PSE, PPE, ALDE: IL MIO VOTO?
A CHI AGEVOLA I DATORI DI LAVORO
Il valore del lavoro umano, che è
tale perché caratteristica essenziale di ogni persona e bene fondante di ogni
sviluppo sociale, non può essere calpestato. Il benessere materiale perde
significato se non si dà importanza alla dignità del lavoro, cioè la società
ricca si disgrega e perde coesione se l’attività che genera ricchezza non è
protetta da norme di protezione per il lavoratore e per le imprese.
La globalizzazione, che mira
soltanto al primato dell’economia e della finanza, scardina l’economia sociale
di mercato, controllata dalle leggi che salvaguardano le varie attività che
producono ricchezza e benessere. La liberalizzazione degli scambi commerciali e
la deregolamentazione delle attività d’impresa dà riconoscimento a quei poteri
forti del mercato globale che portano a considerare preminente la competizione
tra i mercati nazionali e le varie imprese di profitto, spingendo all'estremo
la competizione tra i soggetti dell'economia.
Lo sviluppo economico, derivante
dalle idee economicistiche e materialistiche del mercato globale, dissolve i
legami sociali, perché si basa sull'opera degli individui lavoratori,
considerati semplici mezzi di produttività e non come persone, dotate di
ragione e di libertà, cioè soggetti di ogni attività umana.
Lo Stato, che non difende i diritti e tra questi la vita stessa dei suoi cittadini, è laicista perché promette un benessere che non salvaguarda la dignità dei soggetti produttivi, cioè calpesta il loro diritto a vivere in sicurezza, reclamato dall’eticità stessa della comunità civile. La vita dei cittadini e di tutta la società dipende da come è concepito l’essere umano che crea la ricchezza del suo popolo, cioè il bene comune di tutta la società.
Lo Stato, che non difende i diritti e tra questi la vita stessa dei suoi cittadini, è laicista perché promette un benessere che non salvaguarda la dignità dei soggetti produttivi, cioè calpesta il loro diritto a vivere in sicurezza, reclamato dall’eticità stessa della comunità civile. La vita dei cittadini e di tutta la società dipende da come è concepito l’essere umano che crea la ricchezza del suo popolo, cioè il bene comune di tutta la società.
Le concezioni individualistiche degli esponenti di governo e dei
dirigenti della produttività
evidenziano un laicismo che impedisce di provvedere al bisogno essenziale dei cittadini.
La ragione e la libertà degli operai è sottomessa al “fondamentalismo del mercato” che esige il massimo dagli operai con il minimo costo di produzione.
La ragione e la libertà degli operai è sottomessa al “fondamentalismo del mercato” che esige il massimo dagli operai con il minimo costo di produzione.
Il modello dell’utilitarismo, del
calcolo economico fine a se stesso, del funzionalismo del sistema Stato –
mercato si concretizza in una corsa alla competizione e al massimo della
produttività, calpestando il valore di fine e di essenza dell’essere umano,
cioè la sua libertà di vivere.
Il problema? La politica è sostituita dall’economia che amministra gli uomini soltanto come mezzi di produzione. L’economicismo spinge alle conseguenze di insicurezza della vita di chi è costretto a vivere nel rischio e nella fatica quotidiana del lavoro manuale.
Il problema? La politica è sostituita dall’economia che amministra gli uomini soltanto come mezzi di produzione. L’economicismo spinge alle conseguenze di insicurezza della vita di chi è costretto a vivere nel rischio e nella fatica quotidiana del lavoro manuale.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che
non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del
popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il
mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo
dell'applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
La sopravvivenza stessa della società
civile esige il ripristino, a qualsiasi livello produttivo ed economico,
dell'etica nel lavoro dell'uomo, cioè la salvaguardia di tutti i suoi diritti.
La globalizzazione si
governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità
che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le
prossime generazioni.
Il mercato globale favorisce gli interessi degli investitori economici e
finanziari. Soltanto l'intervento dello
Stato può compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i
capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale per
promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza.
Si tratta per gli
esperti dell'economia di dare spazio alla sussidiarietà,
generare nuove imprese, attrarre
nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e
gli immigrati.
Francesco
Liparulo - Mestre-Ve
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