giovedì 21 settembre 2017

Tasse e perdita dei posti di lavoro

L’ITALIA NON HA MAI AVUTO VOCE 
CON  L’ISTITUZIONE  DELL’EURO 
In un mondo sempre più connesso, il commercio è globalizzato con investimenti e reti di produzione che uniscono tutti I Paesi in grado di produrre beni e servizi competitivi. Si produce dove è più conveniente.
L'Italia non è più competitiva per la mancanza di leggi e regole idonee a far fronte alle sfide del mondo globalizzato.

Negli ultimi anni l’economia mondiale e la politica mondiale sono cambiate.
Gli Stati Uniti d'America e l'Europa hanno perso i loro primati con la “crescita di produttività” di Cina, India e di altri “mercati emergenti” tra cui Brasile e Russia che sono in grado di attrarre i capitali per le loro produzioni industriali e per la fornitura di energie.
I costi di trasporto intercontinentali sono stati ridotti e si produce dove il costo della mano d'opera è di gran lunga inferiore rispetto a quello dell’Occidente.
Beni che una volta erano prodotti negli USA o in Europa ora sono fabbricati in Paesi che, pur essendo considerati in via di sviluppo, hanno un prodotto interno lordo che cresce più del 7%.
Gli egoismi di alcuni Paesi europei hanno generato povertà dilagante in Italia. I nostri prodotti passano in secondo ordine rispetto ad altri meno pregiati.
Si rivendica una discussione dentro il Parlamento per una maggiore aderenza alle istanze del popolo.
I problemi legati alla perdita dei posti di lavoro e quelli del precariato giovanile sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo.
I politici dovrebbero essere capaci di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, garanti della legalità e dei diritti civili, cioè devono essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise.
Francesco Liparulo - Venezia
P.S. Pagina web: galeaveneta.blogspot.com

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