UNA POLITICA PER LA CITTADINANZA
È VERA ETICA PER LA SOCIETÀ CIVILE
È VERA ETICA PER LA SOCIETÀ CIVILE
La società politica italiana ha scelto la democrazia, ha stabilito di
reggersi con forma repubblicana e costituirsi in Stato, retto da norme
costituzionali. Il popolo italiano, come società politica costituita,
cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in
comune attestata dall’unità del linguaggio, avendo scelto di vivere insieme
con giustizia e cultura civica, ha deciso, dopo la Seconda guerra mondiale,
di autogovernarsi.
La Costituzione è l'evento fondamentale di convivenza. I rappresentanti del
popolo sono investiti di autorità in modo limitato e la esercitano in nome del
popolo nella forma di potere esecutivo nel Governo, nella forma di potere
legislativo nel Parlamento e nella forma giudiziaria nella Magistratura. Il
popolo rende partecipi della sua autorità i suoi rappresentanti senza vincolo di mandato e questi non possono emettere leggi senza il
consenso dei cittadini.
L'azione del rappresentante del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
L'azione del rappresentante del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
I valori cristiani del
popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia, solidarietà e sussidiarietà) sono
indispensabili ad una valida democrazia perché promuovono un sentimento della
vita, ancorato alla centralità dell’uomo, e permettono una convivenza ordinata
e feconda. Le basi della nostra nazione, come entità permanente, sono le regole
immutabili della legge naturale, insite in ogni uomo e donna, la continuità
culturale, la tradizione, la consapevolezza storica, l'amore di patria.
A questi valori sono
ancorati i cuori di tutti gli Italiani.
Aumentano gli Italiani che cercano donne e uomini in grado di governare il
Paese e dare speranza ai cittadini “illusi” per tanti anni da rappresentanti politici
che hanno permesso fenomeni di degrado del costume e di scivolamento
nell'illegalità, provocando un “fuorviante rifiuto della politica”.
Gli elettori sono animati da un profondo amore per l'Italia, hanno la necessità di
unirsi in una compagine per promuovere una politica riformista, cioè aderente
ai bisogni di ragioni di vita e di speranza di ogni uomo o donna per cui valga
la pena di vivere.
Il mio partito è liberale, democratico, popolare e riformista, cioè è uno schieramento compatto costituito da cittadini che credono nei
valori della persona umana e della sua libertà, si rivolge a tutti gli Italiani
che vogliono mantenere nel tempo presente i principi cristiani che hanno
ispirato tutti coloro che ci hanno preceduti nell’amore verso la nostra Patria,
resa una e indivisibile da coloro che seppero offrire anche la loro vita per il
bene di tutti. Ogni cittadino ha il diritto di essere rispettato, cioè ha una
sua dignità in quanto persona e soggetto di diritto che possiede dei diritti
dovuti dalla sua necessità di esistere in libertà, nell’ambito di una società
in cui si impegna per il bene comune.
Ogni uomo o donna ha in sé un sapere che concerne ciò che deve fare. In questo sapere c’è
una morale che scaturisce dalla coscienza di come bisogna fare perché la sua
opera sia ben fatta. La morale, insita in ogni persona, è conoscenza di
libertà.
L'essere umano con l'intelligenza entra nella sua volontà e decide dei suoi
atti con le sue virtù, cioè con le sue capacità di essere prudente, giusto,
forte e temperante. Queste sue doti, acquisite con l’esperienza, gli permettono
di discernere il bene dal male e di “agire in modo da evitare rischi inutili a
sé e agli altri”.
L'atto morale appartiene al mondo della libertà, cioè al mondo delle
relazioni tra le persone. La radice della libertà è la libera scelta, insita
nella natura ragionevole di ogni essere umano, che gli permette di governare la
sua vita e di badare a se stesso, cioè di agire come essere morale.
Ogni persona, bisognosa di vivere insieme agli altri e di esprimere la sua libertà per
un interesse comune in rapporto alla parte di benessere che ne trae, esprime
il suo essere politico, inteso come
inclinazione a vivere in società. Questo bisogno scaturisce dalla sua
“necessità di aprirsi alle comunicazioni della conoscenza e dei rapporti di
amicizia” che esigono di relazionarsi con gli altri.
La società civile è una società di persone e l’unità sociale è la
persona umana. Il bene della società, cioè il bene di tutte le persone, è tale
se giova alle persone individuali. La persona umana e il bene comune sono in
una relazione di “dipendenza reciproca”.
Il bene comune della
città salvaguarda la persona umana soltanto se è subordinato a tutto ciò che
appartiene alla sua libertà di esistere e di relazionarsi con le altre persone.
Francesco Liparulo -
Venezia
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