SOSTEGNO
DEI FINANZIAMENTI ALLE IMPRESE
PER
SUPERARE LA CRISI ECONOMICA E SOCIALE
"I primi e incerti segnali di ripresa -
ha detto Giorgio Napolitano - devono
indurre a rafforzare tutte le azioni di sostegno all'economia, in uno
sforzo generale al quale non può mancare l'apporto del sistema bancario e
finanziario con un adeguato sostegno dei finanziamenti alle imprese.
Da noi la crisi generale con cui da quattro anni ci si confronta su scala mondiale si è tradotta in crisi di aziende medie e grandi. Per effetto di tutto ciò, e per il peso delle imposte da pagare, per l’aumento del costo di beni primari e servizi essenziali, dobbiamo parlare di una vera e propria “questione sociale” da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica. La politica, soprattutto, non può affermare il suo ruolo se le manca la capacità di condivisione umana e morale per le situazioni gravi di persone e di famiglie che bisogna sentire nel profondo della nostra coscienza e di cui ci si deve fare e mostrare umanamente partecipi".
Da noi la crisi generale con cui da quattro anni ci si confronta su scala mondiale si è tradotta in crisi di aziende medie e grandi. Per effetto di tutto ciò, e per il peso delle imposte da pagare, per l’aumento del costo di beni primari e servizi essenziali, dobbiamo parlare di una vera e propria “questione sociale” da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica. La politica, soprattutto, non può affermare il suo ruolo se le manca la capacità di condivisione umana e morale per le situazioni gravi di persone e di famiglie che bisogna sentire nel profondo della nostra coscienza e di cui ci si deve fare e mostrare umanamente partecipi".
"A partire dalla
primavera del 2012 - ha scritto in una nota su Facebook Mario Monti - il Pdl
e il Pd, per favorire le categorie economiche e sociali a loro
rispettivamente vicine, hanno attenuato e ritardato sia le riforme
strutturali sia i tagli alla spesa pubblica proposti dal
"Governo di impegno nazionale". Così facendo, hanno ritardato
ulteriormente la ripresa dell'economia italiana in una situazione dell'economia
europea già non favorevole".
Nella società politica
sono ancora presenti le "male bestie" indicate da
Luigi Sturzo, cioè lo statalismo che è contro la libertà, la partitocrazia che
è contro l'uguaglianza, l'abuso del denaro pubblico che è contro la giustizia. La morale non può essere disconosciuta da
chi governa, cioè l'etica deve stare dentro la politica, perché l'etica
sociale è l'anima della politica che permette al popolo di respirare e di
esistere secondo una "vita buona" per tutti.
"In un periodo di perdurante crisi economica
e sociale - ha affermato Raffaele Squitieri, presidente f.f. della Corte
dei conti – forte è l’esigenza di un
radicale ripensamento delle politiche pubbliche: dalla revisione della
spesa pubblica all’eliminazione degli sprechi, dal potenziamento dei controlli
alla semplificazione di norme e procedure, alla prevenzione e alla lotta alla
corruzione. Una congiuntura economica negativa
come l’attuale, i fenomeni diffusi di corruzione, al di là della gravissima
compromissione dei valori etici, comportano anche pesanti conseguenze
economiche. La corruzione, infatti, non
solo riduce la qualità dei servizi, incide sulle entrate fiscali, aumenta l’ingiustizia
sociale e la povertà, ma anche la sua semplice percezione basta a
costituire un ostacolo alla crescita, in quanto scoraggia gli investimenti. La
lotta alla corruzione e alla cattiva gestione, pertanto, costituiscono per il
nostro Paese obiettivi primari ed irrinunciabili".
Globalizzazione, crisi finanziaria, produttiva e sociale hanno alimentato
paure e rabbia nel popolo chiamato a fare sacrifici e a sopportare un rigore
fiscale per sostenere il debito pubblico che costa “più di 85 miliardi di euro
all’anno” di solo interessi. Si migliorano i bilanci pubblici e si riempiono i
forzieri delle banche, ma l'ossigeno vitale non arriva alle famiglie che vedono
gli imprenditori disperati senza il sostegno del credito e i lavoratori senza
un reddito. I nuclei familiari più
deboli sono quelli monoreddito che hanno visto anche perdere il loro potere di
acquisto. Negli ultimi 4 anni i nuovi poveri sono aumentati del 14%,
percentuale che nel Sud (secondo la Caritas) arriva al 74%. 5 milioni di cittadini italiani sono
diventati poveri assoluti.
I valori fondamentali
della società civile (la persona umana, la
famiglia, la sussidiarietà, la solidarietà) passano in secondo luogo nel
sistema Stato – mercato che impone le proprie concezioni individualistiche
nell’attuale mondo globalizzato, dove le regole del mercato non tengono conto
della dignità della persona umana. Allarmano
i dati sull'occupazione relativi ai giovani tra i 15 e i 29 anni. Quasi 2
milioni di giovani fuori ogni tipo di occupazione. "Il lavoro non deve essere un privilegio - ha detto il
Presidente della Repubblica - ma una normale condizione, soprattutto per i più
giovani".
"Uno sforzo aggiuntivo per il credito
alle imprese - ha chiesto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria - perché
l’Italia non riesce più a sostenere i
limiti di spesa imposti in un momento di recessione. Il principio di
risparmio, imposto dai governi negli ultimi anni nel pubblico e nel
privato, ha aggravato la crisi e non ha dato soluzioni alla disoccupazione.
Le banche hanno già ricevuto un grande sostegno con tassi agevolati dalla Banca
centrale europea ma non sostengono il loro ruolo che è quello di "aiutare
le famiglie e l'impresa in difficoltà. Ci
vuole più coraggio, perché mantenendo
lo status quo, anche se ci sono passi nella direzione giusta, che possiamo
valutare positivamente, non cambiano
l'andamento dell'economia né il futuro del Paese".
L'ossigeno vitale non arriva a
chi è impegnato nella produttività del Paese, cioè i lavoratori si trovano
ad affrontare una disoccupazione che diventa sempre più insostenibile e le
banche continuano a non agevolare il credito a chi fa impresa e genera
produttività e lavoro.
Il “Governo Monti” ha fatto la sua parte, mettendo a
posto la finanza pubblica, promuovendo le riforme del lavoro e delle pensioni, ma
ora tocca risolvere la grande questione sociale della disoccupazione.
"È giunto il momento di affrontare
il tassello fondamentale della produttività del lavoro, abbattendo quello
"spread" tra le imprese italiane e i loro concorrenti europei".
Per il Presidente della Repubblica Italiana, c’è una “drammatica perdita
dei posti di lavoro”: tre milioni alla ricerca di un lavoro. L’Italia è al
terzo posto dopo la Grecia e la Spagna.
Jacopo Morelli, presidente dei Giovani industriali, ha affermato: "Gli
Italiani hanno già dato una grande prova di responsabilità,
accettando misure drastiche e impopolari. Se questo è vero, c'è anche un
dovere morale da parte del governo di ridare subito fiducia al Paese, abbassando
in maniera sostanziale la pressione fiscale su chi lavora e sulle
imprese che investono". Per Morelli occorre “creare nuove occasioni di lavoro e dare ossigeno alle aziende,
per esprimere ogni potenziale al meglio”.
La politica dovrebbe
essere capace di dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e
delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti civili, cioè deve
essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise. La
politica sarà considerata giusta se realizza il compimento del bene comune,
cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per “un’esistenza buona”
del cittadino.
Il compito delle persone
investite di potere politico è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata convivenza
sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano trascorrere una
vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i diritti
fondamentali che appartengono alla persona. Fondamentale fra tutti è il diritto
al lavoro per chi presta la sua opera per il bene proprio e della sua famiglia. La società politica necessita di uomini e
donne che possano dare un senso all'esistenza concreta del cittadino che è
soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell'ambito di una comunità
civile. L'attuale crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra
ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
Si tratta di realizzare
un “Programma di cose concrete” miranti ad attuare un piano straordinario
per l’occupazione giovanile, a
promuovere un piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale, a
garantire il libero accesso alla Sanità, a sostenere le imprese agricole
tutelando il “made in Italy”, a
sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, ad accrescere
gli investimenti nella ricerca, ridurre
la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole
del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e
culturale.
Gli uomini in grado di guidare
una coalizione di forze responsabili per una "politica necessaria"
sono Mario Monti e i componenti di Scelta Civica. Si tratta di politici in
grado di stimolare nel "Governo Letta" un'economia che
arreca sviluppo e crea il bene comune che possa riversarsi su tutti i
cittadini.
Si tratta di affrontare
con trasparenza le patologie politiche, la diffusione del crimine, la
droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della
famiglia a se stessa. I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi
e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la
nostra società civile.
Coloro che vogliono il
"Bene comune dell'Italia" sono chiamati a "mantenere
desta la sensibilità" per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo,
di fronte "all'attrattiva dell'utilità individualistica" a danno
delle persone che costituiscono la comunità civile.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.
Non è un partito che fa l'Italia giusta, ma la scelta oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie politiche” della città. Aumentano gli elettori che vedono in Monti l'uomo giusto perché ha già saputo portare l’Italia lontano dal baratro, dal fallimento dello Stato ed è in grado di dare speranza agli Italiani “illusi” per tanti anni da rappresentanti politici che hanno permesso fenomeni di degrado del costume, di scivolamento nell'illegalità, provocando un “fuorviante rifiuto della politica”.
Il popolo sa distinguere il bene dal male, cioè ciò che è giusto e ingiusto per l'Italia. La soluzione per governare oggi il Paese è sostenere il movimento Scelta Civica e il senatore Mario Monti, considerato “punta di diamante” per scalfire e infrangere la barriera della recessione. I cittadini non vogliono demagoghi e imbonitori del popolo, ma chi ha saputo ridare credibilità all’Italia nell’ambito europeo, cioè chi ha esperienza di saper affrontare i problemi imposti dalla globalizzazione dei mercati finanziari e commerciali e possiede la capacità responsabile di risolvere la questione sociale italiana.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.
Non è un partito che fa l'Italia giusta, ma la scelta oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie politiche” della città. Aumentano gli elettori che vedono in Monti l'uomo giusto perché ha già saputo portare l’Italia lontano dal baratro, dal fallimento dello Stato ed è in grado di dare speranza agli Italiani “illusi” per tanti anni da rappresentanti politici che hanno permesso fenomeni di degrado del costume, di scivolamento nell'illegalità, provocando un “fuorviante rifiuto della politica”.
Il popolo sa distinguere il bene dal male, cioè ciò che è giusto e ingiusto per l'Italia. La soluzione per governare oggi il Paese è sostenere il movimento Scelta Civica e il senatore Mario Monti, considerato “punta di diamante” per scalfire e infrangere la barriera della recessione. I cittadini non vogliono demagoghi e imbonitori del popolo, ma chi ha saputo ridare credibilità all’Italia nell’ambito europeo, cioè chi ha esperienza di saper affrontare i problemi imposti dalla globalizzazione dei mercati finanziari e commerciali e possiede la capacità responsabile di risolvere la questione sociale italiana.
Scelta civica è in grado di proporre
agli Italiani una società fondata sulla libertà e sullo sviluppo economico con
le sue "nove proposte programmatiche prioritarie". La politica
funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha nella ricerca del suo
appagamento. Il suo fine più profondo quando la società matura sul
piano etico. Etica intesa come respiro complessivo di un popolo, come
etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti sociali.
Occorre "eliminare gli sprechi
e chiudere le falle nelle amministrazioni pubbliche, togliere sabbia dagli
ingranaggi del proprio tessuto produttivo e valorizzare le proprie eccellenze ".
La politica economica
non deve essere basata su continue tasse. Nella riforma tributaria bisogna
porre al centro la famiglia per una "società a misura di famiglia".
Sì al risanamento finanziario e alla crescita tenendo conto che bisogna
dare risposte ai giovani ed eliminare la disoccupazione per garantire
"l'equilibrio democratico e la convivenza civile".
Sì a Monti e a Scelta Civica per una Patria nella
quale tutti gli Italiani si riconoscono.
Francesco Liparulo - Venezia
Francesco Liparulo - Venezia