martedì 30 agosto 2016

La vita per il Gran Komneno è nel presente

TREBISONDA  PROSPERA PER MANTENERE COSTANTINOPOLI
Costantinopoli vive – afferma ser Francesco Filelfo – perché l’Occidente ha necessità di acquisire le merci che passano per questa città. Trebisonda prospera per mantenere Costantinopoli. 
L’aquila dell’Impero romano d’Oriente deve saper scrutare l’Est e l’Ovest per tener saldi i suoi artigli e mantenere il rispetto del diritto romano su cui si basano le regole dei trattati commerciali”.
    
“La legge - continua Alessio – ha bisogno di essere sostenuta dalla spade e dagli scudi dei guerrieri che la sappiano proteggere dai soprusi del più forte”.
    
“L’esercito più forte – risponde l’ambasciatore - spesso è sconfitto dalla tenacia e dalla coesione di uomini pronti a rischiare la propria vita e a utilizzare l’arma della pazienza e la forza della convinzione che inducono alla tregua delle armi in cambio di vantaggi economici immediati”.
    
“Sono d’accordo con te – ribatte il Gran Komneno – e la mia famiglia da molti decenni governa la città con pazienza ed equilibrio, imponendo l’osservanza del diritto romano agli abitanti e il rispetto dei trattati a tutti i mercanti. Per gli emiri turcomanni che circondano con i loro possedimenti il mio piccolo dominio, offro sempre la mia piena disposizione per ogni soluzione equa richiesta da loro, evitando qualsiasi pretesa dettata dall’orgoglio. La pazienza esercitata con sicurezza ottiene risultati che si rilevano vantaggiosi con il passare del tempo perché acquietano gli animi turbolenti ed evidenziano la bontà degli accordi”.
    
“Le modalità d’azione dei Komneni di Trebisonda - afferma l’ambasciatore – sono spesso oggetto di critica da parte dei Signori dell’Occidente che non capiscono le finalità dei matrimoni delle principesse con gli emiri. La cultura dei Romani d’Oriente è diversa da quella dei credenti che si attengono alla Rivelazione manifestata dal Profeta di Allah. L’imperatore Manuele II consiglia ai suoi figli di sposare le nobildonne dell’Occidente che sono educate secondo gli insegnamenti dei Santi Padri che hanno acquisito la loro saggezza con l’esperienza della Parola rivelata con il Sacro Testo dell’Evangelo”.
    
“Costantinopoli è riscaldata anche dal sole che tramonta  sulle terre dei Latini – sostiene il basileus – e può scegliere ciò che è più conveniente alla città. La mia famiglia ha imparato a contemplare il sorgere del sole perché è la direzione verso cui gli emiri guardano con grande speranza. La ricchezza viene dall’Oriente, mentre le preoccupazioni giungono da Occidente con gli Ottomani e con i Latini.
    
La famiglia dei Paleologi pensa di riconquistare tutte le terre che appartengono ormai all’impero del sultano di Adrianopoli con l’aiuto del papa e con gli eserciti dei regnanti latini. Le spose, promesse ai figli di Manuele II, affrontano un lungo viaggio per sostenere le aspirazioni degli imperatori che si esprimono con la lingua di Platone e di Aristotele. La cultura degli antichi greci è oggetto di studio da parte degli uomini colti che si esprimono con le parole degli antichi imperatori di Roma. La ricostituzione dell’antico Ecumene, con un solo imperatore che riconosce la cattedra dell’apostolo Pietro, è desiderata dal papa e dal basileus di Costantinopoli.
    
La storia gloriosa delle legioni di Roma appartiene al passato; la nostra vita è nel presente e guarda al futuro. Oggi il pensiero è sopravvivere, mediando ciò che può essere salvato da chi dispone di un esercito in grado di abbattere qualsiasi muro  difensivo. Il pericolo è in agguato ed occorre essere pronti per cercare un compromesso o per evitare la vendetta di chi, disponendo di un esercito numeroso, si sente offeso dalle scuse di chi non può difendersi con la stessa forza”.
   
“Trebisonda è in Oriente – incalza ser Filelfo – ma la sua cultura appartiene all’Occidente. I suoi abitanti si identificano negli eroi dell’antica Grecia e nei martiri che seppero donare il loro sangue per mantenere intatta la fede nella Santa Sapienza indicata dalla Vergine. Questa terra è stata resa fertile dal loro sacrificio e darà i suoi frutti quando i rappresentanti dei vari popoli si riuniranno di nuovo nel tempio della Santa Irene di Costantinopoli”.
    
“Il mio regno – incalza Alessio – è protetto dagli emiri che ogni giorno guardano nella direzione indicata dal Profeta Maometto.  Ho fatto un’alleanza con i capi dei  guerrieri turchi e devo osservare il patto, siglato con il sangue delle mie figlie. La città di Costantino è lontana e, per condividere le sue aspettative, devo attraversare le terre di coloro che recitano il Corano o solcare il Ponto Eusino con le navi di potenze lontane”.
    
“Tutti i mari – esclama l’ambasciatore – sono protetti dalle galee della Serenissima Repubblica di San Marco e nessuna imbarcazione  impedirà ai Veneziani di proteggere i loro amici”.

Francesco Liparulo - Venezia

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