mercoledì 19 febbraio 2014

Un orizzonte migliore per l'Italia

MATTEO RENZI HA L'INCARICO
DI FORMARE UN NUOVO GOVERNO
"Assicuro al Presidente della Repubblica - ha detto Matteo Renzi - alle forze politiche e agli Italiani che stanno assistendo a questa crisi di governo che metterò tutto il coraggio, l’entusiasmo e l’energia per uscire dall’emergenza della mia generazione, che è quella del lavoro e della rassegnazione. Metteremo una straordinaria attenzione ai contenuti e alle scelte da fare".
"Noi crediamo - ha detto Stefania Giannini, segretario politico di Scelta Civica per l'Italia - che questo patrimonio di energia, che Renzi porta nella politica italiana, debba essere corroborato con l'impegno delle forze politiche che entrano nella squadra di governo".
"Se il nuovo presidente del Consiglio - ha detto Mario Monti a Claudio Cerasa del "Foglio Quotidiano" - vorrà governare per cambiare il Paese, dovrà farlo senza aver paura di essere lì a correre il rischio di perdere le prossime elezioni. Renzi ha la possibilità di portare il Paese verso un orizzonte davvero migliore, mostrando una propria autonomia rispetto alle vecchie burocrazie dello Stato e rispetto a quelle corporazioni che spesso danno l'impressione di avere a cuore più i propri interessi che gli interessi del Paese. La prima scommessa di Renzi sarà la priorità del lavoro e il superamento del consociativismo".
Si tratta di "andare ad aggredire le incrostazioni corporative di destra e di sinistra" con il vantaggio per il neo incaricato di non dover "affrontare l'emergenza finanziaria" e di poter "operare su un arco di tempo abbastanza lungo".
Qual è il problema?
L'austerità fiscale, attuata negli ultimi anni dai governi, non ha aiutato l'economia perché non è stata congiunta con investimenti per la crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani. Si avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere che non tiene conto della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta ed esigente” ivalori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale, costituita dall’aumento di ricchezza per pochi e dall’indebitamento crescente per molti. Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.
Si tratta di realizzare un “Programma di cose concrete” miranti ad attuare un piano straordinario per l’occupazione giovanile, a promuovere un piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale, a garantire il libero accesso alla Sanità, a sostenere le imprese agricole tutelando il “made in Italy”, a sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, ad accrescere gli investimenti nella ricerca, ridurre la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.
Quali i costi per una società civile "attenta ed esigente"?
Il neo premier incaricato, prima di far ripartire l'economia, dovrà trovare le risorse per attuare il suo programma di riforme.
Occorre far funzionare la fantasia e far fruttare quella immensa ricchezza finanziaria, depositata nelle banche dalle famiglie italiane, per eliminare il debito pubblico di oltre 2 mila miliardi di euro dello Stato italiano e rilanciare l'economia, mirando alla produttività e alla competitività.
Francesco Liparulo - Venezia

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