martedì 21 novembre 2017

Ruolo pubblico della famiglia

AL PARLAMENTO COMPETE 
LA  CONVIVENZA  SOCIALE
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che riconosca e sostenga la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L'esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.

Le soluzioni dei problemi dell'attuale mondo economico e finanziario globalizzato minano la concezione cristiana dell'uomo e del suo destino, perché sono basate sull'idea che l'uomo non è il soggetto delle attività umane, ma un oggetto manipolabile per qualsiasi scopo utilitaristico e individualistico.
La società si è costituita intorno alla produzione e allo scambio universale delle merci e spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario. 
La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell'uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.

Il compito delle persone investite di potere politico è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza sociale nella vera giustizia, perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona. Fondamentale tra tutti è il diritto al lavoro per chi presta la sua opera per il bene proprio e della sua famiglia.
La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all'esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell'ambito di una comunità civile. L'attuale crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
I sostenitori della giustizia sociale sono chiamati a "mantenere desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo, di fronte ai rappresentanti del popolo che hanno piegato la propria ragione "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a danno delle persone che costituiscono la comunità civile.
Occorre vincere lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico per il trionfo della giustizia sociale. Si tratta di raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il conseguimento della "VITA BUONA" per tutti. L'azione del testimone del popolo non è semplice sopportazione, cioè non è calma imperturbabile, ma è provocazione che mira ad eliminare gli ostacoli della vita dei cittadini per la pace e la riconciliazione sociale.
Le basi della nostra nazione, come entità permanente, sono le regole immutabili della legge naturale, la continuità culturale, la tradizione, la consapevolezza storica, l’amore della patria. A questi valori sono ancorati i cuori di tutti gli uomini e le donne.
Insofferenza, disagio, protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale. Un grido di allarme si eleva da tutti quelli che avvertono il diffondersi dell’idea che non esistono beni personali e morali non negoziabili.
Il modello naturale di famiglia, lo sviluppo della persona, il rispetto del soggetto umano non ancora nato, l'illiceità dell'eutanasia, l'illiceità degli interventi genetici manipolati e non a scopo terapeutico, la certezza del lavoro per i capifamiglia e per le nuove generazioni, costituiscono un complesso di beni in cui si esprime la dignità della persona umana dal concepimento sino alla morte naturale. Questi valori per i cristiani non si possono modificare col tempo.
I cittadini chiedono che non sia trascurata la famiglia che deve difendersi di fronte al potere economico e finanziario del mercato globalizzato che mira soltanto al profitto utilitaristico.
La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale fra la persona, la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni .
Prima dell’impegno per i diritti dell’uomo c’è quello per il diritto ad essere uomini, cioè ad essere considerate persone che tendono a conquistare la piena autosufficienza nella comunicazione e nell’amicizia con le altre persone.
Senza il collegamento ai valori della vita, gli stessi diritti dell’uomo perdono il loro vigore, cioè divengono semplici enunciati che possono essere revocati in qualsiasi momento. La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando una morale aperta, estesa ad ogni uomo, una morale del bene e male e non solo dell’utile.
Francesco Liparulo - Venezia

In primavera nuove elezioni politiche

VECCHI LEADER DI DX E SX IN CAMPO
VOGLIONO RITORNARE A GOVERNARE
La società politica italiana ha scelto la democrazia, ha stabilito di reggersi con forma repubblicana e costituirsi in Stato, retto da norme costituzionali. Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune attestata dall’unità del linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, ha deciso, dopo la Seconda guerra mondiale, di autogovernarsi.
La Costituzione è l'evento fondamentale di convivenza.
I rappresentanti del popolo sono investiti di autorità in modo limitato e la esercitano in nome del popolo nella forma di potere esecutivo nel Governo, nella forma di potere legislativo nel Parlamento e nella forma giudiziaria nella Magistratura.
Il popolo rende partecipi della sua autorità i suoi rappresentanti senza vincolo di mandato e questi non possono emettere leggi senza il consenso dei cittadini.
L'azione del rappresentante del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
La democrazia è un sistema politico in cui il popolo ha bisogno di testimoni che gli insegnino ad essere autenticamente popolo.
Il corpo politico necessita di persone che mantengano la tensione morale nella comunità civile perché ha esigenza di ritrovare la propria identità attraverso l’azione di politici che sappiano promuovere il benessere sociale per tutti.
Gli esponenti politici non devono accettare il relativismo che svilisce la dignità della persona umana nella sua stessa comunità con la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l'inquinamento, l'abbandono della famiglia a se stessa.
I valori del popolo italiano tra cui in primo luogo quello della persona e del lavoro devono essere difesi per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.
Francesco Liparulo - Venezia

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sabato 18 novembre 2017

Prossime elezioni politiche in primavera

AFFRONTARE L’INSTABILITÀ E
LA DISGREGAZIONE SOCIALE

Povertà e disoccupazione alimentano rabbia nel popolo che aspetta riforme coraggiose da parte del governo e leggi più rispondenti ai veri bisogni dei cittadini sommersi in una situazione politica che provoca aumento dell'indigenza e fuga dei giovani all'estero. 
La coperta è corta? Come risolvere il problema? La soluzione c'è, basta avere coraggio.

I vecchi partiti inconcludenti  si accordano con la nuova legge elettorale per costituire nuove coalizioni per occupare il Parlamento. 
L’elettorato continuerà a promuovere la vecchia politica che ha portato l’Italia  a in una situazione di povertà sempre più crescente con i giovani che fuggono all’estero?
I governanti e i loro sostenitori appaiono come opinionisti che dicono al popolo quello che pensano, ma non fanno nulla per risolvere il problema del lavoro giovanile o per arginare la povertà dilagante.
L'ossigeno vitale non arriva a chi è impegnato nella produttività del Paese, cioè i lavoratori si trovano ad affrontare una disoccupazione che diventa sempre più insostenibile e le banche continuano a non agevolare il credito a chi fa impresa e genera produttività e lavoro. 

La famiglia italiana di oggi deve affrontare l’attuale crisi finanziaria, economica e valoriale. Si tratta di recuperare “le radici della crescita delle Regioni per promuovere le loro qualità produttive che fanno vincere le sfide della globalizzazione. 

Milioni di Italiani vivono, secondo le recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al mese). La crescita degli indigenti evidenzia una forte disuguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.

La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell'amore civico.

La forza della società politica presuppone la giustizia, perché si avvale delle energie dei cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con amicizia. 

Si tratta di realizzare un “Programma di cose concrete” miranti ad attuare un piano straordinario per l'occupazione giovanile, salvaguardando “esodati” ed ultracinquantenni, promuovere un piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale, garantire il libero accesso alla Sanità, sostenere le imprese agricole tutelando il “made in Italy”, sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, accrescere gli investimenti nella ricerca, ridurre la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.

Per governare il Paese e fare ciò che è giusto, occorre la scelta oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie politiche” della città.
Francesco Liparulo - Venezia

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venerdì 17 novembre 2017

La questione fondamentale della nostra epoca

SOCIETÀ IN CRISI CON GLI ESCLUSI DALLA RICCHEZZA
Questione fondamentale della nostra epoca è soprattutto il tema dell'inclusione/esclusione civile. 
Le società liberal democratiche falliscono se non riusciranno a includere quelli che sono esclusi dalla creazione della ricchezza, cioè entreranno in crisi le società se non pongono rimedio al senso di estraneità e di anomia delle persone.

La preminenza conferita al singolo con la scissione dei legami sociali muta la democrazia che per l'americano Abraham Lincoln è "il governo del popolo, da parte del popolo e per il popolo".
Il pensiero neoliberale sostiene che nelle liberal democrazie le identità individuali sono tutelate mentre occorre ricostruire l'identità collettiva e sottrarre l'individuo all'isolamento.
La riduzione del bene comune alla cerchia della preferenza privata lascia scoperto l'ambito pubblico dove le questioni del bene riguardano quello del giusto. La mentalità in cui il bene comune è inteso come mezzo per scopi individuali sbocca nella scelta di contribuire il meno possibile o nulla affatto ai costi della convivenza sociale.

Le attuali liberal democrazie devono fare i conti con numerose sfide. Si auspica un diverso rapporto fra persona e comunità, cioè un diverso modo di concepire il lavoro. Si vuole una società civile attraverso più attenzione ai bisogni delle persone e non cittadinanza attraverso più mercato. Ci sono scarti tra le concezioni ideali delle liberal democrazie e la condizione socio politica reale.
Nella concezione repubblicana - democratica si assegna grande importanza alle virtù civiche, all'idea di autogoverno e di partecipazione alle formazioni sociali che si pongono oltre l'individuo. Nel repubblicanesimo civico la libertà non è libertà dal governo ma capacità e responsabilità di autogoverno.
Occorre superare i punti deboli del liberalismo in una sintesi più alta, cioè più rispondente al contesto attuale dell'Europa, nel senso di guardare oltre le concezioni della società che oggi sono chiamate social democratiche. I punti deboli del liberalismo sono minore resistenza al relativismo etico che sfida la natura morale del rapporto civile, la piazza pubblica eccessivamente procedurale e l'idea angusta di società aperta e di laicità senza considerare l'etica sociale del popolo.
È auspicato il ripensamento del liberalismo in un modo positivo considerando la tradizione del cattolicesimo liberale che chiama all'azione e orienta all'impegno civile. La sintesi delle culture menzionate è intesa come pensiero animatore volto a dirigere l'azione politica.
Lo Stato sarà "veramente liberale" quando non si limiterà a garantire formalmente la libertà di scelta ma quando intervenendo attivamente provvederà a garantire a tutti la reale possibilità della loro libertà.
Le tradizioni culturali del popolo italiano sono a favore della società in cui sono avvertiti come problemi nodali quelli della giustizia sociale, del bene comune, dell'amicizia civica e dell'interazione tra cittadini e tra cittadini e politici, cioè la comunicazione nel vivere bene.
Occorre svolgere un'azione dinamica per riscattare le forme di vita quotidiana con l'apertura del singolo cittadino all'altro, cioè all'apertura di un mondo intersoggettivo, formando una coscienza collettiva e sociale identificando i bisogni reali con i desideri umani. Al primo posto c'è la famiglia quale società naturale, luogo dello sviluppo della persona e dell'incontro con l'altro dove amore significa dare e ricevere e non vedere la famiglia solo come aspetto economico. La società civile deve essere intesa come "dialogo e comunicazione della vita buona".
Si tratta per la società politica di sviluppare le condizioni d'ambiente che possano permettere alla cittadinanza un grado di vita materiale, intellettuale e morale che ogni persona vi si trovi aiutata positivamente nel raggiungimento della propria vita di persona e della propria libertà spirituale, contro ogni forma di individualismo o di autoritarismo, contro ogni forma di ingiustizia sociale.
Si auspica uno stato sociale di giustizia, d'amicizia civica e di prosperità che rende possibile a ogni uomo o donna il compimento del suo destino, cioè una società dove si riconosce il diritto di tutti i cittadini all'esistenza, al lavoro, all'accrescimento della vita di persona.
La società civile non è composta solo di individui, ma anche di società particolari formate da individui, cioè società particolari con una loro autonomia. Il pluralismo economico deve rinnovare e promuovere l'economia delle famiglie e la proprietà familiare utilizzando i vantaggi della meccanizzazione e della cooperazione.
Francesco Liparulo - Venezia
Blog: galea veneta.blogspot.com

giovedì 16 novembre 2017

Democrazia è condivisione per il Bene comune

NUOVA LEGISLATURA DI SCOPO PER ADERIRE
ALLE VERE ASPETTATIVE DEL POPOLO ITALIANO
Oggi occorre vincere il "dispotismo" delle nuove minoranze politiche che, sfruttando la nuova legge elettorale da loro voluta, si uniscono prima del voto elettorale senza avere una condivisione di idee e programmi, ma solo la bramosia di occupare il Parlamento costituendo una maggioranza di facciata.

Si tratta dell'applicazione della maggioranza parlamentare, “la regola del numero”, che, imponendo la volontà di alcuni parlamentari, non tiene conto del continuo aumento del distacco tra le persone e lo Stato, dell’impoverimento delle famiglie costrette a mantenere anche i propri figli senza lavoro.
La “regola del numero” in Parlamento e lo “strapotere del governo” da loro sostenuto soffocano la democrazia, l’autogoverno del popolo italiano.
La decisione politica dipende dal numero, cioè dalla volontà della maggioranza parlamentare. “Contiamo i voti e facciamo decidere ciò che la maggioranza decide”.

La nuova legge elettorale detta "Rosatellum" permette che PD E FI, vecchia Destra e vecchia Sinistra, possano ottenere la possibilità di ottenere in Parlamento una nuova maggioranza.
Tutte le decisioni sono possibili a condizione che rispettino la regola del numero.

La democrazia diventa semplicemente procedurale, cioè la democrazia diventa insieme di regole e procedure che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive e con quali procedure. Questa concezione lascia impliciti i presupposti della democrazia, come governo dal basso a suffragio universale, lascia impliciti i valori e i fini ma lascia imprecisati i contenuti.
Una democrazia procedurale è aperta ad ogni contenuto e comporta la neutralizzazione pubblica dei valori. 
La democrazia procedurale entra in crisi quando nella società circolano tensioni che lacerano le coscienze delle persone.

La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. La politica raggiunge il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza nei rapporti sociali.
La mancanza di lavoro per i giovani è la prima urgenza del nostro Paese. Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare tutti i prodotti italiani e i relativi posti di lavoro.
Scendere in campo per costituire un baluardo di forze democratiche pronto a schiacciare le mire egemoniche dei politici che non tengono conto che i veri problemi degli Italiani sono la mancanza di lavoro e la diffusione della povertà per molte famiglie.
Francesco Liparulo - Venezia
Blog: galeaveneta.blogspot.com

In primavera si vota di nuovo e la realtà non è cambiata

LA POLITICA COMPETENTE NON DÀ PROSPETTIVE
AI GIOVANI E ALLE FAMIGLIE SEMPRE PIÙ POVERE
Il partito dei DS (Democratici di Sinistra), i cui leader storici erano Massimo D’Alema, Piero Fassino e Walter Veltroni, dopo aver fondato, insieme al Partito della Margherita, la coalizione dell’Ulivo e formato quella di L’Unione all’interno del centrosinistra, è confluito il 14 ottobre 2007 nel Partito Democratico.

"Oggi come ieri. L'Italia - ha sostenuto l'ex leader Veltroni - appare oppressa, legata da nodi strutturali che nessuno sembra in grado di sciogliere. Le nostre città, ogni nostra comunità, non meritano di essere divisi da steccati politici e poi definiti da etichette o bandierine colorate.
Per questo è nato il Partito Democratico. Per unire l’Italia. Per dare alla politica un respiro nuovo”.

Gli ascoltatori sono subito proiettati nel futuro: “Non bisogna aver paura del nuovo. Il futuro - ha detto Veltroni - è l’unico tempo in cui possiamo andare. Il nostro Paese deve tornare ad avere voglia di futuro, l’orgoglio di essere Italiani, la voglia di correre, di rischiare, di conquistare nuove frontiere e nuove possibilità".
"Verrà presto il tempo - ha profetizzato il già leader PD - di spiegare e chiarire le nostre proposte e di ribadire ad esempio che oggi è possibile ridurre le tasse, perché la lotta all’evasione ha dato risultati.
Oggi, grazie al lavoro del governo Prodi, possiamo fare quello che non è mai stato fatto. Quello, gli Italiani lo sanno, che è stato ogni volta annunciato ai quattro venti, ma non realizzato.
Verrà il tempo per dire agli Italiani ciò che è nostro dovere dire: questo è il nostro progetto - ha sostenuto Veltroni - per cambiare il Paese, queste sono le cose che faremo per fronteggiare i problemi e trovare soluzioni. E lo potremo dire guardando negli occhi l’Italia, perché abbiamo deciso, unilateralmente, di correre liberi. Liberi, più che soli.
Guardiamo negli occhi l’Italia e le diciamo: comincia un tempo nuovo. Di una cosa sono certo: gli Italiani vogliono uscire dalla confusione, dall’instabilità e dall’immobilismo. Vogliono una stagione nuova. Il Partito Democratico nasce per questo. La scelta è tra passato e futuro. Noi diciamo: non cambiare un governo, cambiate l’Italia. Trasformiamo l’Italia. Un’Italia moderna, serena, veloce, giusta. Si può fare”.

Il progetto di Veltroni, era ispirato da una “mania di nuovismo”, che mirava al consenso di massa. Il Partito Democratico è proposto alla società italiana del terzo millennio, ritenuta diversa da quella del passato. Il suo leader vuole dare una visione pluralista, in grado di elargire nuovi valori in cui credere, perché “plurali sono le nostre società”.
“Sintesi - ripeteva Veltroni – è la parola chiave che deve guidare il cammino del Partito Democratico perché deve funzionare e assumere decisioni rispettando peso della maggioranza e diritti della minoranza. Occorre realizzare un programma riformista, ma non moderato, realista, cioè in grado di immaginare valori carichi di radicalità del cambiamento”.
La visione politica dell’esponente del Partito democratico era un misto di socialismo perfettistico ed utopico, di socialismo liberale e democratico ma anche di socialismo cristiano che annovera aspirazioni egualitarie. La proposta era quella di una nuova società. È visione semplificata e deformata della realtà, indirizzata a scopi politici e trasformatori per intervenire operativamente nella vita sociale.
“La scienza - affermava il relatore di Spello - ci ha dato la possibilità di migliorare la nostra vita. La nostra vita media è più lunga perché ci curiamo meglio, perché c’è meno povertà, perché nonostante ciò che si pensa l’acqua, l’aria e il cibo sono più controllati. Viviamo più a lungo perché viviamo meglio”.
Si faceva appello a una nascente età organica, promessa con il Partito Democratico, in cui i detentori del potere spirituale saranno gli scienziati per le loro capacità di previsione e i detentori del potere economico saranno gli industriali. Il loro governo assicurerà il benessere per tutti gli individui.
Si riscontrava nel “discorso per l’Italia” un'utopia astratta a carattere sistematico che incita i cittadini ad “una crescente insofferenza nei confronti di un sistema politico roboante e inconcludente, invadente e impotente, costoso e inefficiente”.
C’è sofferenza e ambiguità nel rapporto tra politica e “vita reale dei cittadini”. L'esposizione del pensiero politico è fatta con frasi eleganti ma vuote e inconcludenti perché mirano ad illudere gli ascoltatori. Si crea l’entusiasmo con un’armonia di parole cariche di idealismo per trovare un accordo tra i sostenitori del partito del leader.
L'annuncio “Verrà il tempo per dire agli Italiani: questo è il nostro progetto” è soltanto il modo di enfatizzare e creare un'aspettativa per togliere la responsabilità che è devoluta al partito. Il programma futuro è esaltato come una panacea di tutti i mali della società italiana. Il dire e il presentasi di un futuro sviluppo diventa più importante della libertà di autonomia delle persone che vogliono decidere il loro avvenire, secondo i propri bisogni e le proprie aspettative.
La sicurezza dalla “confusione, dall’instabilità e dall’immobilismo” è scambiata con la cessione al Partito Democratico del potere di decidere il futuro degli Italiani.
La realtà di oggi non è cambiata perché un nuovo leader del PD si presenta agli elettori e dice di attuare “la politica competente” mentre i giovani continuano a fuggire all’estero per trovare un lavoro e le famiglie diventano sempre più povere. Le tasse aumentano ogni giorno e il sostegno alle famiglie bisognose di sussidiarietà diventano sempre più disperate.
“Il punto - ha sostenuto in Piazza del Popolo Matteo Renzi - è se vogliamo continuare a guardare soltanto la nostra storia o ci va di parlare finalmente del futuro del Paese". Tocca a noi - dice ancora - decidere se costruire il futuro”.
Hanno imposto premier non eletti che hanno tolto il respiro, la sostenibilità economica, a tante famiglie di lavoratori che hanno perso il reddito o ridotto la pensione.
Francesco Liparulo - Venezia
Blog: galeaveneta.blogspot.com

Una nuova legislatura per il bene comune

PUOI RICOSTRUIRE IL PAESE CON IL TUO VOTO 
È già in atto lo scontro per le prossime elezioni politiche del 2018. 
Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune, attestata dall’unità di linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, ha deciso di autogovernarsi, di eleggere i propri governanti secondo determinate modalità fissate dalla "Legge elettorale". 

Nella città ci sono anche “patologie politiche”. Il sistema politico è come un organismo. Le Istituzioni, se non vengono sottoposte a terapia, subiscono le stesse vicende dell’organismo umano. Quando trionfano le passioni, la democrazia degenera e porta alla demagogia. Il testimone del popolo, chiamato a gestire il bene comune, deve osservare e ascoltare i concittadini. Gli elettori sapranno esprimere ciò che è giusto e ingiusto, perché hanno percezione del bene e del male. Non c'è famiglia e città se non c'è comunanza di ciò che è bene e male. 

"Adesso" in Italia i giovani non trovano lavoro e sono costretti a fuggire all’estero. Il debito pubblico supera 2 mila miliardi di euro di cui ogni anno il contribuente deve pagare circa 80 miliardi di interessi. La crisi economico - finanziaria ha portato disoccupazione e povertà per 8 milioni di cittadini italiani. I vecchi partiti sono dilaniati da beghe interne. Il popolo è sfiduciato da una politica che non trova soluzioni per affrontare la crisi attuale provocata dalla globalizzazione dei mercati finanziari e commerciali. 

La nuova legge elettorale DETTA “Rosatellum” sembra non essere aderente ai bisogni dei cittadini e non sia in grado di portare in Parlamento dei nuovi rappresentanti del popolo per ricostruire un Paese dilaniato dallo statalismo, dalla partitocrazia e dallo sperpero del denaro pubblico.

“La società civile italiana - ha detto Angelo Scola, già arcivescovo di Milano - è una grande risorsa. Ci vuole una nuova cultura della politica”. Per il cardinale, la città italiana è una realtà che “scopre il suo nuovo volto di città plurale, in cui si incontrano mondi e credi diversi. Dobbiamo trovare un criterio che ci consenta una vita buona anche dentro la società plurale. Non ci si può lasciare schiacciare sulla crisi finanziaria, che pure va presa di petto con estrema serietà. Se non si rinnova la politica, attraverso una nuova cultura non sarà possibile creare soggettività sociale nuova. 

Un “Partito della nazione” deve essere in grado di proporre agli Italiani una società fondata sulla libertà e sullo sviluppo economico. La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo appagamento. Il suo fine più profondo quando la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali. 

"Chi ha fatto esperienza - ha detto mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia - bisognerebbe che continuasse a contribuire con il bagaglio che si è fatto ma che avesse la lungimiranza di lanciare volti nuovi. Il volto nuovo, se è stato preparato e aiutato anche da chi ha deciso di cedere il passo, fa instaurare un meccanismo virtuoso anche nell'agire politico".

Occorre sostenere il "Partito della nazione" i cui componenti sappiano essere "liberi e forti" per opporsi allo statalismo e alla demagogia, cioè sappiano valorizzare la dimensione del locale, agendo a livelli capillari, senza sfociare nel localismo che è pura retorica. 

Si tratta di valorizzare l'individuo nella comunità civile, cioè il diritto della persona deve essere integrato nel diritto di tutto il popolo.
Occore costruire una società il cui centro non è l'individuo, ma la persona che si realizza liberamente nella vita quotidiana. L'idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità della persona.

Il mercato deve tener conto di tutti, perché così può essere non solo morale ma anche efficiente, in quanto non si può escludere dal benessere, abbandonare nell’emarginazione, nella malattia e nella miseria una parte importante dei cittadini.

La libertà è anche quella di far valere il principio di sussidiarietà che sprona i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi a cui tengono. L'applicazione significa che lo Stato non deve togliere alla famiglia quei compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantirle il suo sostegno, assicurando l’aiuto di cui ha bisogno per assumere le sue responsabilità.
Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualistiche perché la persona e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione delle autorità politiche.

Uno stato di pace sociale non dipende solo dagli accordi politici, economici, finanziari conclusi dagli esponenti della maggioranza parlamentare, ma dipenderà anche dall’adesione profonda della coscienza di tutti i parlamentari e dalla coerenza delle loro azioni. La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società. 

L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne. 

I parlamentari e gli amministratori pubblici non dovrebbero perdere il contatto con il sentire reale del popolo e con le sue istanze. Si tratta di eliminare gli sprechi, risolvere il problema dei giovani senza lavoro, promuovere la libertà d'iniziativa dei cittadini, rispondere ai bisogni dei poveri e dei malati, far fronte alla mancanza di abitazioni per le giovani coppie, garantire a un prezzo equo il gas, i carburanti, l’acqua, la raccolta dei rifiuti.

Si tratta di promuovere una "Patria" nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.

Il compito delle persone investite di potere politico è quello di emanare una legislazione che garantisca un'ordinata convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti fondamentali che appartengono alla persona. Fondamentale tra tutti è il diritto al lavoro per chi presta la sua opera per il bene proprio e della sua famiglia. 
Francesco Liparulo - Venezia

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mercoledì 15 novembre 2017

In primavera si vota per le elezioni politiche

PD E FI SPERANO DI VINCERE


Sulla Gazzetta Ufficiale n. 264 dell'11 novembre è stata pubblicata la Legge 3 novembre 2017, n. 165, recante "Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali”.
Si tratta del c.d. “Rosatellum”, dal nome del deputato relatore, Ettore Rosato.
Pier Luigi Bersani si è espresso: "Non si rendono conto... Questo aprirà un altro solco tra istituzioni, politica e cittadini. Un solco micidiale, non si rendono conto della responsabilità che si prendono. E' una vergogna. Io dico soltanto: si è aperta una questione democratica grossa come una casa". 
Roberto Speranza attacca: "Mettere la fiducia sulla legge elettorale a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere è oltre i limiti della democrazia. Qui si sta scherzando col fuoco. Una legge che toglie la sovranità ai cittadini di scegliere i propri eletti viene approvata togliendo la sovranità al Parlamento. Non voglio credere che sia vero”.
SI SOSTIENE CHE: “la reintroduzione di una certa dose di maggioritario è escogitata non per rilanciare un modello coalizionale di programma ma per rendere inefficaci i voti andati alle forze non allineate. Pd e Fi sperano di fare il pieno nella parte maggioritaria: Con effetti distorsivi sulla rappresentanza nella parte proporzionale per il riparto dei voti che andranno al candidato e non alle liste”.
Qual è il problema?
I rappresentanti politici si esprimono più come opinionisti che come portatori di interessi concreti dei cittadini. Il premier promette e non risolve i problemi del Paese.
Illegalità, corruzione e malaffare – ha detto Luigi Giampaolino, già presidente della Corte di Conti – sono notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce. Il denaro pubblico va maneggiato con cura, chi lo usa ne deve rendere conto”.
Si avverte disagio di fronte al disprezzo pratico della persona umana e della sua dignità.
L’emblema della condizione economica – politica di oggi è costituito dalla presenza di Stati deboli, mercati forti e finanze fortissime. Si assiste a un intreccio tra sfera economica, mediale e politica per cui occorrono nuove forme di azione politica capaci di bilanciare il potere dei mercati entro gli spazi della globalizzazione. Il potere del mercato finanziario è transnazionale e influisce sulle decisioni dei governi nazionali.
La globalizzazione dell’economia richiede un governo dell’economia che appare oggi mancare agli occhi di tutti. Nel mercato globale mancano Istituzioni politiche ed economiche efficaci per mettere in atto o far rispettare le regole della convivenza pacifica dei popoli.
Insofferenza e protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale. La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella comunità perché è il perno di giunzione essenziale tra la persona la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni.
Preoccupanti sono i dati del Rapporto annuale dell’Istituto di statistica: il 41,9% degli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori (nel 1993 era solo del 33,2%). Il 45% della fascia 25-34 anni dichiara di non poter andare via di casa, perché non in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare un’abitazione. Ci sono più di 2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano lavoro.
Occorre saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi sostenibili per gas, acqua, energia e raccolta rifiuti. 

Francesco Liparulo - Venezia

martedì 14 novembre 2017

Una nuova legislatura di scopo

BANDIRE LA POLITICA INCONGRUENTE
L'ITALIA È SEMPRE PIÙ POVERA
Occorre affrontare con trasparenza le patologie politiche, la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa.

I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile.
Coloro che vogliono il "Bene comune dell'Italia" sono chiamati a "mantenere desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo, di fronte "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a danno delle persone che costituiscono la comunità civile.
Sì ai cittadini che intendono garantire la democrazia partecipata e mettere in risalto le incongruenze di un governo che non argina il dilagare della povertà e non garantisce un lavoro per i giovani.
Francesco Liparulo - Venezia
Blog: galeaveneta.blogspot.com

Nuova legislatura e nuovo governo di scopo

LAVORO SICURO PER I GIOVANI  
SOSTENTAMENTO DEI BISOGNOSI



Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale costituita dall’aumento di ricchezza per pochi e all’indebitamento crescente per molti.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
Francesco Liparulo

I vecchi partiti sono senza leader

RICOSTRUIRE UNA SOCIETÀ  
SFIDUCIATA DALLA POLITICA



“Siamo ad un punto di disfunzione democratica pericolosissima – ha detto Marco Vitale al Centro Congressi della Fiera di Verona – dobbiamo ricostruire la democrazia del nostro Paese e mondialmente dobbiamo ricostruire il pensiero economico”. L'economista ha incitato i giovani a impegnarsi per una “Democrazia Sostanziale Coerente” in grado di consentire “un paziente lavoro coerente” da parte della società politica per “traghettare l'Italia fuori da questa situazione attraverso dismissioni, sviluppo del reddito e la diminuzione della macchina politica che è la più costosa del mondo”.

Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale costituita dall’aumento di ricchezza per pochi e all’indebitamento crescente per molti. Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
“Il governo – ha detto Jacopo Morelli, già presidente dei Giovani industriali – ha riconosciuto che gli Italiani hanno dato una grande prova di responsabilità, accettando misure drastiche e impopolari. Se questo è vero, c'è anche un dovere morale di ridare subito fiducia al Paese, abbassando in maniera sostanziale la pressione fiscale su chi lavora e sulle imprese che investono”. Per Morelli occorre “creare nuove occasioni di lavoro e dare ossigeno alle aziende, per esprimere ogni potenziale al meglio”.
Per l'Istat, più di 2 milioni di giovani italiani tra i 15 e i 29 anni, non studiano, non lavorano e non si preparano a farlo. La generazione italiana esclusa dal mondo del lavoro è la più numerosa nell'Eurozona dove il dato complessivo si attesta su 14 milioni di giovani inattivi. La disoccupazione giovanile italiana, secondo i dati di Eurofound (Fondazione dell’Unione europea per i temi del lavoro e le condizioni di vita) porta a una perdita di 32,4 miliardi di euro del prodotto interno lordo nazionale. “Le conseguenze di una generazione perduta – si evidenzia nel rapporto di Eurofound – non sono solo economiche, ma anche sociali. Si rischia che tanti giovani rinuncino alla partecipazione democratica della società".
“Quello che manca oggi all'Italia - ha evidenziato Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Varese - è un Progetto per le nuove generazioni”. Per riprendere a crescere bisogna "riportare l'attenzione sui giovani, tornando alla cultura del rischio e del talento, del merito e della libera iniziativa con uno spirito di concorrenza e di innovazione”. Si tratta di ridurre gli sprechi, avviare le riforme che mirino a dare certezza a chi fa impresa e crea posti di lavoro.
Uno stato di pace sociale non dipende solo dagli accordi politici, economici, finanziari conclusi dagli esponenti della maggioranza parlamentare, ma dipenderà anche dall’adesione profonda della coscienza di tutti i parlamentari e dalla coerenza delle loro azioni. Si auspica una società fondata sul rispetto dell'uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla “fede nel progresso interno della vita e della storia” del popolo italiano, sulla forza della sua libertà e sul sacrificio di tutti i suoi martiri che hanno donato il sangue per la loro patria.
Si rivendica una discussione dentro il Parlamento per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi legati alla perdita dei posti di lavoro, del precariato giovanile, della diffusione della povertà (5 milioni di famiglie stentano a vivere quotidianamente) sembrano non aver spazio nelle proposte del potere legislativo.
La società civile è legata alla legge morale, cioè i semplici individui si ricollegano alla morale, alla eticità in quanto l’individuo è persona con una sua dignità. L'etica deve stare dentro la politica perché etica è fine della politica. La politica funziona se toglie gli ostacoli che il cittadino ha nella ricerca dell’appagamento dei suoi bisogni spirituali e materiali.
Lo Stato, avendo le sue radici nella società politica, è strumento del corpo politico in quanto è espressione al servizio dei cittadini e deve curarsi del bene pubblico, inteso come sicurezza, istruzione e universalità della legge.
L'attuale crescita degli indigenti, per la crisi economico-finanziaria e per la perdita dei posti di lavoro, evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale che deve essere affrontato ed eliminato dalle Amministrazioni governative e locali.
La politica per la persona umana dovrebbe essere vera etica della società civile. I testimoni del popolo, animati da un profondo amore per l'Italia, hanno necessità di unirsi per promuovere una politica riformista, cioè aderente ai bisogni di vita e di speranza di ogni uomo o donna.
Ogni cittadino ha il diritto di essere rispettato, cioè ha una sua dignità in quanto persona e soggetto di diritto che possiede dei diritti dovuti alla sua necessità di esistere in libertà nell'ambito di una società in cui si impegna per il bene comune.
Francesco Liparulo - Venezia
Blog: galeaveneta.blogspot.com

mercoledì 8 novembre 2017

Un calabro tra le controversie del Quattrocento

SAN FRANCESCO DI PAOLA (COSENZA)
INTERMEDIARIO TRA LE NAZIONI D’EUROPA

Mario Alberto Pavone, docente di Storia dell’Arte Moderna presso il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC) dell’Università di Salerno, ha pubblicato una serie di saggi e monografie sui pittori napoletani del Sei e Settecento. Nel suo testo “Pittori napoletani della Prima Metà del Settecento” (2008 Liguori Editori ) ha evidenziato la realizzazione, da parte del pittore Giacomo Soldati, di “due dipinti raffiguranti Scene della vita di San Francesco di Paola (1711) realizzati per la cappella dedicata al santo in Santa Maria della Sanità a Massalubrense (NA) dalla famiglia LIPARULO (il cui stemma appare su ambedue i dipinti)”.

I due dipinti, commissionati dalla famiglia Liparulo nel 1711 per la cappella di San Francesco di Paola in Santa Maria della Salute a Massalubrense (NA), ricordano il "miracolo degli alberi" a Paterno Calabro e l'incontro del santo con il re Ferdinando I D'Aragona nel 1481 a Napoli.
Da WIKIPEDIA:
“San Francesco di Paola, Francesco Martolilla ( questo il cognome del Santo) nasce a Paola il 27 marzo 1416 da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, una coppia di contadini, piccoli proprietari di terreni. Morì nei pressi di Tours ( Francia) il 2 aprile 1507. Fu canonizzato il 1° maggio 1519 a soli 12 anni dalla sua morte.

Il re di Francia Luigi XI essendo infermo, chiese al papa Sisto IV di far arrivare l’eremita paolano al suo capezzale. L’obbedienza prestata da Francesco, costretto ad abbandonare l’eremo per trasferirsi a corte, fu gravosa ma feconda. Luigi XI non ottenne la guarigione, Francesco fu tuttavia ben voluto ed avviò un periodo di rapporti favorevoli tra il papato e la corte francese. Ferrante I D'Aragona, re di Napoli, fece venire da Paola in Calabria il monaco Francesco, celebre per la sua santità. Il pio religioso lasciò la sua Calabria e fu in Napoli nel 1481 dove la corte lo accolse a Porta Capuana. Dopo l’incontro con il pontefice a Roma, partì per la Francia. Nei 25 anni che restò in Francia egli rimase un uomo di Dio, un riformatore della vita religiosa”.
Risolse molte controversie tra i regnanti dell’epoca.
La sua festa si celebra il 2 aprile. Tuttavia, non potendosi spesso celebrare come festa liturgica perché quasi sempre ricorre in Quaresima, la si festeggia ogni anno a Paola (Cosenza) nell’anniversario della sua canonizzazione.
Pio XII il 27 marzo 1943, con il Breve "Quod Sanctorum Patronatus" Lo proclama "Celeste Patrono dei Marittimi d' Italia". Nel breve si dice che viene proclamato Confessore, speciale Patrono Celeste presso Dio delle associazioni proposte alla cura della gente di mare, delle società di navigazione e di tutti i marittimi della Nazione Italiana.

lunedì 6 novembre 2017

La carità di un uomo del Quattrocento
SAN FRANCESCO DI PAOLA PATRONO 
DI POVER,  BISOGNOSI  E  NAVIGANTI
 Mario Alberto Pavone, docente di Storia dell’Arte Moderna presso il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC) dell’Università di Salerno, ha pubblicato una serie di saggi e monografie sui pittori napoletani del Sei e Settecento. Nel suo testo “Pittori napoletani della Prima Metà del Settecento” (2008 Liguori Editori ) ha evidenziato la realizzazione, da parte del pittore Giacomo Soldati, di “due dipinti raffiguranti Scene della vita di San Francesco di Paola (1711) realizzati per la cappella dedicata al santo in Santa Maria della Sanità a Massalubrense (NA) dalla famiglia LIPARULO (il cui stemma appare su ambedue i dipinti)”.

Da WIKIPEDIA:
San Francesco di PaolaFrancesco Martolilla ( questo il cognome del Santo) nasce a Paola il 27 marzo 1416 da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, una coppia di contadini, piccoli proprietari di terreni. Morì nei pressi di Tours ( Francia) il 2 aprile 1507. Fu canonizzato il 1° maggio 1519 a soli 12 anni dalla sua morte. 

La sua festa si celebra il 2 aprile, giorno della sua nascita al Cielo. Tuttavia, non potendosi spesso celebrare come festa liturgica perché quasi sempre ricorre in Quaresima, la si festeggia ogni anno a Paola nell'anniversario della sua canonizzazione, che avvenne il 1º maggio del 1519. 

Pio XII il 27 marzo 1943, con il Breve "Quod Sanctorum Patronatus" Lo proclama "Celeste Patrono dei Marittimi d' Italia". Nel breve si dice che viene proclamato Confessore, speciale Patrono Celeste presso Dio delle associazioni proposte alla cura della gente di mare, delle società di navigazione e di tutti i marittimi della Nazione Italiana.

I due dipinti, commissionati dalla famiglia Liparulo nel 1711 per la cappella di San Francesco di Paola in Santa Maria della Salute a Massa Lubrense (NA), ricordano il "miracolo degli alberi" a Paterno Calabro e l'incontro del santo con il re Ferdinando I D'Aragona nel 1481 a Napoli.