domenica 14 ottobre 2012

L’incubo della disoccupazione

L'AUSTERITÀ  FISCALE
DEPRIME L'ECONOMIA
Il nostro debito pubblico – ha detto Mario Monti – è indubbiamente alto”.
Nel mese di luglio 2012 il debito è salito a 1967,483 miliardi di euro, circa il 128,5% del prodotto interno lordo. Nel Trattato di Maastricht l'Unione europea ha fissato al 60% del Pil il limite massimo del livello giusto del debito buono.
Il presidente del Consiglio con orgoglio ha affermato: “L'Italia avrà una delle migliori posizioni di bilancio nella zona dell'euro, come rilevato dal Fondo monetario internazionale. Abbiamo pesato in modo che non ha precedenti sui cittadini con le 4 riforme fatte, ma siamo più popolari dei partiti che queste cose non hanno fatto”.
È necessario - ha sostenuto Giorgio Napolitano – un grande sforzo di modernizzazione dell'economia e di miglioramento dell’efficienza delle Istituzioni. Occorre anche che l'Europa, nel suo insieme, con determinazione e realismo, continui ad andare avanti sulla strada dell’approfondimento dell’unione economica e monetaria sia nel campo della finanza e delle banche, sia in quello delle politiche economiche e di bilancio”.
Alla riunione annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, tenutasi a Tokyo il 12 e il 13 ottobre 2012, Christine Lagarde, direttore generale del Fmi, ha evidenziato la preoccupazione che nei Paesi avanzati il debito pubblico è ora in media del 110% del Pil e che “senza crescita è incredibilmente difficile ridurre il debito pubblico”.
La creazione di occupazione - ha sostenuto Ignazio Visco - è una sfida per tutti i Paesi. Per il governatore della Banca d’Italia, tocca al settore privato creare lavoro economicamente e socialmente sostenibile e ai governi fornire condizioni macroeconomiche stabili, un clima favorevole per gli investimenti, un soldo quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata del mercato del lavoro.
C'è recessione: il prodotto interno lordo italiano è sceso dell’1,2% e il deficit italiano per il Fondo monetario internazionale è salito dall’1,6% al 2,4%. L’Italia per gli esperti dell’Fmi è destinata ad una crescita negativa dello 0,7%, al di sotto della media europea, prevista intorno allo 0,2%.
2 milioni di giovani tra i 25 e i 34 anni in Italia sono senza lavoro.
Le spese pubbliche - ha detto Luigi Giampaolino – sono già in corso di riduzione. Le manovre di equilibrio di bilancio di dimensioni imponenti, se assunte sotto la spinta dell’emergenza, necessariamente non possono non determinare iniquità, squilibri ed effetti recessivi”. Per il presidente della Corte dei conti, “un impianto di politica economica basato sul solo rigore della finanza pubblica deve ora lasciare spazio alle strategie per la crescita”.
Si riscontra impoverimento delle famiglie, crescente disaffezione verso la politica, peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, aumento della ricchezza per pochi e indebitamento crescente per molti. La forza della famiglia sta cedendo e il risparmio è in pericolo. La produttività crolla, ma anche di fronte all’emergenza c'è una responsabilità collettiva – secondo l’ultimo rapporto sulla situazione sociale italiana del Censis – pronta a entrare in gioco
Ciò che impedisce la crescita per gli esperti di economia, per chi fa impresa e per i lavoratori è la mancanza di volontà politica. Occorre che il Parlamento si impegni per utilizzare tutte le risorse del Paese al fine di superare l'attuale crisi. Si tratta di legiferare per quello che interessa alla società civile, cioè adottare tutte le misure politiche con provvedimenti mirati a rilanciare l'economia sociale di mercato. Le questioni tecniche o politiche dei governanti non interessano ai cittadini che amano la libertà e vogliono che le Istituzioni provvedano alla loro vita quotidiana, basata sul lavoro, la famiglia e i figli, cioè un rilancio dell'occupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Nel bollettino di ottobre, la Banca centrale europea evidenzia “un ulteriore deterioramento dei mercati del lavoro nel 3° trimestre del 2012”. Il tasso di disoccupazione è fermo all’11,4% sia a luglio che ad agosto.
La Confcommercio rileva che nel mese di agosto c’è stata una rilevante riduzione dell'occupazione con – 75000 unità rispetto a luglio, ritenuta la peggiore dal 2004 e tra le 10 peggiori degli ultimi 9 anni. Si invocano misure specifiche per il rilancio della crescita.
La realtà economica italiana è al 98% composta da micro e piccole aziende – ha affermato Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato – e occorre creare un ambiente adatto allo sviluppo di questa dimensione di impresa”. Per Guerrini occorre rimuovere gli ostacoli alla crescita con alleggerimenti della pressione fiscale, con alleggerimento del costo del lavoro, con l'aumento della competitività e della flessibilità. Il presidente ha auspicato una maggiore garanzia di trasparenza e controllo affinché “coloro che amministrano le cose di tutti lo facciano con competenza e senza sprechi”.
Quello che manca oggi all'Italia - ha evidenziato Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Varese - è un Progetto per le nuove generazioni”. Per riprendere a crescere bisogna "riportare l'attenzione sui giovani, tornando alla cultura del rischio e del talento, del merito e della libera iniziativa con uno spirito di concorrenza e di innovazione”. Si tratta di ridurre gli sprechi, avviare le riforme che mirino a dare certezza a chi fa impresa e crea posti di lavoro.
"La disoccupazione giovanile è un incredibile spreco di risorse - ha detto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – che dovrà essere affrontato e può essere affrontato con adeguate riforme del lavoro”.
La società politica ha il compito di sviluppare le condizioni di ambiente che portino le imprese ad essere competitive sul mercato per superare l'attuale recessione. Il sostegno alle imprese è indispensabile per superare la recessione. Lo Stato ha il compito di attuare il principio di sussidiarietà partendo dal basso, cioè sostenendo la crisi del lavoro che priva le famiglie del giusto reddito e impedisce ai giovani  di  esprimere la loro libertà di realizzarsi in una società civile.
Il rischio del fallimento è stato scongiurato dal "governo Monti" con pesanti misure restrittive. Ora occorre salvaguardare la democrazia sostenendo lo stato di pace, di benessere e di giustizia sociale con la coesione tra le persone, cioè con la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società, fatta di ciò che esprimono le persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come impegno di sé al servizio degli altri.
Le famiglie italiane, senza il sostegno dello Stato, non riescono più a fronteggiare i tagli alla spesa sociale, le imposte onerose, la perdita dei posti di lavoro dei capifamiglia. La continua austerità non promuove la crescita dell'economia per l'abbassamento del potere d'aquisto, per la forte recessione, per il peggioramento della disoccupazione, per il calo del livello di vita, per l'aggravamento delle diseguaglianze, per il calo della produttività.
Soltanto coloro che "permettono la coesistenza e il dialogo" delle persone creano una società civile che si conserva nel tempo, perché lottano per la giustizia, l’amicizia civica e la fede nell’essere umano che sono la forza che la fa vivere.
Il “Partito della nazione” evidenzia la situazione dell’Italia che vive una fase particolarmente convulsa della vita democratica e chiama tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani, ad unirsi per ripartire da un “riscatto etico-morale” che consenta una rottura con il passato e una speranza per l'avvenire di tutto il popolo italiano impegnato a lottare contro “lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico”.

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