COESIONE NAZIONALE
PER VINCERE LA CRISI
“Nel quadro della sconvolgente crisi finanziaria che ha investito l’Europa e che incombe sulle nostre economie, per riconquistare la credibilità internazionale - afferma il 5 novembre 2011 Giorgio Napolitano – l’Italia deve ritrovare una forte coesione sociale e nazionale”.
“Prevale il mercato finanziario sulla politica – sostiene Giulio Tremonti, ministro dell’economia - e lo Stato è andato sotto”.
“L’Italia vive un problema di credibilità – afferma Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria – e viviamo un momento molto complicato di rallentamento dell’economia globale. Bisogna trovare la forza di reagire a questa situazione”.
L’ufficio Studi della Confartigianato rileva che sono più di 2 milioni in Italia i giovani tra i 25 e i 34 anni senza lavoro.
I Centri Ascolto delle Caritas registrano che negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 13,8%, percentuale che nel Sud arriva al 74%.
I valori fondamentali della società(la persona umana, la famiglia, la sussidiarietà, la solidarietà) passano in secondo luogo nel sistema Stato - mercato che impone le proprie concezioni individualistiche nell’attuale mondo globalizzato, dove le regole del mercato non tengono conto della dignità della persona umana.
L’esigenza di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione sociale.
La globalizzazione, che mira soltanto al primato dell’economia e della finanza, scardina l’economia sociale di mercato.
Lo sviluppo economico, derivante dalle idee economicistiche e materialistiche del mercato globale, dissolve i legami sociali, perché si basa sull’opera degli individui lavoratori, considerati semplici mezzi di produttività e non come persone, dotate di ragione e di libertà, cioè soggetti di ogni attività umana.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
Si tratta per gli esperti di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società.
La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è pienamente soddisfatta con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza, perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici.
“Dobbiamo incominciare a ragionare – sostiene Pier Ferdinando Casini – per unire i “rappresentanti politici”. Abbiamo un terribile problema con l’Europa, che si chiama credibilità. Serve un governo che coinvolga le forze maggiori, quindi anche il Partito Democratico”.
Occorre vincere la globalizzazione attuando un’economia sociale di mercato e promuovendo la solidarietà e la sussidiarietà. Si auspica uno Stato più umano e solidale per una società vitale i cui membri possano vivere nella costruzione e nella condivisione della “vita buona” per tutti.
PER VINCERE LA CRISI
“Nel quadro della sconvolgente crisi finanziaria che ha investito l’Europa e che incombe sulle nostre economie, per riconquistare la credibilità internazionale - afferma il 5 novembre 2011 Giorgio Napolitano – l’Italia deve ritrovare una forte coesione sociale e nazionale”.
“Prevale il mercato finanziario sulla politica – sostiene Giulio Tremonti, ministro dell’economia - e lo Stato è andato sotto”.
“L’Italia vive un problema di credibilità – afferma Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria – e viviamo un momento molto complicato di rallentamento dell’economia globale. Bisogna trovare la forza di reagire a questa situazione”.
L’ufficio Studi della Confartigianato rileva che sono più di 2 milioni in Italia i giovani tra i 25 e i 34 anni senza lavoro.
I Centri Ascolto delle Caritas registrano che negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 13,8%, percentuale che nel Sud arriva al 74%.
I valori fondamentali della società(la persona umana, la famiglia, la sussidiarietà, la solidarietà) passano in secondo luogo nel sistema Stato - mercato che impone le proprie concezioni individualistiche nell’attuale mondo globalizzato, dove le regole del mercato non tengono conto della dignità della persona umana.
L’esigenza di creare ricchezza e sostenere la competizione nel mondo globalizzato non può tralasciare la preminenza dei valori essenziali e il mantenimento della coesione sociale.
La globalizzazione, che mira soltanto al primato dell’economia e della finanza, scardina l’economia sociale di mercato.
Lo sviluppo economico, derivante dalle idee economicistiche e materialistiche del mercato globale, dissolve i legami sociali, perché si basa sull’opera degli individui lavoratori, considerati semplici mezzi di produttività e non come persone, dotate di ragione e di libertà, cioè soggetti di ogni attività umana.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
Si tratta per gli esperti di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società.
La realizzazione del compimento della democrazia, nell’ordine sociale e politico, non è pienamente soddisfatta con l’esistenza di uomini e donne che vivono nella precarietà e nell’indigenza, perché l’economia è stata fondata sulla produttività del denaro e l’egoismo di alcuni politici.
“Dobbiamo incominciare a ragionare – sostiene Pier Ferdinando Casini – per unire i “rappresentanti politici”. Abbiamo un terribile problema con l’Europa, che si chiama credibilità. Serve un governo che coinvolga le forze maggiori, quindi anche il Partito Democratico”.
Occorre vincere la globalizzazione attuando un’economia sociale di mercato e promuovendo la solidarietà e la sussidiarietà. Si auspica uno Stato più umano e solidale per una società vitale i cui membri possano vivere nella costruzione e nella condivisione della “vita buona” per tutti.
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