MARIO MONTI A CAORLE:
"CAMBIAMO L'ITALIA"
La città di Caorle (VE) dal 13 al 15 settembre 2013 ospita la "Festa nazionale di Scelta Civica".
"Si
ristabilisca la piena consapevolezza - ha detto Giorgio Napolitano - dei problemi da affrontare, delle
proposte in campo, e insieme piena consapevolezza delle difficoltà e potenzialità
che sono grandi e ci danno fiducia nel futuro. E quello dei prossimi cinque anni è un tempo congruo per intraprendere
cambiamenti e riforme di cui ha bisogno innegabile il nostro Paese per
posizionarsi con successo nell'Europa e nel mondo di domani. La recessione si
prolunga e pesa. Le tendenze
all'ulteriore aumento della disoccupazione ci allarmano. Categorica è
dunque la necessità di cogliere tutti gli spiragli compatibili col riequilibrio
finanziario per rilanciare crescita ed
occupazione".
Mario Monti durante il
suo governo ha messo a posto la finanza pubblica, promuovendo le riforme
del lavoro e delle pensioni. "Per risolvere i gravissimi problemi dell'Italia
- ha detto il senatore, leader di "Scelta Civica" - serve un consenso
piuttosto largo. Uno spirito di larga condivisione al progetto Paese sia una
cosa giusta ed efficace. Mi auguro una governabilità che faccia andare avanti
il Paese. Non collaboreremo mai a una maggioranza o a un governo che non fosse
molto orientato alle riforme, senza le quali i giovani italiani non troveranno
lavoro nei prossimi anni". La lista
civica di Monti è nata “come
iniziativa politica per far progredire l'Italia rispetto al bipolarismo che non
ha portato a niente di buono negli ultimi venti anni”.
La politica dovrebbe essere capace di dare risposte ai bisogni economici
dei lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti
civili, cioè deve essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e
condivise. La politica sarà considerata giusta
se realizza il compimento del bene comune, cioè se crea prosperità materiale
quale presupposto per “un’esistenza buona” del cittadino.
C'è l'esigenza, in questo momento di
recessione, di uno Stato che riconosca e sostenga le famiglie e le imprese
secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di energie singole e di organizzazioni sociali per creare
una comunità civile che si conserva nel tempo e non degeneri per “le patologie
politiche” presenti nella comunità.
Nel mondo del lavoro, anche nei settori in
forte sviluppo, conta la competizione e la produttività, cioè l’orientamento
culturale è favorevole sempre di più all’individualismo e al “privatismo”, a
scapito di coloro che hanno soltanto le proprie braccia per provvedere a se
stessi e alle proprie famiglie.
Lo Stato è il primo
responsabile di tutta la politica del lavoro, cioè è il datore di lavoro indiretto che
deve provvedere all’emanazione delle leggi che disciplinano il settore
lavorativo. Le attività delle società produttive, direttamente responsabili
perché determinano i contratti e i rapporti di lavoro, esigono una politica che
garantisca il rispetto degli inalienabili diritti delle persone.
La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un
Partito costituito da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e a
trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria in un momento
di profonda recessione per l’Italia. Il Governo Monti è riuscito a impedire
il tracollo dello Stato. Il passo restrittivo, imposto dai tecnici
per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiede un ulteriore passo
nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione per uscire dalla recessione.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e
sostenga” il cittadino secondo il principio della sussidiarietà,
agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle
organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel
tempo.
“Il compito di ristabilire un'Italia capace di crescere – ha detto
Mario Monti – è appena cominciato. Il futuro dell'Italia dipende dalla volontà riformatrice della politica in
Italia. La crisi sta imponendo un prezzo altissimo alle famiglie, ai giovani,
ai lavoratori, alle imprese”.
“Indispensabile l'impegno
comune - ha sostenuto il Capo dello Stato - per far fronte alla difficile
situazione economica e finanziaria”. Per il Presidente, la parola unità “si
sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. Sentirsi Italiani significa riconoscere
come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà”.
Qual è il problema?
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli
Italiani. “La creazione di occupazione è una sfida per tutti i Paesi – ha detto
Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – e tocca al settore privato
creare lavoro economicamente e socialmente sensibile, mentre ai governi
tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili, un clima favorevole
per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione
bilanciata del mercato del lavoro”.
Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta
ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità
della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia
sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla
crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di
stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale, costituita
dall’aumento di ricchezza per pochi e dall’indebitamento crescente per molti.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare
un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con
un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui
centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul
progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la
dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte
naturale.
Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a
sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo
normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta
nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante
e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando
le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per
mantenere la famiglia.
La “cellula vitale”
della società, la famiglia naturale, costituita dall’amore di un uomo e
una donna che attraverso la procreazione dei loro figli tramandano i valori del
loro popolo, è minacciata dalla pressione degli interessi utilitaristici che non considerano il valore e la dignità
dell’essere umano. Questa espressione originaria della società umana richiede
il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico,
istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di
una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle
derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al
centro delle attenzioni delle Autorità politiche.
Per Mario Monti, leader del movimento
"SC", il compito
dell'Associazione "sarà quello di rendere popolari le scelte giuste di cui
il Paese ha bisogno per uscire dalla
crisi e tornare a crescere. Un disegno di questo tipo è arduo, perché deve
saper unire l'anima liberale riformista
e l'anima sociale e solidarista del Paese, dando vita a quella economia
sociale di mercato che in Italia come in Europa deve saper riconciliare il
mercato e la socialità".
"La
storia italiana ci ricorda - ha detto il 13 luglio scorso alla Convention
di Roma Andrea Olivero, coordinatore politico nazionale di Scelta Civica - che
il Paese è cresciuto ogni qualvolta si
sono incontrate le tradizioni culturali da Einaudi a De Gasperi, da La Malfa a
Moro. Scelta Civica ha attivato grandi energie, visioni strategiche
derivanti dalla cultura del popolarismo
cattolico (democratico e sociale) e da quella liberale e liberal democratica. La sfida è quella di costruire un
movimento politico mettendo insieme, facendo sintesi della tradizione popolare
e della migliore tradizione liberale nel contesto in cui viviamo. La sfida può
essere vinta e sarà vinta con il concorso di tutti".
"Noi vogliamo essere un grande partito popolare - ha detto il 19 luglio a Padova
Lorenzo Dellai, capogruppo alla Camera di Scelta Civica, - perché abbiamo
un'anima e una vocazione autenticamente popolare e territoriale. Noi siamo
il partito delle realtà sociali, delle famiglie, dei movimenti, delle
associazioni e delle autonomie territoriali. Dobbiamo Parlare di più di
lavoro, di scuola, di servizi, di quello che interessa alla gente. E anche
tenere i conti in ordine perché questo è il mezzo per realizzare una politica
sociale e per il lavoro. Al Paese serve un'idea di coalizione che sappia
governare".
Si parla di sintesi della tradizione popolare e della migliore
tradizione liberale.
Lo Stato sarà "veramente liberale" quando non si limiterà a garantire formalmente la libertà di scelta ma
quando intervenendo attivamente provvederà a garantire a tutti la reale
possibilità della loro libertà.
Le tradizioni culturali del popolo italiano sono a favore della società in cui sono avvertiti come problemi nodali
quelli della giustizia sociale, del bene comune, dell'amicizia civica e
dell'interazione tra cittadini e tra cittadini e politici, cioè la comunicazione
nel vivere bene.
Monti ha esortato tutti i parlamentari e aderenti a "SC": “Non
si ceda alla tentazione del ‘richiamo della foresta’, tornando a
raggrupparsi con i propri simili. Sarebbe certo la via meno ardua, la più
rassicurante sul piano dell'identità di ciascuno, sarebbe una via sterile e non in linea con l'impegno
preso da chi ha deciso, liberamente, di battersi per il progetto di Scelta
Civica”.
"Dobbiamo radicarci nelle comunità territoriali - ha detto Andrea Olivero - esprimerne le potenzialità partecipative,
calarci nelle situazioni problematiche e governare tenendo conto in particolare
delle necessità di chi è più in difficoltà, a partire dai giovani senza
lavoro, le famiglie senza reddito, i migranti senza cittadinanza,
secondo la tradizione popolare".
Il movimento politico Scelta civica
vuole svolgere un'azione dinamica per riscattare le forme di vita
quotidiana con l'apertura del singolo cittadino all'altro, cioè all'apertura di
un mondo intersoggettivo, formando una coscienza collettiva e sociale
identificando i bisogni reali con i desideri umani. Al primo posto c'è la famiglia quale società naturale, luogo dello
sviluppo della persona e dell'incontro con l'altro dove amore significa dare e
ricevere e non vedere la famiglia solo come aspetto economico. La società
civile deve essere intesa come "dialogo e comunicazione della vita
buona".
Si tratta per la società
politica di sviluppare le condizioni d'ambiente che possano permettere
alla cittadinanza un grado di vita materiale, intellettuale e morale che ogni
persona vi si trovi aiutata positivamente nel raggiungimento della propria vita
di persona e della propria libertà spirituale, contro ogni forma di
individualismo o di autoritarismo, contro ogni forma di ingiustizia sociale. Si auspica uno stato sociale di giustizia,
d'amicizia civica e di prosperità che rende possibile a ogni uomo o donna
il compimento del suo destino, cioè una società dove si riconosce il diritto di
tutti i cittadini all'esistenza, al lavoro, all'accrescimento della vita di
persona.
La società civile non è composta solo di individui ma anche di società
particolari formate da individui, cioè società particolari con una loro
autonomia. Il pluralismo economico deve
rinnovare e promuovere l'economia delle famiglie e la proprietà familiare
utilizzando i vantaggi della meccanizzazione e della cooperazione.
Francesco Liparulo -
Venezia
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