PROGRAMMARE UN FUTURO
PER UN PAESE IMPOVERITO
“Ce la faremo - ha detto Giorgio Napolitano – per superare tutte le emergenze e le prove, per far crescere l'economia, dare futuro ai giovani e rendere più giusta una società troppo squilibrata e iniqua”. Si tratta di confrontarsi con un mondo globalizzato per la soluzione dei nuovi problemi economici e sociali, sorti con il sopravvento del mercato finanziario che estirpa i valori esistenziali del mondo civile. Si avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere finanziario che non tiene conto della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali. "Siamo immersi in un angoscioso presente - ha detto il Capo dello Stato - e bisogna proiettarsi oltre approcci legati a pur legittimi interessi. È chiaro che c'è un urgente bisogno di dare maggiore attenzione al tema del disagio sociale, perché abbiamo un aggravarsi del disagio delle famiglie e un aggravarsi della povertà". Per il Presidente della Repubblica, l'Italia deve essere unita per risolvere i vari problemi. L'impegno comune per Napolitano è quello della tutela dei valori primari, quali la persona e il lavoro.
I testimoni del popolo devono impegnarsi affinché sia applicata la giustizia in ogni attività della persona umana e perché sia rispettata la sua dignità in ogni manifestazione della sua opera, contrastando ogni disconoscimento dei valori che costituiscono l’essenza della vita, cioè opporsi con qualsiasi mezzo non violento di persuasione. Si tratta di interagire con tutte le forze della società civile per instaurare quella saggezza che è razionalizzazione morale della politica.
C'è l'esigenza di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell’uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. L'appello alla libertà della persona umana è essenziale perché ogni essere umano, donna o uomo, possa impegnarsi ed essere protagonista in una società aperta al progresso di tutto il popolo.
PER UN PAESE IMPOVERITO
“Ce la faremo - ha detto Giorgio Napolitano – per superare tutte le emergenze e le prove, per far crescere l'economia, dare futuro ai giovani e rendere più giusta una società troppo squilibrata e iniqua”. Si tratta di confrontarsi con un mondo globalizzato per la soluzione dei nuovi problemi economici e sociali, sorti con il sopravvento del mercato finanziario che estirpa i valori esistenziali del mondo civile. Si avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere finanziario che non tiene conto della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali. "Siamo immersi in un angoscioso presente - ha detto il Capo dello Stato - e bisogna proiettarsi oltre approcci legati a pur legittimi interessi. È chiaro che c'è un urgente bisogno di dare maggiore attenzione al tema del disagio sociale, perché abbiamo un aggravarsi del disagio delle famiglie e un aggravarsi della povertà". Per il Presidente della Repubblica, l'Italia deve essere unita per risolvere i vari problemi. L'impegno comune per Napolitano è quello della tutela dei valori primari, quali la persona e il lavoro.
I testimoni del popolo devono impegnarsi affinché sia applicata la giustizia in ogni attività della persona umana e perché sia rispettata la sua dignità in ogni manifestazione della sua opera, contrastando ogni disconoscimento dei valori che costituiscono l’essenza della vita, cioè opporsi con qualsiasi mezzo non violento di persuasione. Si tratta di interagire con tutte le forze della società civile per instaurare quella saggezza che è razionalizzazione morale della politica.
C'è l'esigenza di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell’uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. L'appello alla libertà della persona umana è essenziale perché ogni essere umano, donna o uomo, possa impegnarsi ed essere protagonista in una società aperta al progresso di tutto il popolo.
Francesco Liparulo - Venezia
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