MATTEO
RENZI HA L'INCARICO
DI
FORMARE UN NUOVO GOVERNO
"Assicuro
al Presidente della Repubblica - ha
detto Matteo Renzi - alle forze politiche e agli Italiani che stanno
assistendo a questa crisi di governo che metterò
tutto il coraggio, l’entusiasmo e l’energia per uscire dall’emergenza della mia
generazione, che è quella del lavoro e della rassegnazione. Metteremo
una straordinaria attenzione ai contenuti e alle scelte da fare".
"Noi
crediamo - ha detto Stefania Giannini, segretario politico di Scelta Civica per
l'Italia - che questo patrimonio di
energia, che Renzi porta nella politica italiana, debba essere corroborato con l'impegno delle forze politiche che
entrano nella squadra di governo".
"Se il
nuovo presidente del Consiglio - ha detto Mario Monti a Claudio Cerasa del
"Foglio Quotidiano" - vorrà
governare per cambiare il Paese, dovrà farlo senza aver paura di essere lì a
correre il rischio di perdere le prossime elezioni. Renzi ha la possibilità
di portare il Paese verso un orizzonte davvero migliore, mostrando una propria
autonomia rispetto alle vecchie burocrazie dello Stato e rispetto a quelle
corporazioni che spesso danno l'impressione di avere a cuore più i propri
interessi che gli interessi del Paese.
La prima scommessa di Renzi sarà la priorità del lavoro e il superamento del
consociativismo".
Si tratta
di "andare ad aggredire le incrostazioni corporative di destra e di
sinistra" con il vantaggio per il neo incaricato di non dover "affrontare
l'emergenza finanziaria" e di poter "operare su un arco di tempo
abbastanza lungo".
Qual è il problema?
L'austerità fiscale, attuata negli ultimi anni dai governi, non
ha aiutato l'economia perché non è stata congiunta con investimenti per la
crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più
deboli" degli Italiani. Si avverte uno smarrimento di fronte a un
futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere che non tiene conto
della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e
sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà,
agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle
organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel
tempo. Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società
attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che
sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà,
sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte
all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la
politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei
giovani, all’ingiustizia sociale, costituita dall’aumento di ricchezza per
pochi e dall’indebitamento crescente per molti. Occorre generare nuove
imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a
chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato
inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui
centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul
progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la
dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte
naturale.
Si
tratta di realizzare un “Programma di cose concrete” miranti ad attuare
un piano straordinario per l’occupazione giovanile, a promuovere un piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale,
a garantire il libero accesso alla Sanità, a sostenere le imprese agricole
tutelando il “made in Italy”, a
sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, ad accrescere
gli investimenti nella ricerca, ridurre
la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole
del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e
culturale.
Quali i costi per una società civile "attenta ed
esigente"?
Il neo premier incaricato, prima di far ripartire
l'economia, dovrà trovare le risorse per attuare il suo programma di riforme.
Occorre far funzionare la fantasia e far fruttare
quella immensa ricchezza finanziaria, depositata nelle banche dalle famiglie italiane,
per eliminare il debito pubblico di oltre 2 mila miliardi di euro dello Stato
italiano e rilanciare l'economia, mirando alla produttività e alla competitività.
Francesco Liparulo -
Venezia
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