ITALIANI TUTTI UNITI
PER I GRANDI PRINCIPI
“Non bisogna temere - dice il 17 giugno Giorgio Napolitano a Verona – di ritrovarsi tutti uniti insieme attorno ai grandi principi e ai grandi obiettivi e a dire che sono comuni per tutti”.
“È l'unico modo - dice Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc – per uscire dalla crisi politica, economica e sociale che sta frenando il Paese”.
Per il Capo dello Stato “la parola unità si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. È il divario tra Nord e Sud, è la condizione del Mezzogiorno che si colloca al centro delle nostre preoccupazioni. Ed è rispetto a questa questione che più tardano a venire risposte adeguate. E non c’è dubbio che la risposta vada trovata in una nuova qualità e in un accresciuto dinamismo del nostro sviluppo economico, facendo leva sul ruolo di protagonisti che sono oggi chiamati ad assolvere il mondo dell’impresa e del mondo del lavoro”.
“Gli Italiani - ha detto Pier Ferdinando Casini – hanno un grande sentimento di unità nazionale. C’è bisogno di lavorare per l’Italia senza polemiche ed esercitare un ruolo di responsabilità”.
La società civile si è costituita intorno alla produzione e allo scambio universale delle merci dove i bisogni essenziali dei cittadini passano in secondo ordine per l’attuale globalizzazione economica e finanziaria.
Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario. La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell’uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.
La politica non favorisce la picola e media impresa per il carico fiscale e creditizio da parte dello Stato. La produttività e competitività è ridotta. Molte aziende devono far fronte al fallimento giudiziario in un mondo globalizzato senza regole in cui le nazioni del Sud-Est asiatico hanno privilegi nelle esportazioni a danno dell’Europa e dell’Italia.
Occorre privilegiare le imprese nascenti e gli investimenti in tecnologia e ricerca con la detassazione degli utili reinvestiti, per incrementare lo sviluppo del sistema produttivo su tutto il territorio nazionale.
Gli esponenti politici non devono permettere lo svilimento della persona umana nella sua stessa comunità con la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa.
PER I GRANDI PRINCIPI
“Non bisogna temere - dice il 17 giugno Giorgio Napolitano a Verona – di ritrovarsi tutti uniti insieme attorno ai grandi principi e ai grandi obiettivi e a dire che sono comuni per tutti”.
“È l'unico modo - dice Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc – per uscire dalla crisi politica, economica e sociale che sta frenando il Paese”.
Per il Capo dello Stato “la parola unità si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. È il divario tra Nord e Sud, è la condizione del Mezzogiorno che si colloca al centro delle nostre preoccupazioni. Ed è rispetto a questa questione che più tardano a venire risposte adeguate. E non c’è dubbio che la risposta vada trovata in una nuova qualità e in un accresciuto dinamismo del nostro sviluppo economico, facendo leva sul ruolo di protagonisti che sono oggi chiamati ad assolvere il mondo dell’impresa e del mondo del lavoro”.
“Gli Italiani - ha detto Pier Ferdinando Casini – hanno un grande sentimento di unità nazionale. C’è bisogno di lavorare per l’Italia senza polemiche ed esercitare un ruolo di responsabilità”.
La società civile si è costituita intorno alla produzione e allo scambio universale delle merci dove i bisogni essenziali dei cittadini passano in secondo ordine per l’attuale globalizzazione economica e finanziaria.
Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario. La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell’uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.
La politica non favorisce la picola e media impresa per il carico fiscale e creditizio da parte dello Stato. La produttività e competitività è ridotta. Molte aziende devono far fronte al fallimento giudiziario in un mondo globalizzato senza regole in cui le nazioni del Sud-Est asiatico hanno privilegi nelle esportazioni a danno dell’Europa e dell’Italia.
Occorre privilegiare le imprese nascenti e gli investimenti in tecnologia e ricerca con la detassazione degli utili reinvestiti, per incrementare lo sviluppo del sistema produttivo su tutto il territorio nazionale.
Gli esponenti politici non devono permettere lo svilimento della persona umana nella sua stessa comunità con la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa.
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