lunedì 25 aprile 2011

La questione del voto politico

LA DEMOCRAZIA MIGLIORA
CON VERA RAPPRESENTANZA
Ci si domanda come è possibile una comunità civile di fronte alla situazione del mondo presente con tutte le minacce di degradazione e distruzione.
Il male sembra ingigantire e trionfare agli occhi di tutti di fronte alle atrocità che appaiono sugli schermi televisivi.
Uno stato di pace sociale non dipende solo dagli accordi politici, economici, finanziari conclusi dagli esponenti della maggioranza parlamentare, ma dipenderà anche dall’adesione profonda della coscienza di tutti i parlamentari e dalla coerenza delle loro azioni.
La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società; questa è costituita dall’azione delle persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come dono di sé al servizio degli altri, che scaturisce dal profondo del loro cuore.
Solo la buona volontà e una relazione di rispetto e di carità da persona a persona e tra persona e comunità può dare al corpo politico un carattere umano.
La carità, intesa come dono di sé gratuito, permette la coesistenza e il dialogo delle persone che creano una comunità civile che si conserva nel tempo, perché “la giustizia, l’amicizia civica e la fede nell’uomo costituiscono la forza che la fanno vivere”.
L’accostamento tra le persone deve esprimersi in una “cooperazione per cose concrete e determinate” a beneficio di tutti, senza alcuna distinzione che crei ingiustizie e soprusi.
Si auspica una società fondata sul rispetto dell'uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla “fede nel progresso interno della vita e della storia” del popolo italiano, sulla forza della sua libertà e sul sacrificio di tutti i suoi martiri che hanno donato il sangue per la loro patria.
Gli elettori sono oggi di fronte al “male” del politico rappresentato dal democraticismo strisciante: le maggioranze parlamentari manifestano prevaricazione nelle decisioni delle Camere.
Il “mito del governo del popolo” con il continuo richiamo al “dogma” della sua sovranità, alla sua “volontà” o all’applicazione della “legge del numero” soffocano la democrazia.
La società politica necessita di rappresentanti non violenti che cercano di dare un senso all’esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell’ambito di una comunità civile.
L'azione dell'eletto dal popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio.
Gli eletti devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e autonoma rappresentanza democratica.
Si rivendica una discussione dentro il parlamento per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi dell’immigrazione, quelli legati alla perdita dei posti di lavoro, quelli del precariato giovanile sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo.
I politici dovrebbero essere capaci di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, garanti della legalità e dei diritti civili, cioè devono essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise.

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