martedì 20 settembre 2011

Situazione a rischio per la società civile

LA RIPRESA È NEL SOSTEGNO A
FAMIGLIE, IMPRESE E INDUSTRIA

"I comportamenti degli Italiani sono sempre gli stessi – ha sostenuto Giuseppe De Rita, presidente del Centro Studi e Investimenti Sociali - e, di fronte alla crisi economica – finanziaria, emerge l’inclinazione ad adattarsi. Si reagisce con i risparmi accumulati nel tempo e a ripetere l’arte dell’arrangiarsi per non essere travolti dall’uragano.

Le famiglie vivono in ansia e aspettano la fine della recessione che si è dimostrata ancora più dannosa negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei.

Il problema degli Italiani è la "debolezza politica", cioè i governanti non hanno fiducia nello "sviluppo di popolo” perché le istituzioni, la cultura sono diventate “parole svuotate”, cioè valori che non significavano più nulla.

Il sistema imprenditoriale italiano ha retto finora la crisi globale, grazie al ruolo degli immigrati, dei piccoli imprenditori coraggiosi e a una gestione oculata dei consumi. Occorre dare spazio all'iniziativa privata con agevolazioni e sgravi fiscali, dando fiducia a più soggetti economici in grado di far fronte alla crisi.

Si avverte la necessità di “comunità”, cioè bisogna fare gli interessi di tutta la società civile. "È indispensabile l'impegno comune - sostiene il presidente Giorgio Napolitano - sento parlare di un piano pluriennale, di una piattaforma meditata che nasca da consultazioni ampie per rilanciare la crescita anche perchè se il prodotto interno lordo decresce l'impresa diventa ardua se non impossibile".

In Veneto la percezione sull’economia è preoccupante. È indispensabile l'applicazione del principio di sussidiarietà da parte dello Stato.

Il fine delle Istituzioni politiche è quello di aiutare le persone per il loro pieno sviluppo. L'azione politica si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire per il popolo attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le regioni. "Siamo una grande economia - dice Napolitano - una società vitale. Ma tutto ciò va messo a frutto con scelte politiche appropriate".

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