venerdì 25 gennaio 2013

Un Paese con il senso dell’unità nazionale


AUMENTANIO I CONSENSI
PER MONTI, FINI E CASINI
È profondamente radicato – ha detto Giorgio Napolitano – il senso dell'unità nazionale che deve sorreggere i comportamenti individuali e collettivi di fronte alla prova delle riforme che sono indispensabili. Non ci possono essere contraddizioni e contrapposizione tra esigenze di riformare il Paese e ed esigenze di tenerlo unito. Si evitino passi falsi, passi indietro che rischierebbero di appannare la ripresa di fiducia nell'Italia, la ripresa di credibilità e di dignità''. 
Per il Capo dello Stato l’Italia deve “sentirsi nazione unita e solidale”. “Sentirsi Italiani significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza, pesanti interrogativi per il futuro. L’Italia ha bisogno di un nuovo senso di responsabilità e una rinnovata capacità di coesione, nel libero confronto delle posizioni e delle idee. È nell'interesse comune che le esigenze della competizione in vista del voto non facciano prevalere una logica di acceso e cieco scontro". 
Ho deciso di guidare un movimento di società civica alle prossime elezioni – ha detto Mario Monti il 23 gennaio all'apertura del summit del World Economic Forum, tenutosi in Svizzera a Davos – perché vedo la necessità di una nuova forma politica che vada oltre le vecchie coalizioni tradizionali. Ho lanciato un appello alle forze vive della società, di cui c’è una grande presenza in Italia, perché sostengano un'agenda di riforme. Questa è l’essenza del mio impegno. Costruire un mercato sociale più competitivo in Italia e in Europa. È un’agenda ambiziosa, ma tutti dobbiamo rendere conto al popolo del nostro Paese e io lo devo al popolo italiano, soprattutto ai più fragili della società. Quelli che hanno pagato il prezzo intollerabile della disoccupazione - i nostri giovani soprattutto – il prezzo delle privazioni. Il futuro dell'Italia adesso è su una base stabile. Abbiamo preso delle decisioni difficili per rendere le nostre finanze di nuovo sostenibili, abbiamo i mezzi per raggiungere il pareggio di bilancio strutturale nel 2013 e abbiamo fatto in modo che non si possa ripetere una crisi del genere l’anno prossimo. Vedo un interesse concreto, nelle imprese e negli investitori, che l’Italia può offrire per la crescita economica e per l’innovazione”.
Il senatore Monti crede “in una grande risposta degli Italiani che hanno voglia di cambiamento” e ritiene di poter “dare un messaggio di speranza agli Italiani”. La sua “salita in politica” è stata determinata dal desiderio di “unire gli Italiani e non dividerlicon il sostegno di Pierferdinando Casini, leader dell'UDC, e di Gianfranco Fini, presidente della Camera dei deputati, che “per primi hanno visto i difetti del bipolarismo”.
Qual è la questione del nostro Paese?
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli Italiani. “La creazione di occupazione è una sfida per tutti i Paesi – ha detto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – e tocca al settore privato creare lavoro economicamente e socialmente sensibile, mentre ai governi tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili, un clima favorevole per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata del mercato del lavoro”.
La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un Centro di forze dinamico”, costituito da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e trovare i rimedi per uscire dalla "perfida crisi" economico - finanziaria in un momento di profonda recessione per l’Italia. Il Governo Monti è riuscito a impedire il tracollo dello Stato, imponendo un regime di rigore alla spesa pubblica e maggiori tasse, con conseguenze inattese per le famiglie italiane costrette a far fronte alla crisi con l’indebitamento e l’impoverimento (5 milioni di famiglie stentano a vivere quotidianamente). Il passo restrittivo imposto dai tecnici del governo per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiede un ulteriore passo nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione per uscire dalla recessione.
L'Italia deve camminare con due gambe, cioè l'austerità fiscale deve congiungersi sussidiariamente con gli investimenti per la crescita economica. Al governo “tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili – ha detto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – con un clima favorevole per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata del mercato del lavoro”.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostrasocietà attenta ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani e all’ingiustizia sociale che permette a pochi di vivere nell’abbondanza e a molti di indebitarsi per fronteggiare la perfida crisi”.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. “Non si possono affrontare problemi come la crisi del mondo del lavoro, le disuguaglianze sociali, la questione ambientale – ha detto Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana – mettendo tra parentesi i valori di partenza, come il rispetto per la vita, il sostegno alla famiglia, la libertà di educazione. Nel nostro Paese, alle prese con una crisi economica e sociale non prevista con sufficiente lungimiranza e che richiede uno sforzo certamente collettivo che deve far leva sulla responsabilità di ciascuno, nessuno escluso, l'assenza di politiche familiari adeguate e durature. Il loro scopo è di riconoscere la funzione sociale non tanto della coppia, ma della generazione dei figli. Sono essi infatti che garantiscono l’apertura al futuro. La mancanza di lavoro è la prima urgenza del nostro Paese. Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare intere generazioni, con costi sociali e umani difficilmente quantificabili. È questo un banco di prova su cui la politica dopo le elezioni sarà costretta a cimentarsi".            
Non è un partito che fa l'Italia giusta, ma la scelta oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie politiche” della città. Aumentano gli elettori che vedono in Monti l'uomo giusto perché ha già saputo portare l’Italia lontano dal baratro, dal fallimento dello Stato ed è in grado di dare speranza agli Italiani “illusi”per tanti anni da rappresentanti politici che hanno permesso fenomeni di degrado del costume, di scivolamento nell'illegalità, provocando un “fuorviante rifiuto della politica”.
Il popolo sa distinguere il bene dal male, cioè ciò che è giusto e ingiusto per il Paese. La soluzione per governare oggi il Paese è la scelta di Mario Monti, considerato “punta di diamante” per scalfire e infrangere la barriera della recessione. L'elettore non sceglie i sostenitori dei demagoghi e degli imbonitori del popolo, ma chi ha saputo ridare credibilità all’Italia nell’ambito europeo, cioè chi ha esperienza di saper affrontare i problemi imposti dalla globalizzazione dei mercati finanziari e commerciali e possiede la capacità responsabile di risolvere la questione sociale italiana.
Sì a Monti per una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono. Ha già dimostrato di saper governare con la "strana maggioranza". È l'uomo giusto per guidare una coalizione di forze oltre "l'Agenda Monti", costituita da testimoni del popolo che vogliono attuare la seconda fase del programma di Monti, cioè sostenere le famiglie con una legislazione favorevole all'occupazione giovanile e alla salvaguardia del lavoro dei capifamiglia. Compatti gli elettori voteranno per Monti e l'UDC che ha sempre sostenuto l'agire di Monti senza condizionare il suo operato per il bene del Paese.
Francesco Liparulo - Venezia

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