mercoledì 30 gennaio 2013

Elettorato deciso a dare fiducia a Monti

RESPONSABILITÀ COLLETTIVA
PER  LA  CRESCITA  DEL  PAESE

Si riscontra impoverimento delle famiglie, crescente disaffezione verso la politica, peggioramento delle prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani, aumento della ricchezza per pochi e indebitamento crescente per molti. La forza della famiglia sta cedendo e il risparmio è in pericolo. "La produttività crolla, ma anche di fronte all’emergenza c'è una responsabilità collettiva – secondo l’ultimo rapporto sulla situazione sociale italiana del Censis – pronta a entrare in gioco".
“Per un riequilibrio strutturale e duraturo dei conti pubblici è necessario che il Paese torni a crescere. Il difetto di crescita italiano - ha affermato Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – è in buona parte riconducibile al ritardo e alle incertezze con cui il sistema produttivo ha risposto negli ultimi 20 anni alle sfide dell'innovazione tecnologica, dell’affermarsi sulla scena mondiale di nuove economie, del deciso aumento dell’integrazione europea”.
Ciò che impedisce la crescita per gli esperti di economia, per chi fa impresa e per i lavoratori è la mancanza di volontà politica. Occorre che il Parlamento si impegni per utilizzare tutte le risorse del Paese al fine di superare l'attuale crisi sociale e produttiva. Si tratta di legiferare per quello che interessa alla società civile, cioè adottare tutte le misure politiche con provvedimenti mirati a rilanciare l'economia sociale di mercato. I cittadini che amano la libertà e vogliono che le Istituzioni provvedano alla loro vita quotidiana, basata sul lavoro, la famiglia e i figli, vogliono un rilancio dell'occupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Il senatore Mario Monti, già chiamato da Giorgio Napolitano per dare credibilità al sistema finanziario italiano nel contesto europeo ed internazionale, ha deciso di trovare le soluzioni alla questione sociale italiana e di “salire in politica”, cioè agire in prima persona con l’aiuto di sostenitori credibili per cambiare “il modo di pensare e la composizione politica del Parlamento”.
“Ho deciso di guidare un movimento di società civica alle prossime elezioni – ha detto Mario Monti il 23 gennaio all'apertura del summit del World Economic Forum, tenutosi in Svizzera a Davos – perché vedo la necessità di una nuova forma politica che vada oltre le vecchie coalizioni tradizionali. Ho lanciato un appello alle forze vive della società, di cui c’è una grande presenza in Italia, perché sostengano un'agenda di riforme. Questa è l’essenza del mio impegno. Costruire un mercato sociale più competitivo in Italia e in Europa. È un’agenda ambiziosa, ma tutti dobbiamo rendere conto al popolo del nostro Paese e io lo devo al popolo italiano, soprattutto ai più fragili della società che hanno pagato il prezzo intollerabile della disoccupazione - i nostri giovani soprattutto – e il prezzo delle privazioni”. Il futuro dell'Italia adesso è su una base stabile. Abbiamo preso delle decisioni difficili per rendere le nostre finanze di nuovo sostenibili, abbiamo i mezzi per raggiungere il pareggio di bilancio strutturale nel 2013 e abbiamo fatto in modo che non si possa ripetere una crisi del genere l’anno prossimo. Vedo un interesse concreto, nelle imprese e negli investitori, che l’Italia può offrire per la crescita economica e per l’innovazione”.
“Basilare per la ripartenza – ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria – è che si sollevi la cappa di paura creata dalla situazione politica interna; perciò è cruciale che l’esito delle imminenti elezioni dia al Paese una maggioranza solida, che abbia come priorità le riforme e la crescita, fornendo così un quadro chiaro che infonda fiducia nel futuro e orienti favorevolmente verso la spesa le decisioni di consumatori e imprenditori”.
“Per realizzare le riforme – ha detto Monti – potrebbe esserci bisogno di una grande coalizione, cioè una “politica necessaria”. Tutti per l’Italia e per le riforme inderogabili. C’è bisogno di andare avanti nel mercato del lavoro e nella giustizia”.
Lo schieramento che si presenta agli elettori per le prossime elezioni è costituito da molte forze per un Centro compatto e dinamico deciso ad eliminare la paura e la rabbia di chi ha perduto il posto di lavoro e a dare una speranza concreta ai 2 milioni di giovani senza lavoro. Il voto a Monti e all’UDC che sostiene il senatore “in modo coordinato sullo stesso progetto” con una maggiore attenzione alle politiche sociali e alle necessita dei meno abbienti è indispensabile per uscire dalla “perfida crisi”.
Francesco Liparulo - Venezia

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