RESPONSABILITÀ POLITICA
PER SUPERARE LA CRISI
“L'Italia non crescerà - ha detto Giorgio Napolitano – se non tutta insieme, dal Nord al Sud, se non metterà a frutto le risorse e le potenzialità della nostra gente. I giovani hanno bisogno di avere speranza e noi dobbiamo dare questa speranza. La Politica siamo tutti noi”.
“La priorità assoluta dell'Italia – ha sostenuto Mario Draghi - è oggi uscire dalla stagnazione riavviando lo sviluppo con misure strutturali. Si stanno sprecando risorse e stiamo mettendo a repentaglio non solo il futuro ma quello del Paese intero. La bassa crescita dell’Italia degli ultimi anni è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle giovani generazioni”.
La disoccupazione e la povertà crescono in modo considerevole e lo squilibrio tra Nord e Sud si accentua sempre di più.
L'imprenditoria italiana chiede la riforma del fisco. “Dobbiamo prevedere – ha sostenuto Ivan Malavasi, presidente di Rete Imprese Italia – un sistema che premi, stimoli e agevoli l’efficienza produttiva delle imprese. Dobbiamo anche poter arrivare, per la singola impresa, a ridurre il carico fiscale sugli incrementi di reddito dichiarati”.
Il bene comune del popolo, inteso come vita buona, cioè conforme alle esigenze e alla dignità della natura umana che esige una vita moralmente giusta e felice, è il fine della politica. Questo bene deve rifluire su ogni membro della comunità civile.
La politica è considerata giusta se realizza il bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per l’elevazione spirituale dell’esistenza umana. Il bene comune è tale se tutta la comunità è coesa nella giustizia e nell’amicizia civica che sono le forze conservative della società.
L'attività dei rappresentanti del popolo non deve essere fondata sull’avidità, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio e l’astuzia, ma sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace, dell’energie morali e spirituali dell’uomo.
Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire politico che diventa leva che trasforma l’ingiusto in giusto. L'azione coraggiosa del testimone del popolo non è semplice sopportazione, cioè non è calma imperturbabile, ma è provocazione che mira ad eliminare gli ostacoli della vita dei cittadini per la pace e la riconciliazione sociale.
La vita democratica dovrebbe essere un’organizzazione razionale di libertà eticamente e umanamente fondata. L'esigenza di libertà tende a realizzare progressivamente nella vita sociale l’aspirazione dell’uomo a essere trattato nel tutto sociale come una persona e questa aspirazione è un’espressione di un ideale attuabile soltanto con lo sviluppo del diritto, di un senso sacro della giustizia, dell’onore e con lo sviluppo dell’amicizia civica.
La società politica è destinata allo sviluppo delle condizioni di ambiente che portano la moltitudine a un grado di vita materiale, intellettuale e morale conveniente al bene e alla pace del tutto sociale.
Si tratta di realizzare una democrazia nella quale i cittadini non abbiano solo diritto di suffragio, ma si trovino impegnati in modo attivo nella vita politica del Paese. Lo Stato sia strumento a servizio della comunità civile, cioè lo Stato proporzionerà il suo modo di agire in rapporto ai valori della comunità.
Se si vuole proporre un partito per la nazione occorre raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il conseguimento della “vita buona”.
I valori del popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia, solidarietà, sussidiarietà), devono penetrare la cultura e promuovere il benessere della comunità civile.
"Occorre aprire una nuova fase – ha detto Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc – perché il Paese non cresce". Bisogna concentrarsi sul dialogo tra i cittadini e i politici, lottando per la giustizia, l’amicizia civica e la fede nell’essere umano che permettono la coesistenza civile e promuovono il benessere per tutti indistintamente.
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