CONTRIBUENTI
E RISPARMIATORI
IN
ANSIA PER REPERIMENTO RISORSE
Matteo Renzi dice:
"L'Italia ha bisogno di fiducia. Il
Paese è impantanato e arrugginito. Questo è il tempo del coraggio, il
coraggio di rivoluzionare il sistema economico e normativo del Paese.
L'obiettivo è creare lavoro".
Il neo premier dimostrerebbe
di avere doti ed entusiasmo per uscire dalla palude della crisi economica e sociale. Il presidente
del Consiglio dovrebbe porsi prima in ascolto degli altri cittadini per carpire
le vere esigenze del popolo e trovare i giusti rimedi per sanare le patologie
della società civile.
"Governare - ha evidenziato
l'ex premier Monti - significa prendere
decisioni e portarle fino all'attuazione. Non si può pensare che il modo
migliore per creare nuovi posti di lavoro sia quello di bussare alle porte
dell'Europa e chiederle di autorizzarci ad aver un deficit maggiore per creare
lavoro con la spesa. È il governo e non Confindustria che deve guidare l'Italia.
Il mondo industriale deve rendersi conto
che in casa propria ha dei problemi, come la produttività e come la
competitività, che dipendono anche dalla lungimiranza delle imprese e dalle
loro politiche di investimento".
Renzi, prima di far ripartire
l'economia, dovrà trovare le risorse per
attuare il suo programma di riforme.
Occorre far funzionare la fantasia e
far fruttare quella immensa ricchezza finanziaria, depositata nelle banche
dalle famiglie italiane, per eliminare il debito pubblico di oltre 2 mila
miliardi di euro dello Stato italiano e rilanciare l'economia, mirando alla
produttività e alla competitività. Il presidente
del Consiglio "potrebbe essere la persona giusta per prendere il Paese e rivoltarlo
come si deve".
C'è
l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che
“riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della
sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole
persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si
conserva nel tempo. Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra
“società attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo
italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà,
sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte
all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la
politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei
giovani, all’ingiustizia sociale, costituita dall’aumento di ricchezza per
pochi e dall’indebitamento crescente per molti. Occorre generare nuove
imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a
chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato
inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
Francesco Liparulo -
Venezia
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