sabato 14 dicembre 2013

Una prospettiva di uscita dalla crisi

CONTRATTO  DI  COALIZIONE
PER LE RIFORME NECESSARIE
Scelta Civica ha proposto "al presidente del Consiglio e agli altri partiti della maggioranza di sottoscrivere un Contratto di Coalizione (o Patto di Governo), che definisca analiticamente le riforme da attuare nel breve/medio termine, già a partire dalla Legge di stabilità e le inserisca in un orizzonte di legislatura. Stabilità finanziaria e crescita impongono oggi l'effettiva realizzazione in tempi rapidi delle riforme per la competitività, in particolare per quanto riguarda l'eliminazione di privilegi e rendite, ovunque si annidino (nel settore privato, come in quello pubblico), che frenano la crescita e impediscono una maggiore equità sociale".
Qual è il problema?
C’è crisi economica e l'Italia, secondo l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, non cresce: il Prodotto interno lordo per il 2013 subirà una contrazione stimata all’1,5%, in ribasso rispetto all’1% previsto nello scorso novembre. Il ritorno alla crescita non è previsto prima del 2014. “Con un rapporto debito/Pil vicino al 130% e un piano di ammortamento del debito particolarmente pesante, l’Italia rimane esposta ai cambiamenti improvvisi dell’umore dei mercati finanziari. La priorità è quindi la riduzione ampia e prolungata del debito pubblico che è salito in ottobre ad un nuovo massimo, cioè a 2.085 miliardi, dai 2.068 di settembre.
Per il Presidente della Repubblica Italiana, c’è una “drammatica perdita dei posti di lavoro”: tre milioni alla ricerca di un lavoro. L’Italia è al terzo posto dopo la Grecia e la Spagna.
Scelta Civica ha presentato al Governo Letta i suoi punti programmatici per aiutare le famiglie e le imprese italiane ad affrontare la “perfida crisi” sociale e produttiva. ''Abbiamo dichiarato la nostra volontà - ha detto il 4 dicembre Stefania Giannini, segretario politico del partito - di porre i temi prioritari per la nostra permanenza al governo: lavoro, lavoro, lavoro".
Si tratta di essere "forti per i cittadini". La virtù della fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della società. Si propone di essere saldi e stabili nell’adesione al bene comune che deve riversarsi su tutti i cittadini, cioè sostenere e affrontare con pazienza, sofferenza e generosità le ingiustizie politiche ed economiche. L’uso della forza spirituale è regola di condotta per coloro che vogliono vivere conformemente alla dignità della persona umana.
Povertà e disoccupazione alimentano rabbia nel popolo che aspetta riforme coraggiose da parte del governo e leggi più rispondenti ai veri bisogni dei cittadini sommersi in una recessione che provoca aumento dell'indigenza e fuga dei giovani all'estero. Per l'ISTAT la disoccupazione arriva al 12,5% ed è record dal 1977. Per i giovani al di sotto dei 24 anni, il dato è più drammatico perché sale al 40,4%.
La coperta è corta? Come risolvere il problema? La soluzione c'è, basta avere coraggio.
Si tratta di realizzare un “Programma di cose concrete” miranti ad attuare un piano straordinario per l'occupazione giovanile, salvaguardando “esodati” ed ultracinquantenni, promuovere un piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale, garantire il libero accesso alla Sanità, sostenere le imprese agricole tutelando il “made in Italy”, sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, accrescere gli investimenti nella ricerca, ridurre la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.
Occorre "eliminare gli sprechi e chiudere le falle nelle amministrazioni pubbliche, togliere  la sabbia dagli ingranaggi del proprio tessuto produttivo e valorizzare le  proprie eccellenze ".
La politica economica non deve essere basata su continue tasse. Nella riforma tributaria bisogna porre al centro la famiglia per una "società a misura di famiglia". Sì al risanamento finanziario e alla crescita tenendo conto che bisogna dare risposte ai giovani ed eliminare la disoccupazione per garantire "l'equilibrio democratico e la convivenza civile".
Francesco Liparulo - Venezia

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