martedì 29 aprile 2014

Il PPE difende in Europa le tradizioni del popolo italiano

IL VOTO EUROPEO DEL 25 MAGGIO
PER LA PROSPERITÀ DELLA FAMIGLIA
Nel 1919, Luigi Sturzo, prete di Caltagirone, fonda il “Partito Popolare italiano” e lancia “L'appello ai liberi e forti” di combattere per difendere nella loro interezza “gli ideali di giustizia e libertà” e per opporsi allo statalismo e alla demagogia di chi promette tutto per i propri fini. Sturzo è l’uomo che sa ascoltare la società, sentire le sue vibrazioni e mostrare le compatibilità presenti nella comunità tra le varie richieste contraddittorie. La sua è azione che valorizza la dimensione del locale, agendo a livelli capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica.
La democrazia indicata dal pensiero di don Luigi Sturzo prevede un “sistema politico e sociale che comprende l’intero popolo, organizzato su una base di libertà per il bene comune”.
L'uomo di fede pensava a una democrazia non individualista, cioè intendeva ripristinare nella vita civile quel giusto rapporto tra “Religione e Politica”, interrotto dall’antireligiosità degli illuministi del Settecento e dagli atteggiamenti a-religiosi degli uomini della Rivoluzione francese, per il radicamento in Europa delle idee assolutistiche e totalitaristiche di Rousseau.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato.
Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
Si tratta di costruire una civiltà in cui possa attuarsi quello che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione della dignità della persona umana. Il Partito Popolare Europeo è impegnato per questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano, sulla forza della libertà.
Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune attestata dall’unità del linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, decide di autogovernarsi, di eleggere i propri governanti e l'Assemblea Costituente che danno agli Italiani la Costituzione della Repubblica Italiana. Il pensiero repubblicano democratico assegna grande rilievo alle virtù civiche. La Repubblica con l’articolo 2 della Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità. La bandiera italiana è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni (art.12 della Costituzione).
Il cittadino esige la libertà di partecipazione politica. Il popolo, esercitando il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e all’autogoverno, si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica democratica. Il diritto di comandare è del popolo che ne trasmette l’esercizio per partecipazione ai governanti. “Valorizziamo quel che ci unisce come nazione - dice Giorgio Napolitano - e ci impegna come Stato unitario di fronte ai problemi e alle sfide che ci attendono”. L'attuale momento storico europeo è segnato dal dualismo Stato – mercato e dalla mescolanza di neoliberalismo e di socialismo democratico. Di fronte allo Stato e al mercato sta l’individuo, sottoposto alle decisioni del potere economico e del potere politico.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato . Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
Si tratta di rispettare il modello naturale della famiglia, costituito da un uomo e da una donna, di riconoscere i diritti del soggetto umano non ancora nato, l’illiceità dell’aborto, dell’eutanasia e degli interventi genetici manipolati.
La libertà per ciascuno, di seguire qualsiasi codice di comportamento in base al fatto che non viene ritenuto possibile stabilire un ordinamento unitario di valori, impedisce la coesione nelle associazioni civili. Il riconoscimento eccessivo dato alle regole nei confronti dei contenuti, entra in crisi quando nelle società si neutralizzano i valori fondanti della vita civile. Le democrazie devono risolvere il problema della ridistribuzione dei beni per evitare la scissione dei legami sociali. Le "male bestie " di Sturzo sono ancora oggi lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico.
I valori cristiani del popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia, solidarietà e sussidiarietà) sono indispensabili ad una valida democrazia perché promuovono un sentimento della vita, ancorato alla centralità dell’uomo, e permettono una convivenza ordinata e feconda. Le basi della nostra nazione, come entità permanente, sono le regole immutabili della legge naturale, insite in ogni uomo e donna, la continuità culturale, la tradizione, la consapevolezza storica, l'amore di patria. A questi valori sono ancorati i cuori di tutti gli Italiani.
Francesco Liparulo - Mestre-Ve
 

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