martedì 7 giugno 2011

Il popolo si esprime su 4 referendum

LO SPAZIO PUBBLICO È
IL LUOGO DI INTERESSI
Domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011, i cittadini italiani saranno chiamati al voto per esprimersi su quattro referendum popolari per l’abrogazione di disposizioni di leggi statali. Quattro quesiti di cui due sull’acqua pubblica, uno sull’energia nucleare e uno sul legittimo impedimento.
Sono un elettore - ha risposto Giorgio Napolitano a una domanda sui referendum - che fa sempre il proprio dovere”. Per il Presidente della Repubblica “il voto non è mai inutile. Ciascuno dà il voto, secondo la sua valutazione, il suo giudizio. Si avverte disaffezione al voto. Coloro che fanno politica concretamente, a qualsiasi schieramento appartengano, devono compiere uno sforzo per comprendere le ragioni della disaffezione verso la politica e per lanciare un ponte di comunicazione e di dialogo con le nuove generazioni”.
Mi auguro che gli Italiani a votare per i referendum ci vadano - ha detto Gianfranco Fini, presidente della Camera - perché sono una forma di democrazia diretta. Confidare nell’astensionismo è la peggiore scelta che un politico possa fare. Come cittadino che non vuole rinunciare alle proprie prerogative a votare ci andrò”.
Bisogna andare a votare, c’è un enorme distacco - ha sostenuto Pier Ferdinando Casini - fra classe dirigente e cittadini, tra anziani e giovani, non aumentiamolo con posizioni tattiche. Gli Italiani devono informarsi bene sui contenuti dei quesiti referendari e poi partecipare, depositare nell'urna cosa pensano”.
L'acqua è il bene più prezioso di tutti ed ha un valore economico. La disponibilità delle fonti energetiche è indispensabile per una “vita buona” e richiede un costo. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge … (art.3 della Costituzione).
La Repubblica italiana con l’articolo 2 della Costituzione ha adottato nella formulazione il modello di socialità pluralistica per garantire i diritti alle persone sia come singoli che parte di organizzazioni sociali, cioè viviamo in società pluralistica in quanto ordinata da persone e associazioni che danno struttura alla società civile e forma politica allo Stato.
Nella società ha la priorità la coscienza personale. La società politica e lo Stato appartengono al versante di società civile. Lo Stato è parte della società politica che è in grado di poter garantire la “buona vita”, il vivere bene dei cittadini. La società politica ha come fine il Bene comune che trascende il bene dei singoli, cioè il fine della società è il bene della comunità, inteso come buona vita umana della moltitudine di persone. Lo Stato è strumento necessario al servizio della persona e ed è espressione che parte dal basso, cioè emerge come auto-organizzazione politica della società civile.
Il Bene comune della società politica non è soltanto l’insieme dei beni o servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale (strade, acquedotti, porti, scuole, leggi giuste ... ecc.) ma il Bene comune comprende, oltre queste cose, anche l'integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica: virtù politiche, senso del diritto e della libertà, prosperità materiale, ricchezza dello spirito, rettitudine morale, giustizia, amicizia, felicità, virtù nelle vite individuali dei membri della comunità, in quanto tutto questo sia comunicabile, si riversi su ciascuno ed aiuti ciascuno a vivere bene.
Tra individuo e Stato ci sono nella società pluralistica le formazioni sociali intermedie, cioè c’è pluralismo sociale. I termini della questione sono sono individuo, società intermedie, Stato e mercato. Lo Stato ha il compito e dovere di promuovere la ripresa economica che ristagna, di promuovere l’occupazione con spesa e opere pubbliche come strade, acquedotti, telecomunicazioni.
L’economia prevede produzione e consumo. Lo Stato se gestisce lo deve fare in maniera indiretta, lasciando ad organismi indipendenti l’attuazione gestionale. L’iniziativa economica deve partire dal basso, dalla libera iniziativa. Si tratta di pensiero politico democratico di tipo personalistico e pluralistico, cioè pensiero che fa riferimento alla persona ed auspica una società politica articolata, strutturata in grande quantità di società di ordine inferiore che costituiscono la struttura della società. Lo Stato non è persona morale, non è soggetto di diritti ma strumento che salvaguarda la giustizia nelle sue varie forme e tutela la sicurezza.
La società politica prevede il dialogo tra le persone che cercano il proprio benessere.
Nell’odierna società democratica libera è diffuso il relativismo morale che porta all’esistenza di controversie su alcuni diritti del cittadini. La ricchezza si concentra nel numero ridotto di mani: terrorismo, globalizzazione e squilibrio tra ricchi e poveri.
I valori essenziali dell'esistenza delle persone (libertà, vita, salute, giustizia...ecc.), non potendo essere misurate economicamente, tendono ad essere riportate nel privato perché non c’è una regola, non si trovano soluzioni o patteggiamenti da mercato.
Nella politica attuale si manifesta la vincita di interessi sui valori. Le rappresentanze di interessi economici prevalgono sulla rappresentanza politica. I parlamentari non hanno vincoli di mandato come i rappresentanti economici e commerciali, dove i procuratori hanno il potere di firma da parte dei proprietari.
Occorre che i cittadini si attivino da soli o in gruppi evitando le derive corporativistiche. Si formano nella società gruppi di interesse privato che fanno eleggere anche politici per i loro interessi. In tutte le società ci sono aree in cui non vige che il potere venga dal basso.
Alcuni vogliono rendere tutto come mercato, rendere beni pubblici ai privati, dare ai privati ciò che è gestito dallo Stato, cioè utilizzare la regola del mercato e la concorrenza dovunque.
Come affrontare la questione ecologica? Come affrontare i consumi e lo spreco dei beni pubblici? Come affrontare la questione ambientale?
L'ambiente naturale è manipolato e la manipolazione diventa parte della vita stessa. Il cittadino ha il dovere di entrare nello spazio pubblico per salvaguardare i suoi beni primari e i suoi valori più preziosi. Ogni cittadino con il referendum esprime se stesso, cioè fa valere la sua libertà, il suo potere di agire in virtù della propria inclinazione interiore, senza subire alcuna costrizione.

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