IL CAMMINO È STATO SEGNATO DA MONTI
RICOSTRUIRE UNA SOCIETÀ SFIDUCIATA
“Supereremo questa grave crisi economica e finanziaria – ha detto
Giorgio Napolitano – e si dovranno trovare le condizioni per mettere a
frutto il lavoro del Governo Monti le cui decisioni hanno segnato il
cammino dal quale l’Italia non potrà discostarsi. Si troveranno le soluzioni
per governare stabilmente il Paese".
"Letta - ha detto Mario Monti - non
faccia lo smidollato in balìa delle
pressioni dell'una o dell'altra parte e tenga la spina dorsale dritta. Gli
Italiani, credo anche milioni di elettori del Pdl, non vogliono una crisi
pericolosissima che rischia di travolgere i buoni risultati di tanti sacrifici
che loro hanno fatto. Scelta civica si
sente impegnata nel faticoso ma appassionante compito di fornire all'opinione pubblica
e agli elettori uno strumento per affermare una presenza politica ancorata allo
stato di diritto, all'Europa, e alle tradizioni liberal democratiche e popolari
che contraddistinguono la dialettica democratica dei principali paesi
dell'Unione europea. Gli Italiani che hanno già guardato a noi troveranno un
punto di riferimento ispirato alla serietà, alle riforme rigorose e all'Europa".
C'è ancora recessione in Italia: Il Prodotto interno lordo nell'area della moneta unica è cresciuto dello 0,3% trimestrale nel periodo aprile-giugno, ma l'Italia resta allo -0,2%. Il Tesoro si appresta a peggiorare le stime per il Pil del 2013 mentre conferma il ritorno alla crescita per l'anno prossimo.
Si invita il governo a "procedere con decisione e tempestività nelle misure già adottate" per la ripresa dell'economia. Un ritorno alla crescita contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia".
Si invita il governo a "procedere con decisione e tempestività nelle misure già adottate" per la ripresa dell'economia. Un ritorno alla crescita contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia".
In un mondo sempre più connesso, il commercio è globalizzato con
investimenti e reti di produzione che uniscono tutti I Paesi in grado di
produrre beni e servizi competitivi. Si produce dove è più conveniente. L'Italia
non è più competitiva per la mancanza di leggi e regole idonee a far
fronte alle sfide del mondo globalizzato. Negli ultimi anni l’economia mondiale
e la politica mondiale sono cambiate. Gli Stati Uniti d'America e l'Europa
hanno perso i loro primati con la “crescita di produttività” di
Cina, India e di altri “mercati emergenti” tra cui Brasile e
Russia che sono in grado di attrarre i capitali per le loro produzioni
industriali e per la fornitura di energie. I costi di trasporto
intercontinentali sono stati ridotti e si produce dove il costo della mano
d'opera è di gran lunga inferiore rispetto a quello dell’Occidente. Beni
che una volta erano prodotti negli USA o in Europa ora sono fabbricati in Paesi
che, pur essendo considerati in via di sviluppo, hanno un prodotto interno
lordo che cresce più del 7%.
"Siamo chiamati - ha detto Lorenzo
Dellai, capogruppo alla Camera di Scelta Civica - a fare un passo avanti, da
una dimensione civica a una più politica, e non caricherei troppo le questioni
della famiglia europea da scegliere o delle alleanze da stringere: qui si
tratta di capire cosa vogliamo fare noi, di alzare lo sguardo, essere più
ambiziosi".
Qual è il problema?
L'austerità fiscale, attuata negli ultimi anni dai governi, non
ha aiutato l'economia perché non è stata congiunta con investimenti per la
crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più
deboli" degli Italiani. “La creazione di occupazione è una sfida per tutti
i Paesi – ha detto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – e tocca al
settore privato creare lavoro economicamente e socialmente sensibile, mentre ai
governi tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili, un clima favorevole
per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione
bilanciata del mercato del lavoro”.
Occorre affrontare un mondo globalizzato per la soluzione dei nuovi problemi,
sorti con la radicalizzazione del multiculturalismo nello strato sociale del
popolo italiano che estirpa i valori esistenziali del mondo civile. Si
avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il
dilagare di un potere che non tiene conto della dignità della persona umana e
dei suoi bisogni essenziali.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e
sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà,
agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle
organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel
tempo. Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società
attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che
sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà,
economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle
famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle
prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale,
costituita dall’aumento di ricchezza per pochi e dall’indebitamento crescente
per molti. Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi
investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al
centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli
immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui
centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul
progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la
dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte
naturale.
Le soluzioni già adottate dei problemi dell’attuale mondo economico
e finanziario globalizzato minano la concezione cristiana dell'uomo e del
suo destino, perché sono basate sull’idea che l’uomo non è il soggetto
delle attività umane, ma un oggetto manipolabile per qualsiasi scopo
utilitaristico e individualistico.
Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e
la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle
decisioni del mondo produttivo e finanziario. La necessità della ricchezza e la
competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell’uomo che è soggetto
e fine di ogni produzione e benessere sociale.
Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a
sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo
normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta
nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà
dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed
eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il
necessario per mantenere la famiglia.
La “cellula vitale” della società, la famiglia naturale, costituita
dall’amore di un uomo e una donna che attraverso la procreazione dei loro figli
tramandano i valori del loro popolo, è minacciata dalla pressione degli
interessi utilitaristici utilitaristici che non considerano il valore e la
dignità dell’essere umano. Questa espressione originaria della società umana
richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto
economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la
costituzione di una società “a misura di famiglia” può
garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni
devono essere al centro delle attenzioni delle Autorità politiche.
Si avverte la necessità di costruire un “Partito” di
ispirazione popolare, liberale, cristiana e sociale. La politica degli
interessi ha dimenticato i valori del popolo italiano. I partiti non sono
strutturati dal basso e non sono radicati sul territorio; questo denota
mancanza di democrazia. Si auspica la reintroduzione della preferenza nella
scheda elettorale. Le liste elettorali fatte a Roma non permettono di
risolvere i gravi problemi della crisi economico – finanziaria che crea
disoccupazione e toglie il reddito alle famiglie italiane. Nelle associazioni e
nelle piazze si grida che il popolo non è più disponibile a votare
per uomini e donne calati dall’alto.
La democrazia è un sistema politico in cui il popolo ha bisogno di testimoni
che gli insegnino ad essere autenticamente popolo. Il corpo politico
necessita di persone che mantengano la tensione morale nella comunità civile,
perché ha esigenza di ritrovare la propria identità attraverso l’azione di
politici che sappiano promuovere il benessere sociale per tutti. I valori
del popolo italiano tra cui in primo luogo quello della persona e
del lavoro devono essere difesi per conservare la nostra identità.
La globalizzazione si
governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità
che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le
prossime generazioni. Soltanto l'intervento dello Stato può compendiare
l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i capitali con una
giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale per promuovere
occupazione e progresso per tutta la cittadinanza, cioè attuare un'economia
sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
Francesco Liparulo -
Venezia
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