mercoledì 31 agosto 2016

Ogni giovane abbia la certezza di un lavoro

INTRODURRE IN POLITICA CRITERI DI SUSSIDIARIETÀ
Ogni cittadino ha il diritto di essere rispettato, cioè ha una sua dignità in quanto persona e soggetto di diritto che possiede dei diritti dovuti dalla sua necessità di esistere in libertà, nell’ambito di una società in cui si impegna per il bene comune.

La cellula vitale della società è la famiglia e lo Stato non può disinteressarsi.
C’è un basso tasso di natività in Italia perché non si promuove un’agevolazione di tipo fiscale ed economico per i nuclei familiari.
La società politica deve perpetuare se stessa ed occorre introdurre più profondamente i criteri di solidarietà e sussidiarietà.

Soltanto la sussidiarietà, cioè la possibilità di permettere alle famiglie di trovare i giusti rimedi ai loro bisogni, può evitare la formazione delle "lobby" che fanno eleggere deputati per i loro interessi e non per il bene di tutti i cittadini.
I testimoni del popolo sostengono lo sviluppo economico, la libertà politica e civile, la coesione sociale, cioè rivendicano il diritto di un'esistenza degna di essere vissuta nella pace sociale in cui ogni famiglia abbia il necessario per una vita buona e ogni giovane abbia la certezza di un lavoro secondo le proprie necessità.
Francesco Liparulo - Venezia

La difesa dei valori degli Italiani

IL LAVORO E LA FAMIGLIA
PER  LA  SOCIETÀ  CIVILE

“A luglio il tasso di disoccupazione dei 15 - 24enni - si evince da ilfattoquotidiano.it - , cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi, è risalito di 2 punti percentuali rispetto a giugno, tornando al 39,2%. Cioè ai livelli dell'inizio dell'anno. Lo ha comunicato l'Istat.

Gli occupati tornano a calare dello 0,3% rispetto al mese di giugno (-63mila), interrompendo la tendenza positiva registrata nei 4 mesi precedenti. Rispetto allo stesso mese del 2015, ci sono 266mila occupati in più (+1,2%).”
Qual è il problema?
La politica dovrebbe essere capace di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti civili, cioè deve essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise. La politica sarà considerata giusta se realizza il compimento del bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per “un’esistenza buona” del cittadino.
C'è l'esigenza di uno Stato che riconosca e sostenga le famiglie e le imprese secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di energie singole e di organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo e non degeneri per “le patologie politiche” presenti nella comunità.
I valori fondamentali della società (la persona umana, la famiglia, la sussidiarietà, la solidarietà) passano in secondo luogo nel sistema Stato - mercato che impone le proprie concezioni individualistiche nell’attuale mondo globalizzato, dove le regole del mercato non tengono conto della dignità della persona umana.
La difesa degli interessi esistenziali dei lavoratori in tutti i settori produttivi è resa possibile soltanto da uno Stato che dispone di istituzioni che considerano la persona umana come soggetto del lavoro e non come “merce” per aumentare la ricchezza del Paese.
La responsabilità primaria in una società civile e politica spetta al''autorità politica, intesa come funzione essenziale senza la quale la persona umana non può acquisire il bene comune, indispensabile alla sua vita e a quella di tutta la società civile.
Il compito delle persone, investite di potere politico, è quello di emanare una legislazione che garantisca un'ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona.
Il lavoro è un bene essenziale perché con esso l’uomo realizza se stesso ed espleta la sua libertà nella comunicazione con gli altri per la creazione del bene comune, necessario al benessere materiale e spirituale della società civile. L'operaio ha anche una vita familiare che è un suo diritto e una sua vocazione naturale. La sua attività è condizione per la nascita e il mantenimento della famiglia, ritenuta cellula primordiale di tutta la comunità civile. La perdita del salario del capo famiglia mina alla radice l’unità fondamentale della stessa società.
Il responsabile di questo stato sociale è lo Stato che non salvaguarda la coesione sociale e permette la nascita di una contraddizione tra sviluppo economico e il fondamento della comunità, perché consente l’inversione dei valori che sono alla base della comunità civile. 
La dignità della persona e della famiglia passa in secondo ordine rispetto alla produzione dei beni economici.
L'esigenza di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione sociale, cioè non può tralasciare di assicurare il sostentamento e l’esistenza quotidiana della vita dell’uomo, soggetto inalienabile di tutte le attività sociali.

Il valore del lavoro umano, che è tale perché caratteristica essenziale di ogni persona e bene fondante di ogni sviluppo sociale, non può essere calpestato per finalità non rispondenti ai veri bisogni primari dei cittadini. Il benessere materiale perde significato se non si dà importanza alla dignità del lavoro, cioè la società civile si disgrega e perde coesione se l’attività che genera ricchezza non è protetta da norme che assicurino l’esistenza del lavoratore e della sua famiglia.
La globalizzazione, che mira soltanto al primato dell’economia e della finanza, scardina l'economia sociale di mercato, controllata dalle leggi che salvaguardano le varie attività che producono ricchezza e benessere.
La sopravvivenza stessa della società civile esige il ripristino, a qualsiasi livello produttivo ed economico, dell’etica nel lavoro dell'uomo, cioè la salvaguardia di tutti i suoi diritti.
Francesco Liparulo - Venezia
galeaveneta.blogspot.com

martedì 30 agosto 2016

La vita per il Gran Komneno è nel presente

TREBISONDA  PROSPERA PER MANTENERE COSTANTINOPOLI
Costantinopoli vive – afferma ser Francesco Filelfo – perché l’Occidente ha necessità di acquisire le merci che passano per questa città. Trebisonda prospera per mantenere Costantinopoli. 
L’aquila dell’Impero romano d’Oriente deve saper scrutare l’Est e l’Ovest per tener saldi i suoi artigli e mantenere il rispetto del diritto romano su cui si basano le regole dei trattati commerciali”.
    
“La legge - continua Alessio – ha bisogno di essere sostenuta dalla spade e dagli scudi dei guerrieri che la sappiano proteggere dai soprusi del più forte”.
    
“L’esercito più forte – risponde l’ambasciatore - spesso è sconfitto dalla tenacia e dalla coesione di uomini pronti a rischiare la propria vita e a utilizzare l’arma della pazienza e la forza della convinzione che inducono alla tregua delle armi in cambio di vantaggi economici immediati”.
    
“Sono d’accordo con te – ribatte il Gran Komneno – e la mia famiglia da molti decenni governa la città con pazienza ed equilibrio, imponendo l’osservanza del diritto romano agli abitanti e il rispetto dei trattati a tutti i mercanti. Per gli emiri turcomanni che circondano con i loro possedimenti il mio piccolo dominio, offro sempre la mia piena disposizione per ogni soluzione equa richiesta da loro, evitando qualsiasi pretesa dettata dall’orgoglio. La pazienza esercitata con sicurezza ottiene risultati che si rilevano vantaggiosi con il passare del tempo perché acquietano gli animi turbolenti ed evidenziano la bontà degli accordi”.
    
“Le modalità d’azione dei Komneni di Trebisonda - afferma l’ambasciatore – sono spesso oggetto di critica da parte dei Signori dell’Occidente che non capiscono le finalità dei matrimoni delle principesse con gli emiri. La cultura dei Romani d’Oriente è diversa da quella dei credenti che si attengono alla Rivelazione manifestata dal Profeta di Allah. L’imperatore Manuele II consiglia ai suoi figli di sposare le nobildonne dell’Occidente che sono educate secondo gli insegnamenti dei Santi Padri che hanno acquisito la loro saggezza con l’esperienza della Parola rivelata con il Sacro Testo dell’Evangelo”.
    
“Costantinopoli è riscaldata anche dal sole che tramonta  sulle terre dei Latini – sostiene il basileus – e può scegliere ciò che è più conveniente alla città. La mia famiglia ha imparato a contemplare il sorgere del sole perché è la direzione verso cui gli emiri guardano con grande speranza. La ricchezza viene dall’Oriente, mentre le preoccupazioni giungono da Occidente con gli Ottomani e con i Latini.
    
La famiglia dei Paleologi pensa di riconquistare tutte le terre che appartengono ormai all’impero del sultano di Adrianopoli con l’aiuto del papa e con gli eserciti dei regnanti latini. Le spose, promesse ai figli di Manuele II, affrontano un lungo viaggio per sostenere le aspirazioni degli imperatori che si esprimono con la lingua di Platone e di Aristotele. La cultura degli antichi greci è oggetto di studio da parte degli uomini colti che si esprimono con le parole degli antichi imperatori di Roma. La ricostituzione dell’antico Ecumene, con un solo imperatore che riconosce la cattedra dell’apostolo Pietro, è desiderata dal papa e dal basileus di Costantinopoli.
    
La storia gloriosa delle legioni di Roma appartiene al passato; la nostra vita è nel presente e guarda al futuro. Oggi il pensiero è sopravvivere, mediando ciò che può essere salvato da chi dispone di un esercito in grado di abbattere qualsiasi muro  difensivo. Il pericolo è in agguato ed occorre essere pronti per cercare un compromesso o per evitare la vendetta di chi, disponendo di un esercito numeroso, si sente offeso dalle scuse di chi non può difendersi con la stessa forza”.
   
“Trebisonda è in Oriente – incalza ser Filelfo – ma la sua cultura appartiene all’Occidente. I suoi abitanti si identificano negli eroi dell’antica Grecia e nei martiri che seppero donare il loro sangue per mantenere intatta la fede nella Santa Sapienza indicata dalla Vergine. Questa terra è stata resa fertile dal loro sacrificio e darà i suoi frutti quando i rappresentanti dei vari popoli si riuniranno di nuovo nel tempio della Santa Irene di Costantinopoli”.
    
“Il mio regno – incalza Alessio – è protetto dagli emiri che ogni giorno guardano nella direzione indicata dal Profeta Maometto.  Ho fatto un’alleanza con i capi dei  guerrieri turchi e devo osservare il patto, siglato con il sangue delle mie figlie. La città di Costantino è lontana e, per condividere le sue aspettative, devo attraversare le terre di coloro che recitano il Corano o solcare il Ponto Eusino con le navi di potenze lontane”.
    
“Tutti i mari – esclama l’ambasciatore – sono protetti dalle galee della Serenissima Repubblica di San Marco e nessuna imbarcazione  impedirà ai Veneziani di proteggere i loro amici”.

Francesco Liparulo - Venezia

lunedì 29 agosto 2016

Gli Italiani esigono un governo aderente alle istanze del Paese

GLOBALIZZAZIONE E LO SPERPERO DEL DENARO PUBBLICO HANNO MESSO IN GINOCCHIO  FAMIGLIE  E NEGATO AI GIOVANI OGNI PROSPETTIVA DI LAVORO
Nello Spazio pubblico gli elettori rivendicano tutti i diritti di una cittadinanza calpestata in balia di legislatori che non tengono conto della disperazione di famiglie in cui il capofamiglia perde il lavoro e dell'abbandono di giovani italiani a cui viene negato il diritto di avere un lavoro nel proprio territorio nazionale, negando loro i diritti sanciti nella Costituzione della Repubblica italiana.
Francesco Liparulo - Venezia 

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Il malessere sociale aumenta con il dilagare della povertà

RICOSTRUIRE UNA SOCIETÀ SFIDUCIATA
La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un Partito formato da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e a trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria in un momento di profonda crisi per l’Italia. Il passo restrittivo, imposto dai tecnici per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiede un passo decisivo nella direzione dello sviluppo e dell’occupazione. 

C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” il cittadino secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo.

Il futuro dell'Italia dipende dalla volontà riformatrice della politica in Italia. La crisi sta imponendo un prezzo altissimo alle famiglie, ai giovani, ai lavoratori, alle imprese.

In un mondo sempre più connesso, il commercio è globalizzato con investimenti e reti di produzione che uniscono tutti I Paesi in grado di produrre beni e servizi competitivi. Si produce dove è più conveniente. 
L'Italia non è più competitiva per la mancanza di leggi e regole idonee a far fronte alle sfide del mondo globalizzato. 

Negli ultimi anni l’economia mondiale e la politica mondiale sono cambiate. Gli Stati Uniti d'America e l'Europa hanno perso i loro primati con la “crescita di produttività” di Cina, India e di altri “mercati emergenti” tra cui Brasile e Russia che sono in grado di attrarre i capitali per le loro produzioni industriali e per la fornitura di energie. I costi di trasporto intercontinentali sono stati ridotti e si produce dove il costo della mano d'opera è di gran lunga inferiore rispetto a quello dell’Occidente. Beni che una volta erano prodotti negli USA o in Europa ora sono fabbricati in Paesi che, pur essendo considerati in via di sviluppo, hanno un prodotto interno lordo che cresce più del 7%.

Qual è il problema?
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani. 

Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale, costituita dall’aumento di ricchezza per pochi e dall’indebitamento crescente per molti. 

Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.

L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.

Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.

Il debito pubblico supera i 2 mila miliardi di euro di cui ogni anno il contribuente deve pagare più di  80 miliardi di interessi. 

La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. Il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.

Occorre "eliminare gli sprechi e chiudere le falle nelle amministrazioni pubbliche, togliere sabbia dagli ingranaggi del proprio tessuto produttivo e valorizzare le proprie eccellenze ".

La politica economica non deve essere basata su continue tasse. Nella riforma tributaria bisogna porre al centro la famiglia per una "società a misura di famiglia". 

Sì al risanamento finanziario e alla crescita tenendo conto che bisogna dare risposte ai giovani ed eliminare la disoccupazione per garantire "l'equilibrio democratico e la convivenza civile".
Francesco Liparulo - Venezia

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domenica 28 agosto 2016

Una società “a misura di famiglia”

BENESSERE E GIUSTIZIA SOCIALE 
CON LA FORZA DELLA SUSSIDIARIETÀ
Gli elettori vogliono rappresentanti del popolo in grado di impegnarsi per realizzare una società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e sulla forza della libertà.
Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.

La libertà è anche far valere il principio di sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.

Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.

La missione per i rappresentanti del popolo è quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.

Come è possibile una società più umana di fronte alla situazione del mondo presente con tutte le minacce di degradazione
Il male sembra trionfare agli occhi di tutti di fronte al degrado sociale e alle tragedie familiari che appaiono sugli schermi televisivi o sulla stampa quotidiana e periodica.

Lo stato di pace, di benessere e di giustizia sociale dipende dalla coesione tra le persone, cioè dalla forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società, fatta di ciò che esprimono le persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come impegno di sé al servizio degli altri.

Soltanto coloro che "permettono la coesistenza e il dialogo" delle persone creano una società civile che si conserva nel tempo, perché lottano per la giustizia, l’amicizia civica e la fede nell’essere umano che sono la forza che la fa vivere.

L'azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le regioni, lo stato e la comunità di un popolo.

Le maggioranze governative, dominate da una concezione individualistica della politica, non tengono conto del valore sociale della famiglia. 

Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.

La dignità della persona si promuove soprattutto con la cura della famiglia naturale, considerata cellula vitale di ogni società civile. Questa espressione originaria della socialità umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle Autorità politiche.

L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità. La solidità del nucleo familiare è una risorsa per la qualità della convivenza sociale.

Tutti coloro che lottano per il bene del proprio Paese devono testimoniare che la famiglia naturale, fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, è una vera comunità in cui le persone si scambiano gratuitamente amore e solidarietà. Questa opera fondamentale della società garantisce la trasmissione integrale dei valori culturali, etici, sociali e spirituali, essenziali per lo sviluppo e il benessere di tutto il popolo italiano.

La richiesta di uno Stato più umano e solidale significa che il mutamento della società spetta alle persone che, chiamate a rappresentare il popolo nelle Istituzioni locali e nazionali, si liberino dalle loro chiusure individualistiche e si aprano per una società vitale i cui membri possano vivere nella costruzione e nella condivisione della “vita buona” per tutti.

Si tratta di riconoscere l’importanza della libertà di scelta di ogni uomo o donna con l'organizzazione dal basso della società civile, cioè favorire la libertà di autonomia delle persone che vogliono realizzare una “vita buona” per tutti.

Francesco Liparulo - Venezia

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sabato 27 agosto 2016

Costruire una società più giusta è possibile

COALIZIONE DI FORZE RESPONSABILI
PER UNA LEGISLAZIONE DI CONSENSI

Nella società politica sono ancora presenti lo statalismo che è contro la libertà, la partitocrazia che è contro l'uguaglianza, l'abuso del denaro pubblico che è contro la giustizia. La morale non può essere disconosciuta da chi governa, cioè l'etica deve stare dentro la politica, perché l'etica sociale è l'anima della politica che permette al popolo di respirare e di esistere secondo una “vita buona” per tutti.

Globalizzazione, crisi finanziaria, produttiva e sociale hanno alimentato paure e rabbia nel popolo chiamato a fare sacrifici e a sopportare un rigore fiscale per sostenere il debito pubblico che costa “più di 85 miliardi di euro all’anno” di solo interessi.
Si migliorano i bilanci pubblici e si riempiono i forzieri delle banche, ma l'ossigeno vitale non arriva alle famiglie che vedono gli imprenditori disperati senza il sostegno del credito e i lavoratori senza un reddito.
I nuclei familiari più deboli sono quelli monoreddito che hanno visto anche perdere il loro potere di acquisto. Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%, percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%.
I valori fondamentali della società civile (la persona umana, la famiglia, la sussidiarietà, la solidarietà) passano in secondo luogo nel sistema Stato – mercato che impone le proprie concezioni individualistiche nell’attuale mondo globalizzato, dove le regole del mercato non tengono conto della dignità della persona umana.
Allarmano i dati sull'occupazione relativi ai giovani tra i 15 e i 29 anni. Quasi 2 milioni di giovani fuori ogni tipo di occupazione.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che riconosca e sostenga la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo.

Il compito delle persone investite di potere politico è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. 
La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona. Fondamentale fra tutti è il diritto al lavoro per chi presta la sua opera per il bene proprio e della sua famiglia.

La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all'esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell'ambito di una comunità civile. L'attuale crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno do ingiustizia sociale.
Si tratta di affrontare con trasparenza le patologie politiche, la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa. I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.
Coloro che vogliono il "Bene comune dell'Italia" sono chiamati a "mantenere desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo, di fronte "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a danno delle persone che costituiscono la comunità civile.
Occorre vincere lo statalismo, la partitocrazia ed eliminare lo sperpero del denaro pubblico per il trionfo della giustizia sociale. Si tratta di raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il conseguimento della "vita buona" per tutti.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.
Non è un partito che fa l'Italia giusta, ma la scelta oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie politiche” della città.
Il popolo sa distinguere il bene dal male, cioè ciò che è giusto e ingiusto per l'Italia. I cittadini non vogliono demagoghi e imbonitori del popolo, ma chi ha esperienza di saper affrontare i problemi imposti dalla globalizzazione dei mercati finanziari e commerciali e possiede la capacità responsabile di risolvere la questione sociale italiana.
Francesco Liparulo - Venezia 

venerdì 26 agosto 2016

Strada urbana nell'invaso naturale del fiume Marzenego
VENEZIA ESIGE LA SOSPENSIONE IMMEDIATA
DELL'INIZIO DEI LAVORI DELLA VALLENARI BIS
La IV Commissione Consiliare dell'Amministrazione Brugnaro si è riunita martedì 25 agosto 2015 alle ore 15.27 in Ca' Collalto, sede del Municipio di Mestre, con il seguente ordine del giorno: Audizione dei rappresentanti del comitato cittadino contrario alla realizzazione della "Vallenari bis". L'assessore Renato Boraso (Mobilità e trasporti - Viabilità e piano del traffico - Gestione il Patrimonio) è presente ed è invitato da Renzo Scarpa, presidente della IV Commissione, ad illustrare il lungo iter tecnico burocratico per la costruzione della "Vallenari bis".
Si tratta della realizzazione di una strada tra Viale Vespucci e Via Martiri della Libertà.
"La procedura per la costruzione della strada - sostiene Boraso - è regolare, dopo gli espropri. Bloccarla significa aprire un contenzioso da 3 o 4 milioni di euro. Per me è impossibile fermare qualcosa che è stato aggiudicato regolarmente. La Vallenari bis costa 17,5 milioni. Il 4 aprile 2014 è stato approvato il progetto definitivo". L'assessore cita la deliberazione di giunta Comunale n. 156 del 04/04/2014: “Comune di Venezia/AVM S.p.A. Lavori di "Vallenari Bis II Lotto - Viabilità Bissuola" - Approvazione progetto definitivo - dichiarazione di pubblica utilità, partecipazione al procedimento e decisione sulle osservazioni - Art. 16 D.P.R. 327/2001” è stato approvato il progetto definitivo con contestuale dichiarazione di pubblica utilità delle aree. In data 04/06/2015 è stato sottoscritto in contratto d'appalto con l'impresa Sacaim S.p.A. per la realizzazione delle opere". Per Boraso la strada "ha una funzione di bypass in quanto si inserisce nell'asse degli sviluppi edilizi. Pianificazione confermata e cantiere in corso".
Roberto Scarpa del comitato “VivereMestre” viene invitato dal Presidente della Commissione per la sua relazione da cui si evince che il progetto della "Vallenari bis" è incompatibile per i luoghi che attraversa e per i cittadini. "Si parlava di una strada per risolvere la mobilità della città - afferma Scarpa - di una strada urbana di servizio. Si tratta di un'opera in un invaso naturale. L'Amministrazione, se le cose non vanno, è obbligata a rivedere e rivoltare il progetto. L'urgenza che si è scatenata è in palese contraddizione per le promesse della giunta; non c'è lungimiranza nell'iniziare i lavori prima dell'inizio della scuola".
Il consigliere Davide Scano del Movimento 5 Stelle evidenzia il rischio idrogeologico con la costruzione della strada, anche con l'approntamento delle vasche di laminazione, per l'accumulo delle acque in aree basse che hanno già funzionato come "spugna" nel recente passato per l'abitato di Mestre. "Il Comune aveva già sollecitato l'Amministrazione provinciale - dice il consigliere - a inserire l'area in questione tra quelle soggette a tutela. Scano sostiene la "palese illegittimità" della procedura seguita dall'amministrazione comunale in quanto i "lavori non rappresentano più tutti i soggetti interessati alla programmazione iniziale dell'opera", cioè il Consorzio Bissuola Nord viene escluso. La giunta Brugnaro deve ancora votare - dice Scano - una cosa inficiata da illegalità. Si tratta di constatazione di quello che si può fare".
Il consigliere Nicola Pellicani (Lista Casson) evidenzia la necessità di non consumare altro suolo per le costruzioni. "Costruire sul costruito - afferma il consigliere - è una necessità per Mestre. Bisogna intervenire per l'edilizia esistente. Il rischio idraulico è diventato l'emergenza numero uno per il Paese. Per la nuova Amministrazione ci sono i termini per intervenire e non realizzare un progetto che non è più necessario. La gestione espropri non è chiara. Occorre valutare se ci sono possibilità di sospendere il cantiere e capire bene quali sono le ricadute.
La cittadinanza presente in sala continua a gridare: "Bisogna essere trasparenti".
Il presidente della IV Commissione invita i partecipanti ad essere corretti ed afferma: "Potremmo dare risposte tecniche. La Commissione ha il compito di verifica punto per punto e saranno acquisiti tutti i documenti riferiti dal consigliere m5s Scano. Questo è compito della Commissione. Può essere convocata una Commissione in cui ci siano tutte le questioni e osservazioni fatte per dare risposte. Questa è solo un'audizione di fronte ai cittadini che protestano".
L'intervento di Vincenzo Conte (PD), presidente della Municipalità di Mestre Carpenedo, a sostegno di quanto fatto per la costruzione della strada in questione dalle precedenti amministrazioni, suscita fermento e opposizione nel pubblico presente. "Siamo concordi - afferma Conte - nel chiedere chiarimenti per quello che riguarda la strada. Ci sono lotti di terreno che appartengono a cittadini che hanno messo cifre per comprare e hanno diritti".
I cittadini presenti contestano Conte.
Alle 16.50 interviene la consigliera m5s Sara Visman e corrobora quanto già affermato da Davide Scano: " Capire l'aspetto soldi evidenziato dall'assessore: 17,5 milioni di euro; capire come si possa calcolare 3,5 milioni di penale, se poi l'appalto ha costi più bassi di quelli citati".
Alle 16.52 l'assessore Boraso esce dall'aula consiliare.
L'audizione continua e gli interventi acuiscono le manifestazioni di contrarietà da parte del pubblico che contesta l'uscita dell'assessore e la mancanza di chiarimenti da parte dei tecnici, interessati alla progettazione ed attuazione della "Vallenari bis".
Alle 17.11 interviene Claudio Giubbilo, consigliere m5s della Municipalità di Favaro: "L'Amministrazione Comunale deve essere espressione della cittadinanza. Qui la cittadinanza non appare. Tocca a voi trovare i modi per evitare una cosa deleteria".
"Non c'è nessun atto amministrativo della nuova giunta su questo progetto - afferma il presidente della IV Commissione - e chiedo di poter chiudere con due cose, cioè la richiesta di un'altra commissione in cui possono esserci le risposte alle domande presentate oggi. Credo che la Commissione abbia avuto merito politico. Da tutti gli interventi è venuta la richiesta di chiarimento e coinvolgimento di questa Amministrazione che deve rispondere a tutte le vostre domande".
La cittadinanza grida: "SOSPENDERE I LAVORI!"
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7 commenti
Commenti
Cristiano Farina Grazie mille Francesco! Bravissimo!!!
Malago' Tiziano Questi resoconti di Francesco Liparulo molto ben fatti sarebbero da inserire nel blog Grilli Venezia ... O ci sono già? Domanda delle 1,04...
Marco Bonaventura Bravo Francesco! È come esser li!
Mara Zuin Sono d'accordo, i resoconti che fai sono puntuali ed esaustivi. BravoFrancesco
Claudio Giubbilo Io dico SI STRALCI la Valenari Bis

Spazio alla sussidiarietà per nuove imprese

STATO DI DIRITTO SIGNIFICA 
SALVAGUARDARE I CITTADINI


In un mondo sempre più interconnesso, il commercio è globalizzato con investimenti e reti di produzione che uniscono tutti I Paesi in grado di produrre beni e servizi competitivi. Si produce dove è più conveniente. L'Italia non è più competitiva per la mancanza di leggi e regole idonee a far fronte alle sfide del mondo globalizzato.

Negli ultimi anni l’economia mondiale e la politica mondiale sono cambiati. Gli Stati Uniti d'America e l'Europa hanno perso i loro primati con la “crescita di produttività” di Cina, India e di altri “mercati emergenti” tra cui Brasile e Russia che sono in grado di attrarre i capitali per le loro produzioni industriali e per la fornitura di energie.
I costi di trasporto intercontinentali sono stati ridotti e si produce dove il costo della mano d'opera è di gran lunga inferiore rispetto a quello dell’Occidente. 
Beni che una volta erano prodotti negli USA o in Europa ora sono fabbricati in Paesi che, pur essendo considerati in via di sviluppo, hanno un prodotto interno lordo che cresce più del 7%.

Qual è il problema?
L'austerità fiscale non aiuta l'economia se non è congiunta con investimenti per la crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani. “La creazione di occupazione è una sfida per tutti i Paesi – ha detto Ignazio Visco, già governatore della Banca d’Italia – e tocca al settore privato creare lavoro economicamente e socialmente sensibile, mentre ai governi tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili, un clima favorevole per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata del mercato del lavoro".
Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.
La “cellula vitale” della società, la famiglia naturale, costituita dall’amore di un uomo e una donna che attraverso la procreazione dei loro figli tramandano i valori del loro popolo, è minacciata dalla pressione degli interessi utilitaristici che non considerano il valore e la dignità dell’essere umano.
Questa espressione originaria della società umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle Autorità politiche.
La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni.
Il mercato globale favorisce gli interessi degli investitori economici e finanziari. Soltanto l'intervento dello Stato può compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale per promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza.
Si tratta per gli esperti dell'economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
Occorre vincere la globalizzazione con un "governo della globalizzazione economica e finanziaria", cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
I cittadini chiedono che non sia trascurata la famiglia che deve difendersi di fronte al potere economico e finanziario del mercato globalizzato che mira soltanto al profitto utilitaristico.
La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale fra la persona, la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni .
Prima dell’impegno per i diritti dell’uomo c’è quello per il diritto ad essere uomini, cioè ad essere considerate persone che tendono a conquistare la piena autosufficienza nella comunicazione e nell’amicizia con le altre persone.
Senza il collegamento ai valori della vita, gli stessi diritti dell’uomo perdono il loro vigore, cioè divengono semplici enunciati che possono essere revocati in qualsiasi momento.
L'attività politica non deve essere fondata sull’odio, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio, l’astuzia ma basarsi sulla “forza dell'amore”, cioè occorre amare il proprio avversario politico ed essere umano nei suoi confronti. La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando una morale aperta, estesa ad ogni uomo, una morale del bene e male e non solo dell’utile.
L'Italia deve essere unita per risolvere i gravi problemi che sono uno Stato indebolito di fronte alle speculazioni del mercato finanziario, una democrazia apparentemente fragile di fronte alla crisi, un elettorato che sfiducia i partiti tradizionali e si lascia convincere dalle parole dei nuovi "demagoghi del popolo".
Francesco Liparulo -Venezia 
galeaveneta.blogspot.com