MARIO
MONTI RICONCILIA
MERCATO E SOCIALITÀ
"Ho grande fiducia nell'Italia e in Scelta
Civica - ha detto Mario Monti il 13 luglio al Teatro Eliseo di Roma - Il
nostro compito sarà quello di rendere popolari le scelte giuste di cui il Paese ha bisogno per uscire dalla crisi
e tornare a crescere. Un disegno di questo tipo è arduo, perché deve saper unire
l'anima liberale riformista e l'anima sociale e solidarista del Paese, dando
vita a quella economia sociale di mercato che in Italia come in Europa deve
saper riconciliare il mercato e la socialità".
Gli Italiani sono pronti per la crescita! Il movimento politico denominato "Scelta Civica" si radica sul
territorio per testimoniare in Parlamento le istanze della società politica con
maggiore vigore e tenacia.
“Il compito di ristabilire un’Italia capace di crescere – ha detto Mario
Monti – è appena cominciato. Il futuro dell'Italia dipende dalla volontà
riformatrice della politica in Italia. La crisi sta imponendo un prezzo
altissimo alle famiglie, ai giovani, ai lavoratori, alle imprese.
“Indispensabile l'impegno comune - ha sostenuto Napolitano - per far fronte alla difficile situazione economica e finanziaria”.
“Indispensabile l'impegno comune - ha sostenuto Napolitano - per far fronte alla difficile situazione economica e finanziaria”.
"L'Italia può rinascere - ha sostenuto Mario
Monti - se
permetterà ai suoi giovani di entrare in un mercato del lavoro ancora
troppo chiuso, dove esistono ineguaglianze profonde e inaccettabili tra chi è
garantito e chi invece è lasciato senza alcuna tutela; se libererà le sue donne dalla scelta forzata tra essere mamme ed
essere lavoratrici, perché il bivio tra lavoro e maternità è non solo
profondamente incivile, ma blocca la crescita economica, sociale e culturale
dell'Italia; se il suo sistema educativo
e universitario diventerà il centro della nostra visione del futuro. Una
scuola capace di includere ma anche di premiare chi merita, nel corpo docente
come tra gli studenti, un'università finanziata meglio, con più autonomia, più
valutazione, più apertura al mondo: se
saprà riconoscere nella cultura una delle leve più potenti di identità
nazionale e crescita economica, cultura come tutela del patrimonio
artistico e monumentale, cultura come fattore cruciale di identità nazionale,
cultura come industria culturale, ovvero come produzione di arte in tutte le
sue forme, di sapere, e di contenuti; se
rimetterà al centro il lavoro e l'impresa, non solo come leva per la
crescita e lo sviluppo, ma come valori cardine della nostra comunità; se rimetterà al centro i suoi cittadini.
Legge elettorale, tagli ai costi della politica, rispetto per il denaro
pubblico e dunque eliminazione degli sprechi della Pubblica Amministrazione".
Nella visione della politica di Mario Monti, presidente del movimento
"Scelta civica", “leadership” vuol dire, senza nessuna presunzione,
intravedere, vedere, esplorare, una visione per il futuro e guidare l'opinione
pubblica verso questo. Si tratta di rendere popolari le scelte giuste di cui il Paese
ha bisogno per uscire dalla crisi e tornare a crescere.
Scelta Civica ha presentato il 20 giugno
2013 al Governo Letta "Nove progetti per rimettere in moto l'Italia".
Si
tratta di "esempi precisi e concreti delle cose incisive che si possono
fare per avviare la stagione di riforme strutturali". I passi della
"larga maggioranza, nata il 28 aprile 2013, per riattivare la crescita
economico-sociale dell'Italia appaiono ancora timidi".
È
impresa importante per la politica italiana, ma non facile - ha
evidenziato il senatore Mario Monti nella nota pubblicata su Facebook il 30
giugno 2013 - quella di condurre ad
unità di visione esponenti della società civile per aderire al nostro
comune disegno riformatore. Per quanto riguarda Scelta civica, posso assicurare
che i nostri elettori sono insofferenti alle tasse e aspettano con ansia che il PD e il PDL si decidano a sostenere misure
concrete di riduzione della spesa pubblica, unico modo serio per abbassare
le tasse. Si invita il governo non solo a "procedere con
decisione e tempestività nelle misure già adottate", ma di "alzare l'asticella" per
la ripresa dell'economia. Il
ritorno alla crescita contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni
del credito e del clima di fiducia".
Il leader di
Scelta Civica ha dato ai suoi
sostenitori un compito ben preciso:"saper unire l'anima liberale
riformista e l'anima sociale e solidarista del Paese, dando vita a quella economia
sociale di mercato che in Italia come in Europa deve saper riconciliare il
mercato e la socialità".
Qual è la questione?
Si tratta di riconoscere l’importanza della libertà di scelta di ogni uomo
e donna con l’organizzazione dal basso della società civile, cioè favorire la
libertà delle persone che vogliono realizzare il bene comune. Il ruolo
della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le
persone, eliminando le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi
non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. Gli eletti di Scelta Civica
intendono far applicare con responsabilità in Parlamento l'aspetto politico della
giustizia sociale, dell’amicizia e del rispetto della persona. Il “compito politico” è attuare una "politica necessaria" perché nella
società la giustizia possa “affermarsi e prosperare”. Si tratta di promuovere
uno Stato più umano che “riconosca e
sostenga” la persona umana
secondo il principio della sussidiarietà, cioè agevolare lo sviluppo di tutte
quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare
una comunità civile che si conserva nel tempo. Queste sono le vere riforme che
migliorano la concezione liberale della Società civile.
Occorre
andare oltre i concetti di libero mercato, la conoscenza e i diritti civili,
cioè non basta avere elementi in comune con altre forze politiche come il
primato morale della persona, lo stesso stato sociale a tutti, l'unità morale
del genere umano e la concezione che le istituzioni sociali sono migliorabili.
Si tratta di toccare anche i temi
essenziali alla politica come l'autorità, il bene comune e i diritti naturali.
Nella società democratica c'è l'idea di socialità ascendente, cioè
socialità che parte dalle formule più umili della socialità familiare alla
socialità politica che esprime lo Stato. Lo Stato è espressione che parte dal
basso, cioè è autoorganizzazione politica della società civile. È la società in
quanto tale che si organizza e si erge a Stato. Poiché il fenomeno della società parte dal basso, lo Stato è espressione al servizio delle persone,
cioè è strumento al servizio dei cittadini. Il Bene pubblico è Bene comune. Oggi
la sicurezza è compito fondamentale dello Stato. Il diritto alla vita,
sicurezza, libertà, proprietà sono beni pubblici fondamentali che spetta allo
Stato assicurare. Il Bene comune, che
include il Bene pubblico, è compito
dello Stato assicurare. Il Bene comune va al di là del bene pubblico in
quanto ci sono aspetti del Bene comune
che sono prodotti dalla Società Politica verso cui lo Stato può fare alcune
cose e non tutto. Lo Stato se non è "pienamente democratico",
invece di vedere il bene del cittadino, cioè se non è controllato dal basso
vede soltanto la propria perpetuazione, cioè vede nella propria
autoconservazione lo scopo più alto.
La
società politica italiana ha scelto la democrazia ed ha stabilito
di reggersi con forma repubblicana e costituirsi in Stato retto da norme
costituzionali, cioè lo Stato ha radici nella società politica e il vettore Autorità parte dal basso e va in alto,
cioè l'Autorità risiede nel popolo
che ne mantiene il diritto e ne dà il diritto a un cero numero di persone, cioè
il popolo si mantiene il diritto all'autogoverno che rimane nell'insieme dei
cittadini che attribuiscono per "cinque anni" l'esercizio del diritto
ai loro delegati parlamentari che sono vicari del popolo, cioè sono investiti
di autorità in modo limitato ed esercitano l'autorità in nome del popolo. L'Autorità
(governo, parlamento, magistratura) è partecipata, esiste nel popolo e ne rende
il popolo partecipe.
La gestione dello Stato va vista come maggiore capacità della
società politica di esprimersi nello Stato. Occorre controllare lo Stato non per falso liberismo che vuole
privatizzare tutto. Si tratta di evitare
di andare verso una società commerciale sotto la pressione del mercato mondiale
e mantenere fermamente l'idea di Stato "democratico". C'è oggi
l'esigenza di migliorare l'organizzazione economica mondiale che oggi è
scompensata per il movimento dei capitali che appartengono a pochi Paesi.
Il controllo dal basso verso l'alto dell'Autorità politica è oggi
un problema perché chi è investito di
potere tenta a sfuggire il controllo, ad evitare la trasparenza per cui è
necessario "rendere popolari
le scelte giuste".
Si vuole unire l'anima liberale riformista e l'anima sociale e
solidarista del Paese. Si parla di democrazia libera o liberal democrazia. Una
cosa è DEMOCRAZIA e una cosa è
liberal democrazia. Il liberalismo mira al bilanciamento dei poteri e la
democrazia è intesa come governo dal basso del popolo. Unendo i due concetti di
liberalismo e di democrazia si intende parlare di LIBERAL DEMOCRAZIA. Per la liberal democrazia c'è il criterio
dell'indifferenza nei confronti della religione, cioè l'idea di religione è
fatto privato della coscienza nei confronti di cui vige la libertà, cioè
neutralità, indifferenza di fronte alle posizioni religiose universalistiche.
Oggi si dice che "viviamo
in società liberale e democratica".
Per
i padri fondatori del liberalismo occorreva il bilanciamento
dei poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) e c'era intuizione di moderato
pessimismo sulla natura umana per il fatto che l'uomo cerca di abusare del
potere. C'era anche l'intuizione dell'idea di libertà sotto la legge, cioè
la libertà deve essere regolata dalla Legge.
Nella società tra individuo e Stato vi sono varie formazioni come
la famiglia, i raggruppamenti professionali e i sindacati. Nel pensiero repubblicano democratico si da rilievo alle virtù civiche e alla partecipazione sociale, ma nel pensiero liberale si da risalto
alla "libertà da", cioè
libertà da intrusione nel mio spazio privato ed è meno sentita "libertà per" fare qualcosa. Nella
piazza pubblica, i cittadini, avendo codici di riferimento morale diversi non
riescono a mettersi d'accordo su cose fondamentali e ricorrono a procedure.
cioè a "regole del gioco". Le regole stabiliscono a chi tocca
prendere le decisioni ma non stabiliscono il contenuto. Nelle società
democratiche libere c'è la tendenza di riportare i valori nel privato perché
non si trova la regola.
Nelle liberal democrazie (LIB-LAB = LIBERAL LABOR), come
"miscela di liberalismo e socialismo" occorre superare i meccanismi
impersonali per dare spazio alle formazioni sociali intermedie tra lo Stato e
il Mercato, cioè occorre dare maggiore attenzione ai cittadini che devono
affrontare la crisi sociale e finanziaria in un periodo di recessione che
investe molti Paesi europei.
“Da noi la crisi generale con cui da
quattro anni ci si confronta su scala mondiale – ha detto Giorgio Napolitano – si è tradotta in crisi di
aziende medie e grandi. Per effetto di tutto ciò, e per il peso delle imposte
da pagare, per l’aumento del costo di beni primari e servizi essenziali,
dobbiamo parlare di una vera e propria “questione sociale” da porre al centro
dell’attenzione e dell’azione pubblica. La politica, soprattutto, non può
affermare il suo ruolo se le manca la capacità di condivisione umana e morale
per le situazioni gravi di persone e di famiglie che bisogna sentire nel
profondo della nostra coscienza e di cui ci si deve fare e mostrare umanamente
partecipi”.
L'azione morale di ogni
persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire sociale
attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali
intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le
regioni, lo stato e la comunità di un popolo. Si tratta di vivere insieme agli altri e di esprimere la propria libertà per un
interesse comune in rapporto alla parte di benessere che si può trarre, cioè di
esprimere il proprio essere politico, inteso come inclinazione a vivere in
società. Questo bisogno di ogni uomo e donna scaturisce dalla “necessità di aprirsi alle comunicazioni
della conoscenza e dei rapporti di amicizia” che esigono di relazionarsi
con gli altri.
La società civile è una
società di persone e l'unità sociale è la persona umana. La sua dignità si
promuove soprattutto con la cura della famiglia naturale, considerata cellula
vitale di ogni società civile. Questa espressione originaria della socialità
umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto
economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la
costituzione di una società “a misura di
famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i
suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle forze politiche.
La persona al centro perché l'essere umano non è un'isola, ma vive in una
comunità per il suo carattere sociale. Ferma e indelebile la convinzione che la
famiglia, fondata liberamente sul matrimonio tra un uomo e una donna è la prima
società naturale che ha la priorità sulla società civile e sullo Stato. Si
tratta di tutelare la famiglia attraverso il salario familiare e una riforma
fiscale che tenga conto dei componenti del nucleo familiare. Tutti noi pensiamo
che sia necessario valorizzare la libertà dei genitori per l'istruzione dei
propri figli e l'impegno e prevenire a livello sociale i comportamenti a rischio
(droga, alcolismo...).
La famiglia italiana di oggi deve affrontare l’attuale crisi
finanziaria, economica e valoriale. Si tratta di recuperare “le radici della
crescita delle Regioni per promuovere le loro qualità produttive che fanno
vincere le sfide della globalizzazione. Milioni di Italiani vivono, secondo le
recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al
mese). La crescita degli indigenti evidenzia una forte disuguaglianza tra
ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La razionalizzazione
morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la
reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche
al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell'amore
civico.
L'attività politica deve basarsi sui
bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale,
dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella
comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi. La forza della
società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie dei
cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con amicizia.
I componenti di Scelta Civica intendono creare una nuova forza che dia “centralità
all'interesse generale nell’azione politica e speranza di crescita
ad un Paese disilluso”.
Si auspica un centro politico popolare, europeista, liberale e
riformatore che possa rappresenterà il partito della nazione distinto
dal populismo demagogico e dal particolarismo territoriale degli interessi
localistici
Le
riforme dovranno mirare a rendere possibile una vita quotidiana più umana per
milioni di disoccupati con leggi e norme che migliorino il rispetto della
persona umana, della famiglia del lavoro con l'applicazione del principio di
solidarietà e sussidiarietà.
L’esortazione
è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si
realizza liberamente, cioè una società fondata sul progresso della vita e sulla forza
della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell’uomo esistenziale dal suo
concepimento fino alla sua morte naturale. L’appello
alla libertà della persona umana è essenziale perché ogni essere umano, donna
o uomo, possa impegnarsi ed essere protagonista in una società aperta al
progresso di tutto il popolo. Si tratta di porre la libertà al centro della
storia perché possa essere apertura di senso del futuro di una nazione,
Francesco Liparulo - Venezia
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