UN CONTRATTO DI COALIZIONE
PER LE PRIORITÀ DI
GOVERNO
"Il 2014 dovrà essere - ha detto in Aula il deputato di Scelta Civica,
Gianfranco Librandi, membro della Commissione Bilancio di Montecitorio - un anno senza respiro sul fronte delle
riforme: le priorità saranno il lavoro e le tasse, su queste priorità noi
vogliamo che si fondi il contratto di coalizione del governo Letta. Se c'e' una
forza politica che oggi può rivendicare la battaglia per la riduzione delle
tasse, per la riduzione della spesa, per le liberalizzazioni, per le
privatizzazioni, per la riforma del mercato del lavoro e del welfare, questa
forza è Scelta Civica".
Il disagio sociale aumenta ogni
giorno ed occorre dare fiducia a un Paese in preda
all'incubo della disoccupazione. ''La stabilità - ha detto Stefania
Giannini, coordinatrice politica di Scelta Civica - è un bene se serve al governo per fare le riforme che consentano di
agganciare la ripresa economica e consolidare la sua presenza in Europa.
Realizzare queste riforme vuol dire combattere i populismi''.
Il “Governo Monti” ha fatto la sua parte, mettendo a
posto la finanza pubblica, promuovendo le riforme del lavoro e delle pensioni, ma
ora tocca risolvere la grande questione sociale della disoccupazione.
"È giunto il momento di affrontare
il tassello fondamentale della produttività del lavoro, abbattendo quello
"spread" tra le imprese italiane e i loro concorrenti europei".
Per il Presidente della Repubblica Italiana, c’è una “drammatica perdita
dei posti di lavoro”: tre milioni alla ricerca di un lavoro. L’Italia è al
terzo posto dopo la Grecia e la Spagna.
La politica dovrebbe essere capace di dare risposte ai bisogni economici
dei lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti
civili, cioè deve essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e
condivise. La politica sarà considerata giusta se realizza il compimento del
bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per
“un’esistenza buona” del cittadino.
Si tratta di realizzare un “Programma di cose concrete” miranti ad
attuare un piano straordinario per l’occupazione giovanile, a promuovere un piano nazionale per la
famiglia con più equità fiscale, a garantire il libero accesso alla Sanità,
a sostenere le imprese agricole tutelando il “made in Italy”, a sostenere l’accesso al credito delle
piccole e medie imprese, ad accrescere gli investimenti nella ricerca, ridurre la spesa pubblica, sviluppare
la lotta all’evasione, modificare le regole del patto di stabilità, valorizzare
il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.
Occorre affrontare con trasparenza le patologie politiche, la
diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione,
l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa. I valori spirituali del
popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra
identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.
Coloro che vogliono il
"Bene comune dell'Italia" sono chiamati a "mantenere
desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità
dell'uomo, di fronte "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a
danno delle persone che costituiscono la comunità civile.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
C'è l'esigenza di uno Stato "più umano" che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell’uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. L'appello alla libertà della persona umana è essenziale perché ogni essere umano, donna o uomo, possa impegnarsi ed essere protagonista in una società aperta al progresso di tutto il popolo.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
C'è l'esigenza di uno Stato "più umano" che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell’uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. L'appello alla libertà della persona umana è essenziale perché ogni essere umano, donna o uomo, possa impegnarsi ed essere protagonista in una società aperta al progresso di tutto il popolo.
Francesco Liparulo - Venezia
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