domenica 29 settembre 2013

Il "ricatto del Pdl" impone altre maggioranze

IL GOVERNO NON ADEMPIE
A  PROMESSE  ELETTORALI
"Bisogna andare a delle soluzioni effettive - ha detto Giorgio Napolitano ad Enrico Letta, presidente del Consiglio dei Ministri, per le dimissioni dei ministri di Pdl - e anche per questo abbiamo bisogno che il Parlamento discuta e lavori, non che ogni tanto si sciolga. Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo ma abbiamo bisogno di una continuità nell'azione di governo, di decisioni e provvedimenti per risolvere i problemi del Paese. Le dimissioni dei parlamentari del Pdl sono un fatto inquietante".
"Il governo - ha esordito Mario Monti in un'intervista su La7 - non può diventare colui che adempie alle promesse elettorali dei partiti. L'aver eliminato l'Imu sulla prima casa al 100 per 100 dei contribuenti ha determinato un costo così grande che di fatto impedirà di non evitare l'aumento dell'Iva. E quindi si è voluto fare un ricatto al governo sull'Imu, se l'Iva aumenterà, dovrà criticare se stesso".
Sia a destra che a sinistra - ha esplicitato  Mario Mauro, senatore di Scelta civica e ministro della Difesa dell’esecutivo Letta - c’è chi sa avere un ruolo solo nello scontro. Chi nel Pdl ha coscienza di appartenere alla famiglia europea dei Popolari, e non dei populisti, si schieri con questo governo. Se qualcuno cercherà di far saltare il governo, io farò di tutto per trovare ancora una maggioranza: con quelle persone libere e consapevoli che la nostra Costituzione non prevede vincolo di mandato”.
Oggi occorre vincere il "dispotismo" delle maggioranze parlamentari che, imponendo la loro volontà, non tengono conto del continuo aumento del distacco tra le persone e lo Stato. La regola del numero alle Camere e lo “strapotere della maggioranza” soffoca la democrazia. La decisione politica dipende dal numero, cioè dalla volontà della maggioranza parlamentare. “Contiamo i voti e facciamo decidere ciò che la maggioranza decide”.
In democrazia esiste il partito maggiore. Si è convenuto che sia la maggioranza a formare il governo e prendere le decisioni. C’è riduzione tra principio di maggioranza e democrazia come se democrazia fosse determinata da principio di maggioranza. Si tratta di relativismo politico. Significa che tutte le decisioni sono possibili a condizione che rispettino la regola della maggioranza. La democrazia diventa semplicemente procedurale, cioè la democrazia diventa insieme di regole e procedure che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive e con quali procedure.
Questa concezione lascia impliciti i presupposti della democrazia, come governo dal basso a suffragio universale, lascia impliciti i valori e i fini ma lascia imprecisati i contenuti. Una democrazia procedurale è aperta ad ogni contenuto e comporta la neutralizzazione pubblica dei valori. C’è identità tra democrazia e metodo democratico. La democrazia procedurale entra in crisi quando nella società circolano tensioni che lacerano le coscienze delle persone. C’è controversia nella società civile. C’è il criterio che le questioni di valori siano portate in ambito privato e soltanto ciò che interessa è pubblicizzato. Gli interessi stanno in piazza ma i valori non possono entrarvi perché hanno “dignità”.
Dove ci sono gli interessi, si può trovare un punto di mediazione e dove sono in discussione i principi e i valori non c’è mediazione. Il valore morale non ha un punto medio. Nella società democratica libera c’è tendenza di riportare i valori nel privato perché non si trova la regola. Se bisogna decidere sui valori non si decide direttamente ma si trovano procedure neutrali dove non si decide sui contenuti ma si lascia alle procedure trovare soluzioni.
La democrazia procedurale della società pluralistica chiede alla legge civile di essere totalmente neutrale, cioè di dare spazio massimo alle leggi che permettono e spazio minimo alle leggi che tendono a vietare, in modo che ogni individuo possa scegliere ciò che sembra meglio.
Il voto di lista e la regola della maggioranza non permettono di tener conto dei valori della società civile e dei bisogni reali dei lavoratori. I cittadini non hanno più potere perché i loro rappresentanti politici vengono scelti dalle segreterie dei partiti. Le liste bloccate e i candidati disposti secondo un ordine non modificabile dagli elettori. Uomini e donne non fanno altro che votare il simbolo del partito senza potersi scegliere gli eletti. I prescelti non rappresentano gli interessi della popolazione. Nei partiti si decide secondo la regola della maggioranza.
Le opposizioni contestano le leggi approvate secondo la regola del numero.
L’idea di alcuni partiti di poter gestire la società politica in base a regole di procedura e di forma, senza tener conto dei valori sostanziali che animano le persone, rappresenta un utopismo che mira a manipolare le coscienze per fini utilitaristici.
Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo, cioè di garantire ad ogni uomo o donna l’accesso ai beni materiali, culturali, morali e spirituali che sono patrimonio di tutto il popolo.
L'imposizione della “volontà generale” della rappresentanza parlamentare di maggioranza crea distacco tra il popolo e lo Stato perché è solo un’autorità lontana dalle vere esigenze degli Italiani.
Si auspica un diverso rapporto tra individui e corpo politico, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
La società civile è tale se fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, se è ben salda sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e se si avvale della forza della libertà.
Valorizziamo quel che ci unisce come nazione - dice Giorgio Napolitano - e ci impegna come Stato unitario di fronte ai problemi e alle sfide che ci attendono”. L'attuale momento storico europeo è segnato dal dualismo Stato – mercato e dalla mescolanza di neoliberalismo e di socialismo democratico. Di fronte allo Stato e al mercato sta l’individuo, sottoposto alle decisioni del potere economico e del potere politico.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato. Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza. La libertà per ciascuno, di seguire qualsiasi codice di comportamento in base al fatto che non viene ritenuto possibile stabilire un ordinamento unitario di valori, impedisce la coesione nelle associazioni civili. Il riconoscimento eccessivo dato alle regole nei confronti dei contenuti, entra in crisi quando nelle società si neutralizzano i valori fondanti della vita civile. Le democrazie devono risolvere il problema della ridistribuzione dei beni per evitare la scissione dei legami sociali. Le "male bestie " di Sturzo sono ancora oggi lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico.
Il popolo è oggi di fronte a un nuovo “male” rappresentato dal "democraticismo strisciante": le maggioranze parlamentari manifestano prevaricazione nelle decisioni delle Camere. Il mito della democrazia con il continuo richiamo al “dogma” del “popolo sovrano”, alla sua “volontà” o alla continua determinazione della “legge del numerosoffocano la democrazia.
La società politica italiana ha scelto la democrazia, ha stabilito di reggersi con forma repubblicana e costituirsi in Stato, retto da norme costituzionali. Il popolo italiano, come società politica costituita, cioè come insieme di coscienze personali che, avendo una storia in comune attestata dall’unità del linguaggio, avendo scelto di vivere insieme con giustizia e cultura civica, ha deciso, dopo la Seconda guerra mondiale, di autogovernarsi.
La Costituzione è l'evento fondamentale di convivenza. I rappresentanti del popolo sono investiti di autorità in modo limitato e la esercitano in nome del popolo nella forma di potere esecutivo nel Governo, nella forma di potere legislativo nel Parlamento e nella forma giudiziaria nella Magistratura. Il popolo rende partecipi della sua autorità i suoi rappresentanti senza vincolo di mandato e questi non possono emettere leggi senza il consenso dei cittadini.
L'azione del rappresentante del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne.
La democrazia è un sistema politico in cui il popolo ha bisogno di testimoni che gli insegnino ad essere autenticamente popolo. Il corpo politico necessita persone che mantengano la tensione morale nella comunità civile, perché ha esigenza di ritrovare la propria identità attraverso l’azione di politici che sappiano promuovere il benessere sociale per tutti.
I valori cristiani del popolo italiano (dignità della persona umana, famiglia, solidarietà e sussidiarietà) sono indispensabili ad una valida democrazia perché promuovono un sentimento della vita, ancorato alla centralità dell’uomo, e permettono una convivenza ordinata e feconda. Le basi della nostra nazione, come entità permanente, sono le regole immutabili della legge naturale, insite in ogni uomo e donna, la continuità culturale, la tradizione, la consapevolezza storica, l'amore di patria.
A questi valori sono ancorati i cuori di tutti gli Italiani.
Francesco Liparulo - Venezia

mercoledì 25 settembre 2013

Scelta Civica è animata da vero senso civico

STABILITÀ DI GOVERNO  È  GARANZIA
DI  PROMOZIONE SOCIALE E POLITICA

"La stabilità di governo è preziosa - ha detto Mario Monti in una intervista su La7 - se serve a fare le cose giuste. Il governo non può diventare colui che adempie alle promesse elettorali dei partiti. È inaccettabile che il governo Letta possa accettare un Pdl che si presenta come la sentinella anti-tasse. Tutte le forze politiche debbono guardare agli interessi complessivi del Paese".  
 
Scelta Civica è un partito costituito da uomini e donne, animati da un profondo senso civico, che credono nella possibilità di una politica capace di dare risposte soprattutto ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la legalità e i diritti civili, cioè un partito che vuol essere vero motore di promozione sociale e politica. Si tratta di agire unendo spiritualità liberale e tradizione popolare italiana. Tra la libertà individuale autonoma e la gestione del bene e del giusto, la legge civile dovrebbe indirizzare a fare ciò che è giusto. La politica è considerata giusta se realizza il compimento del bene comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per “un’esistenza buona” del cittadino.

Si vuole porre al centro la persona perché è l'elemento che permette di utilizzare un linguaggio comune per la "vita buona" di tutti. Il problema è disporre di uomini e donne aperti alla mediazione, non rinunciatari sui valori fondamentali della vita e senza paura di cambiare ciò che non è più rispondente alla sensibilità ed ai bisogni dei cittadini. Si tratta di avere nel partito dei veri testimoni del popolo per promuovere la libertà, la laica autonomia delle Istituzioni Politiche e uno Stato di diritto nella forma democratica con la libera partecipazione dei cittadini alla politica.
Si vuole promuovere un'idea di territorialità imprescindibile da quella di un'Europa unita, come Europa dei popoli e di una sovranità nazionale.

L'azione morale di ogni persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire sociale attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le regioni, lo stato e la comunità di un popolo. Si tratta di vivere insieme agli altri e di esprimere la propria libertà per un interesse comune in rapporto alla parte di benessere che si può trarre, cioè di esprimere il proprio essere politico, inteso come inclinazione a vivere in società. Questo bisogno di ogni uomo e donna scaturisce dalla “necessità di aprirsi alle comunicazioni della conoscenza e dei rapporti di amicizia” che esigono di relazionarsi con gli altri.

La società civile è una società di persone e l'unità sociale è la persona umana. La sua dignità si promuove soprattutto con la cura della famiglia naturale, considerata cellula vitale di ogni società civile. Questa espressione originaria della socialità umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle forze politiche.

Il cittadino che aspira a fare politica deve essere fermamente convinto che si debbano difendere i diritti di ogni essere umano, indipendentemente dalla sua età, dal suo ceto sociale, dal colore della sua pelle, dal suo stato di salute. Si tratta di credere che la politica debba essere un servizio per la persona, che il valore del giusto o del non giusto debba dipendere soprattutto dal rispetto dei diritti naturali e che la procedura democratica debba dipendere dalla dignità della persona (bambino, adulto, anziano, diversamente abile).

La persona al centro perché l'essere umano non è un'isola, ma vive in una comunità per il suo carattere sociale. Ferma e indelebile la convinzione che la famiglia, fondata liberamente sul matrimonio tra un uomo e una donna è la prima società naturale che ha la priorità sulla società civile e sullo Stato. Si tratta di tutelare la famiglia attraverso il salario familiare e una riforma fiscale che tenga conto dei componenti del nucleo familiare. Tutti noi pensiamo che sia necessario valorizzare la libertà dei genitori per l'istruzione dei propri figli e l'impegno e prevenire a livello sociale i comportamenti a rischio (droga, alcolismo...).

La famiglia italiana di oggi deve affrontare l’attuale crisi finanziaria, economica e valoriale. Si tratta di recuperare “le radici della crescita delle Regioni per promuovere le loro qualità produttive che fanno vincere le sfide della globalizzazione. Milioni di Italiani vivono, secondo le recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al mese). La crescita degli indigenti evidenzia una forte disuguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.

La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell'amore civico.

L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale, dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi. La forza della società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie dei cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con amicizia.

La comunità politica esige la costruzione di una società in cui possa attuarsi quello che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione del suo essere una persona che comunica con gli altri per il suo bene materiale e spirituale e per costruire il bene comune della società civile. La politica aderente ai bisogni del cittadino è quella di riaffermare in ogni ambito della società che ogni uomo è portatore di diritti universalmente riconosciuti e inalienabili di fronte a qualsiasi esigenza contingente.

La società italiana potrà durare nel tempo se la libertà sociale è ben salda sulla giustizia e sul senso dell’amicizia civica. Il ruolo della giustizia è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone, cioè eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. L'amicizia conferisce dinamicità alle relazioni interpersonali perché infonde entusiasmo che spigiona le energie più profonde dell’animo umano.

La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società; questa è costituita dall’azione delle persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come dono di sé al servizio degli altri. L’accostamento tra le persone deve esprimersi in una “cooperazione per cose concrete e determinate” a beneficio di tutti, senza alcuna distinzione che crei ingiustizie e soprusi.

L'azione dell'eletto del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne. Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio. I rappresentanti del popolo devono essere in grado di mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena e autonoma rappresentanza democratica.

Si tratta di essere politicamente forti per i cittadini. La virtù della fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della società. Si tratta di essere saldi e stabili nell’adesione al bene comune che deve riversarsi su tutti i cittadini, cioè sostenere e affrontare con pazienza, sofferenza e generosità le ingiustizie politiche ed economiche. L’uso della forza spirituale è regola di condotta per coloro che vogliono vivere conformemente alla dignità della persona umana.

L'attività politica non deve essere fondata sull’odio, l’avidità, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio e l’astuzia. La “forza dell’amore” significa amare il proprio avversario politico ed essere umani nei suoi confronti, cioè essere aderenti alla verità della persona.

La politica della verità è basata sul coraggio personale e sulle energie di coloro che orientano la politica al suo vero fine, cioè aderire coscientemente con tutte le forze per l’affermazione della dignità di ogni uomo con spirito di carità. Questo modo di agire è politica di solidarietà e la comunità civile si mantiene tale se è coesa nell'amicizia fra tutti i cittadini.

L'impegno del politico in economia deve essere quello del Bene comune, cioè la realizzazione delle condizioni che assicurino un benessere socio economico per la promozione di un'esistenza di vita degna che vale la pena di essere vissuta pienamente in libertà, ritenendo che la tutela del diritto naturale alla proprietà privata è alla base dell'ordine sociale e morale. Il partito è coeso per l'applicazione del principio di sussidiarietà da parte dello Stato per valorizzare gli enti locali, le organizzazioni e le associazioni intermedie, l'iniziativa privata, la piccola e media impresa.

L'esponente di Scelta Civica si vuole impegnare affinché la persona umana sia il soggetto, il fine del lavoro e la misura della dignità del lavoro. A fondamento della sua attività c'è l'impegno per i più deboli e i diversamente abili. Il partito "SC" ha bisogno di persone che credono a un progetto per il Paese.

Si tratta di realizzare un “Programma di cose concrete” miranti ad attuare un piano straordinario per l'occupazione giovanile, salvaguardando “esodati” ed ultracinquantenni, promuovere un piano nazionale per la famiglia con più equità fiscale, garantire il libero accesso alla Sanità, sostenere le imprese agricole tutelando il “made in Italy”, sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, accrescere gli investimenti nella ricerca, ridurre la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le regole del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale.

Per governare il Paese e fare ciò che è giusto, occorre la scelta oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie politiche” della città.

Si tratta di costruire un "Partito di Grande Forza Politica“ i cui componenti sanno opporsi allo statalismo e alla demagogia, cioè uomini e donne, animati da uno spirito di servizio nei confronti della comunità civile, in grado di risolvere la questione sociale, cioè “il disagio della gente”, lo sconcerto delle famiglie e la rabbia dei giovani”. Si tratta di affrontare la “perfida crisi”, cioè eliminare “le crescenti differenze fra pochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri. Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.

Il valore del lavoro umano, che è tale perché caratteristica essenziale di ogni persona e bene fondante di ogni sviluppo sociale, non può essere calpestato per finalità non rispondenti ai veri bisogni primari dei cittadini. Il benessere materiale perde significato se non si dà importanza alla dignità del lavoro, cioè la società civile si disgrega e perde coesione se l’attività che genera ricchezza non è protetta da norme che assicurino l’esistenza del lavoratore e della sua famiglia.

L’attuale “Stato laico” non controbilancia la pressione competitiva dell’economia di mercato con l’azione dei pubblici poteri, cioè non assicura con il suo intervento diretto o mediato la dignità dei cittadini che lavorano.

Occorre vincere lo statalismo, la partitocrazia ed eliminare lo sperpero del denaro pubblico per il trionfo della giustizia sociale. Si tratta di raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il conseguimento della "vita buona" per tutti. L'azione del testimone del popolo non è semplice sopportazione, cioè non è calma imperturbabile, ma è provocazione che mira ad eliminare gli ostacoli della vita dei cittadini per la pace e la riconciliazione sociale.

La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un Partito di uomini seri, cioè un partito costituito da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e a trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria in un momento di profonda recessione per l’Italia. Il Governo Monti è riuscito a impedire il tracollo dello Stato, imponendo un regime di rigore alla spesa pubblica e maggiori tasse, con conseguenze inattese per le famiglie italiane costrette a far fronte alla crisi con l’indebitamento e l’impoverimento (5 milioni di famiglie stentano a vivere quotidianamente). Il passo restrittivo imposto dai tecnici del governo per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiede un ulteriore passo nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione per uscire dalla recessione.

L'Italia deve camminare con due gambe, cioè l'austerità fiscale deve congiungersi sussidiariamente con gli investimenti per la crescita economica. Al governo “tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili – ha detto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – con un clima favorevole per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata del mercato del lavoro”.

C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” il cittadino secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. Il governo deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia. Occorre dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.

La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni. Soltanto l'intervento dello Stato può compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale per promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza, cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
Francesco Liparulo - Venezia


giovedì 19 settembre 2013

La difesa dell'esistenza dei più deboli

 
Il pensiero cristiano eredita dall’antica Grecia la concezione dell’illiceità dell’aborto della vita umana del futuro nascituro. Per il greco Ippocrate del V° secolo avanti Cristo, padre della medicina, l’inizio della vita umana è nell’atto del concepimento. Aristotele, filosofo del IV° secolo avanti Cristo, considera illecito l’aborto nel momento in cui entra in funzione l’anima sensitiva, cioè al 40° giorno dal concepimento.
Le due tesi sono modificate alla luce della Rivelazione e della concezione cristiana dell’anima. L’indiscusso riconoscimento del valore della vita fin dai suoi inizi è confermato dalla Bibbia.
Nella Sacra Scrittura è comandato all’uomo di non uccidere. Questo precetto ha un forte contenuto negativo ed indica il confine estremo che non può mai essere valicato. In questo orizzonte si colloca il problema della pena di morte affrontato dall’Onu.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, considerando che l’uso della pena di morte mina la dignità umana”, ha approvato il 18 dicembre 2007 una moratoria delle esecuzioni capitali. La risoluzione significa un invito alla sospensione di tutte le uccisioni legalizzate.
Se grande attenzione è posta al rispetto della vita del reo e dell’ingiusto aggressore, il comandamento non uccidere ha un valore universale che non ammette obiezioni se si riferisce alla persona innocente.
La Chiesa cattolica, constatato “il progressivo attenuarsi nelle coscienze e nella società della percezione” dell’illiceità morale della soppressione di ogni vita umana innocente, specialmente al suo inizio, è intervenuta a difesa dell’inviolabilità della vita umana.
Nel febbraio 1987 la Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’Istruzione “Il Rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione” sostiene che l’essere umano è da rispettare, come persona, fin dal primo istante della sua esistenza, cioè dal momento della fecondazione.
Il Papa Giovanni Paolo II, nella sua enciclica “Evangelium vitae” del 25 marzo 1995, ribadisce: “Confermo che l’uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale”…“Niente e nessuno può autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente, feto o embrione che sia”…“L’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita”… “Nessuna Autorità può legittimamente imporlo né permetterlo”… “Dichiaro che l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente”… “Le leggi che autorizzano e favoriscono l’aborto … si pongono dunque radicalmente non solo contro il bene del singolo, ma anche contro il bene comune e, pertanto, sono del tutto prive di autentica validità giuridica”.
La questione della vita e della sua difesa appartiene ad ogni coscienza umana. Si tratta di un valore universale che ogni essere umano può cogliere alla luce della ragione. Il rispetto del diritto alla vita di ogni persona innocente è uno dei pilastri su cui si regge ogni società civile perché su di esso si fondano e si sviluppano tutti gli altri diritti inalienabili dell’essere umano. Non può avere una base solida la società che prima afferma come valori la dignità della persona, la giustizia e la pace e poi si contraddice con le leggi che violano l’inizio della vita delle persone, cioè negano il diritto all’esistenza dell'essere vivente racchiuso nel grembo materno.
L’intervento del Magistero della Chiesa, per la difesa dell’inviolabilità dell’inizio della vita umana, mira a promuovere uno Stato più umano e solidale. I suoi atti, in difesa della ragione e della libertà dell’essere umano concepito, interpellano non solo i cristiani ma in particolare tutti i responsabili della cosa pubblica, cioè tutti i politici, chiamati a servire l’uomo e il bene comune con scelte a favore della vita, soprattutto nell’ambito delle disposizioni legislative.
Coloro che hanno autorità di decisione nelle democrazie pluraliste sono incoraggiati a compiere scelte per la promozione del diritto alla vita, dal concepimento alla morte. Questo diritto richiede di essere difeso, promosso e sostenuto con leggi, basate sul principio della sussidiarietà, per la famiglia e la maternità.
Alcuni politici si appellano alla “laicità dello Stato” e i difensori dei valori della persona umana si schierano contro il laicismo di coloro che dimenticano che l’essere umano è dotato di ragione e di libertà, cioè aspira al bene comune di tutta la società che è bene materiale e spirituale di ogni cittadino.
La difesa della laicità dello Stato, cioè la difesa della distinzione tra Chiesa e Stato, porta allo scontro sociale del fronte laicista e dello schieramento anti laicista che chiede il rispetto dei valori del popolo italiano. Si tratta dello scontro tra l’attuale sistema Stato – mercato e la persona umana che vede calpestata la sua stessa libertà di crescita e di autonomia.
I principi fondamentali della società civile (dignità della persona – bene comune - solidarietà – sussidiarietà) vengono disconosciuti dalle maggioranze governative che, dominate da una concezione individualistica della politica, non tengono conto del valore sociale della famiglia.
La dissoluzione dei legami sociali, causata dallo schema di democrazia centrato solo sull’individuo, e la globalizzazione economica, che rende lo Stato fragile e il mercato forte, hanno determinato una contraddizione tra crescita economica e coesione sociale.
Lo Stato ha necessità di creare coesione nella società, di sostenere il multiculturalismo con regole condivise, di far fronte alle richieste delle singole regioni e alle loro aspettative di benessere, di applicare la democrazia nel suo rapporto con l’uomo, la scienza e soprattutto la vita. Tutto questo porta a una richiesta di orientare diversamente le basi etiche della comunità civile, cioè di risolvere i nuovi problemi della scienza e del diritto pubblico. Si tratta di sciogliere i nodi della bioetica, della scuola pubblica e privata, della famiglia e soprattutto dell’identità.
Il problema che emerge è il riconoscimento pubblico della propria identità culturale, etnica, di genere, di religione, di cittadinanza. L’idea di un’etica sociale che vada bene per tutti, cioè quella della neutralità e della tolleranza, non è in grado di creare una vera cooperazione in una società multiculturale.

Si fa sempre più pressante e insistente la domanda che lo Stato garantisca la continuità spirituale degli Italiani, cioè la salvaguardia della loro identità. Si tratta di rispettare i valori di socializzazione, di educazione e di formazione alle virtù civili che hanno sempre contraddistinto il nostro popolo.
La vera sfida è quella rivolta alle “buone coscienze” per risolvere la sperequazione nell’accesso ai beni economici e agli stessi mezzi di sussistenza; le questioni bioetiche dell’inizio e della fine della vita umana, la manipolazione genetica, la riduzione della comunicazione umana, la globalizzazione economico-finanziaria.
Lo stimolo delle “coscienze di tutti” è necessario per creare “movimenti di risveglio” a livello sociale e spirituale perché il popolo deve continuamente essere sollecitato. L’attuale società tecnologica si è costituita intorno al processo della produzione globalizzata e allo scambio mondiale delle merci. I bisogni e i desideri essenziali della persona umana rimangono insoddisfatti.
La richiesta di uno Stato più umano e solidale significa che il mutamento della società spetta alle persone che, chiamate a rappresentare il popolo nelle istituzioni, si liberino dalle loro chiusure individualistiche e si aprano per una società vitale i cui membri possano vivere nella costruzione e condivisione del bene comune.


La persona umana, la cultura e la società sono i pilastri della comunità vitale in cui i membri formano la coscienza di tutto il popolo.
Lo scandalo, creato con la concezione laicistica dello Stato, è quello di aver abbandonato la persona e la sua esistenza, dal concepimento alla morte, negandole il beneficio dei principi cardini di qualsiasi società civile che sono la dignità della persona, il bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà.
L’aborto è la negazione di tutti questi principi.
La sfida è la creazione di una società di persone che rispettano il mistero della vita umana dal suo inizio al suo termine naturale.
Francesco Liparulo - Venezia

mercoledì 18 settembre 2013

Cittadini seri per la società civile italiana

SCELTA CIVICA È UN PARTITO
DI GRANDE  FORZA  POLITICA
"Noi siamo più interessati ad attuare le politiche giuste - ha detto  il senatore Mario Monti, leader di "Scelta Civica", alla Festa nazionale di partito, tenutasi a Caorle (VE) dal 13 al 15 settembre -  per riportare l'Italia ad una maggiore crescita ed occupazione. A noi non importano i sondaggi ma i consensi di persone disposte a votare chi non fa solo promesse semplici. Siamo moderati che vogliono riforme radicali, siamo legati da una cultura e da un progetto, cioè abbiamo un riferimento di cultura, dato dal "Trattato di Lisbona": "L'Europa mira ad attuare un sistema economico sociale altamente competitivo". Lo sguardo è rivolto al "Futuro". Il governo che ho presieduto è stato la dimostrazione che in Italia si può lavorare con efficacia e ottenere risultati che sono stati apprezzati in Europa per la serietà dimostrata dagli Italiani".  
Si tratta  di vincere la globalizzazione con un "governo della globalizzazione economica e finanziaria", cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
Scelta Civica vuole attuare con le forze politiche responsabili un’economia che arreca sviluppo e crea il bene comune che si riversa su tutti i cittadini.
“Costruire un mercato sociale più competitivo in Italia e in Europa - ha detto l’emerito professore della Bocconi – è l’essenza del mio impegno. È un’agenda ambiziosa, ma tutti dobbiamo rendere conto al popolo del nostro Paese e soprattutto ai più fragili della società. I nostri giovani sono le vittime di governi che spesso non sono stati abbastanza forti nell’affrontare la lotta alla corruzione, all’evasione fiscale e ai gruppi di interesse, cioè sono le vittime di politici che spesso si sono impegnati in promesse elettorali non pensando al fatto che quelle promesse potessero essere mantenute o meno”.
Mario Monti e "Scelta Civica", partito costituito da cittadini che sanno essere "forti per l'Italia", vogliono aiutare le famiglie e le imprese italiane per affrontare la “perfida crisi” sociale e produttiva.
La disoccupazione giovanile italiana, secondo i dati di Eurofound (Fondazione dell’Unione europea per i temi del lavoro e le condizioni di vita) porta a una perdita di 32,4 miliardi di euro del prodotto interno lordo nazionale. “Le conseguenze di una generazione perduta – si evidenzia nel rapporto di Eurofound – non sono solo economiche , ma anche sociali. Si rischia che tanti giovani rinuncino alla partecipazione democratica della società".
Negli ultimi tre anni, secondo i dati Istat, 1 milione di Italiani sotto i 35 anni hanno perso il lavoro.
"I paesi dell'area dell'euro  - ha detto Mario Draghi - non dovrebbero vanificare gli sforzi già compiuti allo scopo di ridurre i disavanzi pubblici. Al centro andrebbero poste strategie di bilancio favorevoli alla crescita e dotate di una prospettiva di medio termine che coniughino il miglioramento della qualità e dell'efficienza dei servizi pubblici con la riduzione al minimo degli effetti distorsivi dell'imposizione fiscale. La ripresa e' solo in una fase iniziale. L'economia resta fragile e la disoccupazione è ancora troppo alta". Per il presidente della Banca centrale europea occorre "stabilizzare la zona euro" e "rafforzarla con politiche economiche sostenibili degli Stati membri, aumentando la competitività delle nostre economie e completando l'architettura istituzionale dell'Unione economica e monetaria. La rimozione delle rigidità nel mercato del lavoro, la riduzione degli oneri amministrativi e il rafforzamento della concorrenza nei mercati dei beni e servizi, saranno di giovamento per le piccole e medie imprese". Per gli esperti della Banca centrale, la disoccupazione nell'Eurozona è prevista in rialzo al 12,4% nel corso del 2014, rivedendo in peggio le proprie stime rispetto al 12,2% atteso in precedenza. Confermata al 12,3% la stima della disoccupazione per il 2013. Per Draghi la produttività ha bisogno di "innovazione, investimento e incentivi" con le prime due concentrate principalmente nel settore privato e l'ultima in quello governativo, sottolineando il fatto che "ci sono diverse aree dove i governi, attraverso le riforme, sono in grado di fare la differenza".
"La crisi europea non è finita - ha detto Olli Rehn,  commissario dell'Unione Europea agli Affari Economici e Monetari, ai deputati italiani nell'ambito di un'audizione alla Commissione Bilancio della Camera - e il motore della crescita dell'Italia ha bisogno di un'urgente revisione. La recente decisione di abolire l'Imu sulle prime case per il 2013 suscita preoccupazioni per lo spostamento dell'onere fiscale dai fattori di produzione verso altri cespiti. In Italia sono fondamentali riforme strutturali protratte per potenziare la crescita e affrontare la disoccupazione elevatissima".
"Letta - ha detto il leader di Scelta Civica - non faccia lo smidollato  in balìa delle pressioni dell'una o dell'altra parte e tenga la spina dorsale dritta. Gli Italiani, credo anche milioni di elettori del Pdl, non vogliono una crisi pericolosissima che rischia di travolgere i buoni risultati di tanti sacrifici che loro hanno  fatto. Si invita il governo a "procedere con decisione e tempestività nelle misure già adottate" per la ripresa dell'economia. Un ritorno alla crescita contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia. Per far sopravvivere il governo  si stanno accettando cedimenti pericolosi a livello economico e politico. Il governo non può' essere, per così dire, smidollato, privo di spina dorsale. Non siamo condannati ad appoggiarlo per sempre. Quello che e' successo sull'Imu  è stata una serie di intimidazioni da parte del Pdl che hanno avuto successo. La nostra volontà è che il Governo Letta prosegua la sua opera, soprattutto se il presidente del Consiglio e l'intero governo sapranno determinare, e tenere in pugno, l'agenda di governo nell'esclusivo interesse del Paese, senza sottostare ai diktat di questo o quel partito della coalizione".
Quale ruolo per  "Scelta Civica"?
"Abbiamo visto cittadini di Caorle, del Veneto e in particolare abbiamo visto cittadini venire da tutte le parti d'Italia e qualcuno dall'estero - ha detto Mario Monti alla Festa nazionale di Scelta Civica - per  la risposta che c'è stata dai membri del governo e dai rappresentanti di altri partiti. Abbiamo fatto passi avanti nel dibattito interno. Parto da Caorle convinto che il nostro ruolo può essere anche maggiore di quello che immaginavo prima".
Il movimento politico chiamato "Scelta Civica" ha fatto un passo avanti, "da una dimensione civica a una più politica", prendendo coscienza del suo vero ruolo.
"Non siamo per tenere viva la memoria del passato, del governo che ho presieduto - ha sostenuto Monti - siamo per un lavoro fatto in profondità, per una maggiore serietà nell'affrontare la convivenza civile. Noi non vogliamo conquistare nemmeno un voto con la menzogna, né lanciando promesse che non possono essere mantenute, né con promesse che, se realizzate rovinerebbero l'Italia, in questo senso siamo civici. A noi interessa il linguaggio della verità".
Scelta Civica è un partito appena nato, un partito  serio "di grande forza" politica.
Gli eletti di Scelta Civica intendono far applicare con responsabilità in Parlamento l'aspetto politico della giustizia sociale, dell’amicizia e del rispetto della persona. Il “compito politico” è attuare una "politica necessaria" perché nella società la giustizia possa “affermarsi e prosperare”. Si tratta di promuovere uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, cioè agevolare lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. Queste sono le vere riforme che migliorano la concezione liberale della Società civile.
Occorre andare oltre i concetti di libero mercato, la conoscenza e i diritti civili, cioè non basta avere elementi in comune con altre forze politiche come il primato morale della persona, lo stesso stato sociale a tutti, l'unità morale del genere umano e la concezione che le istituzioni sociali sono migliorabili. Si tratta di toccare anche i temi essenziali alla politica come l'autorità, il bene comune e i diritti naturali
La compagine di Monti, costituita da cittadini che credono nei valori della persona umana e della sua libertà, si rivolge a tutti gli elettori che vogliono mantenere nel tempo presente i valori del popolo italiano che hanno ispirato tutti coloro che ci hanno preceduti nell’amore verso la nostra Patria, resa una e indivisibile da coloro che seppero offrire anche la loro vita per il bene di tutti. Ogni cittadino ha il diritto di essere rispettato, cioè ha una sua dignità in quanto persona e soggetto di diritto che possiede dei diritti dovuti dalla sua necessità di esistere in libertà, nell’ambito di una società in cui si impegna per il bene comune.
Francesco Liparulo - Venezia

martedì 17 settembre 2013

Uscire dalla crisi con verità e competitività

SCELTA CIVICA È UN PARTITO
DI GRANDE  FORZA  POLITICA
"Noi siamo più interessati ad attuare le politiche giuste - ha detto  il senatore Mario Monti, leader di "Scelta Civica", alla Festa nazionale di partito, tenutasi a Caorle (VE) dal 13 al 15 settembre -  per riportare l'Italia ad una maggiore crescita ed occupazione. A noi non importano i sondaggi ma i consensi di persone disposte a votare chi non fa solo promesse semplici. Siamo moderati che vogliono riforme radicali, siamo legati da una cultura e da un progetto, cioè abbiamo un riferimento di cultura, dato dal "Trattato di Lisbona": "L'Europa mira ad attuare un sistema economico sociale altamente competitivo". Lo sguardo è rivolto al "Futuro". Il governo che ho presieduto è stato la dimostrazione che in Italia si può lavorare con efficacia e ottenere risultati che sono stati apprezzati in Europa per la serietà dimostrata dagli Italiani".  
Si tratta  di vincere la globalizzazione con un "governo della globalizzazione economica e finanziaria", cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
Scelta Civica vuole attuare con le forze politiche responsabili un’economia che arreca sviluppo e crea il bene comune che si riversa su tutti i cittadini.
“Costruire un mercato sociale più competitivo in Italia e in Europa - ha detto l’emerito professore della Bocconi – è l’essenza del mio impegno. È un’agenda ambiziosa, ma tutti dobbiamo rendere conto al popolo del nostro Paese e soprattutto ai più fragili della società. I nostri giovani sono le vittime di governi che spesso non sono stati abbastanza forti nell’affrontare la lotta alla corruzione, all’evasione fiscale e ai gruppi di interesse, cioè sono le vittime di politici che spesso si sono impegnati in promesse elettorali non pensando al fatto che quelle promesse potessero essere mantenute o meno”.
Mario Monti e "Scelta Civica", partito costituito da cittadini che sanno essere "forti per l'Italia", vogliono aiutare le famiglie e le imprese italiane per affrontare la “perfida crisi” sociale e produttiva.
La disoccupazione giovanile italiana, secondo i dati di Eurofound (Fondazione dell’Unione europea per i temi del lavoro e le condizioni di vita) porta a una perdita di 32,4 miliardi di euro del prodotto interno lordo nazionale. “Le conseguenze di una generazione perduta – si evidenzia nel rapporto di Eurofound – non sono solo economiche , ma anche sociali. Si rischia che tanti giovani rinuncino alla partecipazione democratica della società".
Negli ultimi tre anni, secondo i dati Istat, 1 milione di Italiani sotto i 35 anni hanno perso il lavoro.
"I paesi dell'area dell'euro  - ha detto Mario Draghi - non dovrebbero vanificare gli sforzi già compiuti allo scopo di ridurre i disavanzi pubblici. Al centro andrebbero poste strategie di bilancio favorevoli alla crescita e dotate di una prospettiva di medio termine che coniughino il miglioramento della qualità e dell'efficienza dei servizi pubblici con la riduzione al minimo degli effetti distorsivi dell'imposizione fiscale. La ripresa e' solo in una fase iniziale. L'economia resta fragile e la disoccupazione è ancora troppo alta". Per il presidente della Banca centrale europea occorre "stabilizzare la zona euro" e "rafforzarla con politiche economiche sostenibili degli Stati membri, aumentando la competitività delle nostre economie e completando l'architettura istituzionale dell'Unione economica e monetaria. La rimozione delle rigidità nel mercato del lavoro, la riduzione degli oneri amministrativi e il rafforzamento della concorrenza nei mercati dei beni e servizi, saranno di giovamento per le piccole e medie imprese". Per gli esperti della Banca centrale, la disoccupazione nell'Eurozona è prevista in rialzo al 12,4% nel corso del 2014, rivedendo in peggio le proprie stime rispetto al 12,2% atteso in precedenza. Confermata al 12,3% la stima della disoccupazione per il 2013. Per Draghi la produttività ha bisogno di "innovazione, investimento e incentivi" con le prime due concentrate principalmente nel settore privato e l'ultima in quello governativo, sottolineando il fatto che "ci sono diverse aree dove i governi, attraverso le riforme, sono in grado di fare la differenza".
"La crisi europea non è finita - ha detto Olli Rehn,  commissario dell'Unione Europea agli Affari Economici e Monetari, ai deputati italiani nell'ambito di un'audizione alla Commissione Bilancio della Camera - e il motore della crescita dell'Italia ha bisogno di un'urgente revisione. La recente decisione di abolire l'Imu sulle prime case per il 2013 suscita preoccupazioni per lo spostamento dell'onere fiscale dai fattori di produzione verso altri cespiti. In Italia sono fondamentali riforme strutturali protratte per potenziare la crescita e affrontare la disoccupazione elevatissima".
"Letta - ha detto il leader di Scelta Civica - non faccia lo smidollato  in balìa delle pressioni dell'una o dell'altra parte e tenga la spina dorsale dritta. Gli Italiani, credo anche milioni di elettori del Pdl, non vogliono una crisi pericolosissima che rischia di travolgere i buoni risultati di tanti sacrifici che loro hanno  fatto. Si invita il governo a "procedere con decisione e tempestività nelle misure già adottate" per la ripresa dell'economia. Un ritorno alla crescita contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia. Per far sopravvivere il governo  si stanno accettando cedimenti pericolosi a livello economico e politico. Il governo non può' essere, per così dire, smidollato, privo di spina dorsale. Non siamo condannati ad appoggiarlo per sempre. Quello che e' successo sull'Imu  è stata una serie di intimidazioni da parte del Pdl che hanno avuto successo. La nostra volontà è che il Governo Letta prosegua la sua opera, soprattutto se il presidente del Consiglio e l'intero governo sapranno determinare, e tenere in pugno, l'agenda di governo nell'esclusivo interesse del Paese, senza sottostare ai diktat di questo o quel partito della coalizione".
Quale ruolo per  "Scelta Civica"?
"Abbiamo visto cittadini di Caorle, del Veneto e in particolare abbiamo visto cittadini venire da tutte le parti d'Italia e qualcuno dall'estero - ha detto Mario Monti alla Festa nazionale di Scelta Civica - per  la risposta che c'è stata dai membri del governo e dai rappresentanti di altri partiti. Abbiamo fatto passi avanti nel dibattito interno. Parto da Caorle convinto che il nostro ruolo può essere anche maggiore di quello che immaginavo prima".
Il movimento politico chiamato "Scelta Civica" ha fatto un passo avanti, "da una dimensione civica a una più politica", prendendo coscienza del suo vero ruolo.
"Non siamo per tenere viva la memoria del passato, del governo che ho presieduto - ha sostenuto Monti - siamo per un lavoro fatto in profondità, per una maggiore serietà nell'affrontare la convivenza civile. Noi non vogliamo conquistare nemmeno un voto con la menzogna, né lanciando promesse che non possono essere mantenute, né con promesse che, se realizzate rovinerebbero l'Italia, in questo senso siamo civici. A noi interessa il linguaggio della verità".
Scelta Civica è un partito appena nato, un partito  serio "di grande forza" politica.
L’attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale, dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi.  Il compito politico della società è un compito di civilizzazione e di cultura che si propone di aiutare i cittadini ad essere liberi. Questo compito è morale perché ha lo scopo di migliorare le condizioni della vita quotidiana. I mezzi devono essere proporzionati e appropriati al fine del corpo politico che è la giustizia e la libertà.
Si tratta di essere "forti per i cittadini". La virtù della fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della società. Si tratta di essere saldi e stabili nell’adesione al bene comune che deve riversarsi su tutti i cittadini, cioè sostenere e affrontare con pazienza, sofferenza e generosità le ingiustizie politiche ed economiche. L’uso della forza spirituale è regola di condotta per coloro che vogliono vivere conformemente alla dignità della persona umana.
L’attività politica non deve essere fondata sull’odio, l’avidità, la gelosia, l’egoismo, l’orgoglio e l’astuzia
. La “forza dell’amore” significa amare il proprio avversario politico ed essere umani nei suoi confronti, cioè essere aderenti alla verità dell'uomo.
La "politica della verità" è basata sul coraggio personale e sulle energie di coloro che orientano la politica al suo vero fine, cioè aderire coscientemente con tutte le forze per l’affermazione della dignità di ogni uomo con spirito di servizio. Questo modo di agire è politica di solidarietà e la comunità civile si mantiene tale se è coesa nell’amore fra tutti i cittadini.
I valori del popolo italiano sono cristiani e devono penetrare la cultura e promuovere il benessere della comunità civile. La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando ciò che si deve fare oggi per il benessere di tutti.
La virtù dei forti in politica
deve superare la potenza dell’egoismo e la cupidigia delle ambizioni, nell’interesse della giustizia, della libertà, della pace e dell’amicizia fraterna.
Cosa fare per la crisi economica e sociale?
Per il Capo dello Stato, bisogna procedere “alle riforme considerate mature e necessarie”. Si auspica una serietà doverosa, “senza mettere in forse punti di riferimento essenziali, in cui tutti possono riconoscersi”. Occorre, per il Presidente della Repubblica, “rivisitare ed affermare più fortemente la nozione di bene comune e quella di interesse generale”.
Globalizzazione e crisi finanziaria alimentano paure nel popolo chiamato a fare sacrifici e a sopportare un rigore fiscale per sostenere il debito pubblico di circa duemila miliardi di euro. Si migliorano i bilanci pubblici e si riempiono i forzieri delle banche con tassi agevolati provenienti dalla Banca centrale europea, ma l'ossigeno vitale, secondo il principio di sussidiarietà, non arriva alle famiglie che vedono gli imprenditori disperati senza il sostegno del credito e sempre più lavoratori senza un reddito.
L'austerità fiscale non aiuta l'economia se non è congiunta con investimenti per la crescita. L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani.
Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia.
La “cellula vitale” della società, la famiglia naturale, costituita dall’amore di un uomo e una donna che attraverso la procreazione dei loro figli tramandano i valori del loro popolo, è minacciata dalla pressione degli interessi utilitaristici che non considerano il valore e la dignità dell’essere umano.
Questa espressione originaria della società umana richiede il rispetto del principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle Autorità politiche.
La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni.
Il mercato globale favorisce gli interessi degli investitori economici e finanziari. Soltanto l'intervento dello Stato può compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da attrarre i capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e commerciale per promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza.
Si tratta per gli esperti dell'economia di dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
Occorre vincere la globalizzazione con un "governo della globalizzazione economica e finanziaria", cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la sussidiarietà.
La compagine di Monti, costituita da cittadini che credono nei valori della persona umana e della sua libertà, si rivolge a tutti gli elettori che vogliono mantenere nel tempo presente i valori del popolo italiano che hanno ispirato tutti coloro che ci hanno preceduti nell’amore verso la nostra Patria, resa una e indivisibile da coloro che seppero offrire anche la loro vita per il bene di tutti. Ogni cittadino ha il diritto di essere rispettato, cioè ha una sua dignità in quanto persona e soggetto di diritto che possiede dei diritti dovuti dalla sua necessità di esistere in libertà, nell’ambito di una società in cui si impegna per il bene comune.
Francesco Liparulo - Venezia