mercoledì 27 aprile 2011

Forza propulsiva dello sviluppo sociale

NUOVA RESPONSABILITÀ
PER TUTTI GLI ITALIANI

“L’Italia ha bisogno di un nuovo senso di responsabilità - afferma Giorgio Napolitano nella cerimonia per il 66° anniversario per la Liberazione - e una rinnovata capacità di coesione, nel libero confronto delle posizioni e delle idee. È nell’interesse comune che le esigenze della competizione in vista del voto non facciano prevalere una logica di acceso e cieco scontro”.
Nella vita sociale vi è sempre uno stato di tensione e di conflitto perché vi è una tendenza naturale ad assoggettare la persona, a diminuirla considerandola un semplice individuo materiale. Questo conflitto è naturale e inevitabile per cui richiede una soluzione dinamica perché la società si evolve nel tempo sotto la spinta delle energie dello spirito e della libertà. Questa spinta tende a realizzare nella vita sociale l’aspirazione dell’uomo a essere trattato come persona.
L'aspirazione del cittadino ad una vera crescita umana è espressione della sua libertà di autonomia che è piena autosufficienza della sua persona. Questo è un ideale che può essere attuato con “riforme che devono essere fatte senza mettere in forse – sostiene il Presidente della Repubblica - quei principi, quella sintesi di diritti e di libertà, dei diritti e dei doveri civili, sociali e politici che la Costituzione ha sancito nella prima parte”.
La soggettività della persona esige le comunicazioni dell'intelligenza e dell'amore, cioè domanda di comunicare con gli altri nell’ordine della conoscenza e dell’amore. Il dialogo nasce dalla ricerca della verità.
“La verità – scrive Benedetto XVI nella lettera enciclica "Caritas in Veritate " – fa uscire gli uomini dalle opinioni e dalle sensazioni soggettive e consente loro di portarsi al di là delle determinazioni culturali e storiche e di incontrarsi nella valutazione del valore e della sostanza delle cose. Accanto al bene individuale c’è un bene legato al vivere sociale delle persone che è il bene comune. È il bene di quel “noi-tutti”, formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale. Volere il bene comune e adoperarsi per esso è esigenza di giustizia e di amore”.
La società civile esige la costruzione di una civiltà in cui possa realizzarsi quello che importa di più al cittadino, cioè la realizzazione del suo essere una persona. Occorre che la società abbia un’anima fatta di buona volontà, di relazione, di rispetto e di amore da persona a persona. Si tratta di costruire una società il cui centro non è l’individuo ma la persona che si realizza liberamente nella comunità civile.
L’idea dinamica in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana.
L'appello alla libertà deve impegnare ogni uomo o donna a farsi protagonista, ponendo la libertà al centro della vita quotidiana come apertura di fini e di senso del futuro degli Italiani.
La libertà è anche quella di far valere il principio di sussidiarietà che deve spronare i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire soltanto quando essi non possono raggiungere con le loro forze e istituzioni i beni e servizi di cui necessitano per il loro benessere.
Ogni testimone del popolo deve sentire come sua missione il richiamo alla libertà e al benessere sociale con un proprio operato. La sua attività politica deve essere partecipazione alla costruzione di un Paese dove nessuno deve sentirsi cittadino di serie B, cioè una comunità dove ciascuno possa seguire la propria vocazione, possa realizzarsi e dare il meglio di sé, dove il cittadino non è espropriato di ciò che è riuscito a realizzare attraverso il lavoro e i sacrifici di una vita.
Si tratta di ottenere uno Stato dove ciascuno possa tenere aperta la porta alla speranza di un futuro sempre migliore.
Occorre essere accomunati nella stessa visione di libertà, di democrazia, di patria, di persona, di famiglia, di lavoro e di impresa. Nella realizzazione di Paese in cui i partiti si confrontano sulla base di valori condivisi da tutti i cittadini.
Il Partito della nazione deve essere in grado di proporre agli Italiani una società fondata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà, cioè una comunità civile basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli.
Si tratta di proporre una “Patria” in cui gli Italiani si riconoscano e che tutti amino come casa comune, senza distinzioni. Il problema è il futuro degli Italiani, cioè se la società civile conserverà i valori cristiani, tramandati attraverso le generazioni.
Le basi della nostra nazione, come entità permanente, sono le regole immutabili della legge naturale, la continuità culturale, la tradizione, la consapevolezza storica, l’amore della patria. A questi valori sono ancorati i cuori di tutti gli uomini e le donne.
La vita sociale richiede che la famiglia abbia un ruolo pubblico nella società perché è il perno di giunzione essenziale tra la persona, la società e lo Stato. Il suo carattere originario, antecedente allo Stato, richiede la promozione della sua funzione da parte delle Istituzioni governative.
Prima dell’impegno per i diritti dell’uomo c’è quello per il diritto ad essere uomini, cioè ad essere considerate persone che tendono a conquistare la piena autosufficienza nella comunicazione e nell’amicizia con le altre persone.
Senza il collegamento ai valori della vita, gli stessi diritti dell’uomo perdono il loro vigore, cioè divengono “semplici enunciati” che possono essere revocati in qualsiasi momento.

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