mercoledì 26 febbraio 2014

Il presidente del Consiglio nel tempo del coraggio

AGLI ITALIANI SI CHIEDE FIDUCIA
PER IL REPERIMENTO DELLE RISORSE
Matteo Renzi dice: "L'Italia ha bisogno di fiducia. Il Paese è impantanato e arrugginito. Questo è il tempo del coraggio, il coraggio di rivoluzionare il sistema economico e normativo del Paese. L'obiettivo è creare lavoro. C'è spazio per un aumento delle rendite finanziarie e sulle rendite finanziarie pure per abbassare il costo del lavoro".
Il neo premier dimostrerebbe di avere doti ed entusiasmo per uscire dalla palude della crisi economica e sociale. Il presidente del Consiglio dovrebbe carpire le vere esigenze del popolo e trovare i giusti rimedi per sanare le patologie della società civile. La cittadinanza è in attesa di "cose concrete". Si tratta di ascoltare prima le istanze del popolo per fare le riforme indispensabili per la convivenza civile.
 "Governare - ha evidenziato l'ex premier Monti - significa prendere decisioni e portarle fino all'attuazione. Non si può pensare che il modo migliore per creare nuovi posti di lavoro sia quello di bussare alle porte dell'Europa e chiederle di autorizzarci ad aver un deficit maggiore per creare lavoro con la spesa. È il governo e non Confindustria che deve guidare l'Italia. Il mondo industriale deve rendersi conto che in casa propria ha dei problemi, come la produttività e come la competitività, che dipendono anche dalla lungimiranza delle imprese e dalle loro politiche di investimento".
Renzi, prima di far ripartire l'economia, dovrà trovare le risorse per attuare il suo programma di riforme in sintonia con  il suo ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Si tratta di mantenere anche una disciplina di bilancio rigorosa e un continuo sforzo di risanamento dei conti pubblici, condizioni preventive per le misure a sostegno dello sviluppo.
Occorre far funzionare la fantasia e far fruttare quella immensa ricchezza finanziaria, depositata nelle banche dalle famiglie italiane, per eliminare il debito pubblico di oltre 2 mila miliardi di euro dello Stato italiano e rilanciare l'economia, mirando alla produttività e alla competitività. Il presidente del Consiglio "potrebbe essere la persona giusta per prendere il Paese e rivoltarlo come si deve".
Lo Stato, espressione della società politica, dovrebbe partire dal basso, cioè emergere come auto-organizzazione politica della società civile. Il suo compito primo è il bene pubblico, cioè l’amministrazione della giustizia nel senso che deve garantire il diritto penale, affinché nessuno sia leso, e anche risolvere i problemi sociali, economici, amministrativi senza amministrare direttamente ma ammaestrando, cioè dando direttive e fissando le regole del gioco. Si tratta di dare spazio alla iniziativa privata perché lo Stato è gestore sprecone e maldestro. La società politica è in grado di essere autosufficiente, cioè in grado di poter garantire la buona vita, il vivere bene dei cittadini.
Francesco Liparulo - Venezia

L'austerità fiscale, attuata negli ultimi anni dai governi, non ha aiutato l'economia perché non è stata congiunta con investimenti per la crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani. Si avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere che non tiene conto della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali.Qual è il problema?

L'austerità fiscale, attuata negli ultimi anni dai governi, non ha aiutato l'economia perché non è stata congiunta con investimenti per la crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani. Si avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere che non tiene conto della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali.Qual è il problema?

L'austerità fiscale, attuata negli ultimi anni dai governi, non ha aiutato l'economia perché non è stata congiunta con investimenti per la crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani. Si avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere che non tiene conto della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali.

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