NUOVI GOVERNANTI PER COSTRUIRE
LA PROSPERITÀ DI TUTTI I CITTADINI
“Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni risale a dicembre 2016 superando quota 40%. Lo rileva l'Istat spiegando che la quota di disoccupati sul totale degli attivi in quella fascia di età (occupati e disoccupati) a dicembre è al 40,1%, in aumento di 0,2 punti percentuali sul mese precedente, al livello più alto da giugno 2015.
Il tasso di occupazione è al 60,5% con una crescita di 0,8 punti su novembre e di 0,5 punti su dicembre 2015. Il tasso di disoccupazione è al 17,8% con un calo di 0,9 punti su novembre e un aumento di 0,3 punti su dicembre 2015.
Il tasso di disoccupazione a dicembre è al 12%, stabile su novembre (dato rivisto al rialzo da 11,9% a 12%) e in rialzo di 0,4 punti su dicembre 2015. È il livello più alto da giugno 2015 (12,2%). I disoccupati raggiungono quota 3.103.000 con un aumento di 9.000 unità su novembre e di 144.000 unità su dicembre 2015.
I governi italiani non sanno affrontare lo strapotere della Germania e dei suoi sostenitori.
L’eurozona in crisi tra Occidente e Oriente.
Il presidente Usa gioca la carta del protezionismo e si paventano nuovi equilibri mondiali con accordi tra America e Russia.
Il prepotente e subitaneo affacciarsi sugli scenari mondiali del nuovo presidente USA Trump ci impone di affrontare nuove, ardue sfide nel campo dell'economia, della sostenibilità ambientale, della giustizia sociale e internazionale.
Globalizzazione e crisi finanziaria alimentano paure nel popolo chiamato a fare sacrifici e a sopportare un rigore fiscale per sostenere il debito pubblico superiore a duemila miliardi di euro.
Si riempiono i forzieri delle banche con tassi agevolati provenienti dalla Banca centrale europea, ma l'ossigeno vitale, secondo il principio di sussidiarietà, non arriva alle famiglie che vedono gli imprenditori disperati senza il sostegno del credito e sempre più lavoratori senza un reddito.
In un mondo sempre più interconnesso, il commercio è globalizzato con investimenti e reti di produzione che uniscono tutti i Paesi in grado di produrre beni e servizi competitivi.
Si produce dove è più conveniente.
L'Italia non è più competitiva per la mancanza di leggi e regole idonee a far fronte alle sfide del mondo globalizzato.
Negli ultimi anni l’economia mondiale e la politica mondiale sono cambiati. Gli Stati Uniti d'America e l'Europa hanno perso i loro primati con la “crescita di produttività” di Cina, India e di altri “mercati emergenti” tra cui Brasile e Russia che sono in grado di attrarre i capitali per le loro produzioni industriali e per la fornitura di energie.
I costi di trasporto intercontinentali sono stati ridotti e si produce dove il costo della mano d'opera è di gran lunga inferiore rispetto a quello dell’Occidente. Beni che una volta erano prodotti negli USA o in Europa ora sono fabbricati in Paesi che, pur essendo considerati in via di sviluppo, hanno un prodotto interno lordo che cresce più del 7%.
Qual è il problema?
L'austerità fiscale non aiuta l'economia se non è congiunta con investimenti per la crescita.
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani.
Le Istituzioni europee dell’Eurozona impongono limiti al bilancio italiano e frenano le politiche di investimento nazionali.
Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale.
Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.
La “cellula vitale” della società, la famiglia, è minacciata dalla pressione degli interessi utilitaristici che non considerano il valore e la dignità dell’essere umano.
Questa espressione originaria della società umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle Autorità politiche.
La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni.
Il mercato globale favorisce gli interessi degli investitori economici e finanziari.
Soltanto l'intervento dello Stato può compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale per promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza.
Si tratta per gli esperti dell'economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
Occorre vincere la globalizzazione con un "governo della globalizzazione economica e finanziaria", cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
Francesco Liparulo - Venezia