domenica 19 gennaio 2014

L'accordo di Renzi elimina i ricatti dei partitini

I GIOCHI DEL LEADER DELLE PRIMARIE
NON DANNO CERTEZZE DEMOCRATICHE
"Sono stato eletto alle primarie - ha evidenziato su Facebook Matteo Renzi, dopo l'incontro con Silvio Berlusconi sulla legge elettorale - per cambiare le regole del gioco, per rilanciare sul lavoro, per dare un orizzonte al Pd e all'Italia. Dopo 20 anni di chiacchiere, in un mese abbiamo il primo obiettivo a portata di mano. E’ un accordo, trasparente e alla luce del sole. Si fa una legge elettorale per cui chi vince governa stabilmente senza il diritto di ricatto dei partitini".
Per il segretario del PD: "Nasce il Senato delle Autonomie: via i senatori eletti, via i loro stipendi con riduzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica. Si cambia il titolo V, superando non solo le province ma semplificando anche il ruolo delle Regioni (energia, turismo, grandi reti): in più i consiglieri regionali riducono indennità a quelle dei sindaci e si cancellano i rimborsi-scandalo ai gruppi. Tutto questo produce un miliardo di euro di risparmio, come promesso. Finalmente la politica passa dalle parole ai fatti. Questo accordo è oggi a portata di mano. Certo, non ci saranno più mille parlamentari, non ci saranno più i rimborsoni dei consiglieri regionali. Però, forse, ridaremo credibilità alla politica. Per una volta facciamo ciò che abbiamo promesso. E mi sembra l'unico modo per cambiare verso".
Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune, attestata dall’unità di linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, ha deciso di autogovernarsi, di eleggere i propri governanti. Nella società civile, prodotto di ragione e forza morale, la priorità è data dalla coscienza personale. Il popolo è fatto di persone umane che si riuniscono per il bene comune della loro esistenza.
Ogni comunità, dalla famiglia alla città, si costituisce in vista di un bene, cioè guardando verso un fine. La comunità più alta è la comunità politica che tende al bene più alto, il vivere bene di tutti. Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.
Nella città ci sono anche “patologie politiche da curare”. Il sistema politico è come un organismo. Le Istituzioni, se non vengono sottoposte a terapia, subiscono le stesse vicende dell’organismo umano. Quando trionfano le passioni, la democrazia degenera e porta alla demagogia. Gli elettori sanno esprimere ciò che è giusto e ingiusto, perché hanno percezione del bene e del male. Non c’è famiglia e città se non c’è comunanza di ciò che è bene e male.
La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.
La società politica è destinata essenzialmente allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portino tutti i cittadini a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace sociale.
La comunità politica contribuisce, così come la comunità familiare, a procurare nella persona gli inizi di quella crescita che la persona conduce al suo termine. Occorre che la società abbia un'anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore da persona a persona e tra persona e comunità che possono dare alla vita del corpo politico un carattere veramente umano.
Si tratta di costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella comunità civile.
L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana. L’elettore vuole un rappresentante del popolo in grado di impegnarsi per realizzare questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e sulla forza della libertà.
Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.
La libertà è anche far valere il principio di sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.
Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.
La missione per i rappresentanti del popolo è quella di agire per poter partecipare alla costruzione di un Paese dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove lo Stato non espropri i cittadini di ciò che sono riusciti a conquistare attraverso il lavoro e sacrifici di una vita. Si tratta di realizzare uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta della speranza e tenere alta la bandiera della libertà.
I testimoni del popolo devono agire per una società fondata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una società basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli. Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.
I cittadini con il loro voto eleggono i loro rappresentanti affinché possano “realizzare le riforme necessarie per l'ammodernamento e lo sviluppo del Paese".
Francesco Liparulo - Venezia

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