di coscienze personali che, avendo una storia in comune, attestata dall’unità
di linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica,
ha deciso di autogovernarsi, di eleggere i propri governanti. Nella società
civile, prodotto di ragione e forza morale, la priorità è data dalla coscienza
personale. Il popolo è fatto di persone umane che si riuniscono sotto giuste
leggi e reciproca amicizia per il bene comune della loro esistenza.
Ogni comunità, dalla famiglia alla città, si costituisce in vista di un
bene, cioè guardando verso un fine. La comunità più alta è la comunità politica
che tende al bene più alto, il vivere bene di tutti. Il fine delle Istituzioni
politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di
garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e
spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.
Nella città ci sono anche “patologie politiche da curare”. Il
sistema politico è come un organismo. Le Istituzioni, se non vengono sottoposte
a terapia, subiscono le stesse vicende dell’organismo umano. Quando trionfano
le passioni, la democrazia degenera e
porta alla demagogia. Il testimone del popolo chiamato a gestire il bene comune
deve osservare e ascoltare i concittadini.
Gli elettori sanno esprimere ciò che è giusto e ingiusto, perché hanno
percezione del bene e del male. Non c’è famiglia e città se non c’è comunanza
di ciò che è bene e male.
“Occorre impegnarsi - ha detto Giorgio
Napolitano – perché dove si è creato del
marcio, venga estirpato. I partiti ritrovino slancio ideale, tensione
morale, capacità nuova di proposta e di governo”. Si tratta, per il Presidente
della Repubblica, di essere accomunati
nella stessa visione di libertà, di democrazia, di patria, di persona, di
famiglia, di lavoro e di impresa nella realizzazione di un Paese in cui i partiti si confrontano
sulla base di valori condivisi da tutti i cittadini.
La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella
ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo
quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo
di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti
sociali.
Si tratta di costituire nel Parlamento europeo uno schieramento compatto i cui componenti
sanno essere "liberi e forti" per opporsi agli egoismi e agli
interessi dei gruppi capitalistici e finanziari, cioè sanno valorizzare le
singole nazioni europee con la promozione di leggi europee che possano facilitare
la produzione e la commercializzazione dei prodotti europei nel mercato
mondiale. Si tratta di promuovere i manufatti e gli investimenti dell'Eurozona
nella globalizzazione economica e finanziaria per il progresso delle singole
cittadinanze europee.
I valori cristiani del popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia,
solidarietà e sussidiarietà) sono indispensabili ad una valida democrazia e
devono essere difesi anche nel Parlamento europeo dove sostenitori di politiche
socialiste e liberiste non promuovono un sentimento della vita ancorato alla
centralità dell'uomo per una “convivenza ordinata e feconda” nelle
comunità civili.
Gli Italiani con la loro ragione e volontà sapranno attingere alla loro
fede nel progresso interno della vita e della loro storia,
alla forza della loro libertà, posta al centro della cittadinanza, quale
apertura di fini e di senso del loro futuro per superare le difficoltà del
vivere quotidiano.
Sì al Partito Popolare Europeo nell'urna delle elezioni del 25
maggio.
Francesco Liparulo - Mestre-Ve