domenica 11 ottobre 2015

Il comune di Mira apre uno spazio di confronto

LA "BUONA SCUOLA" DI RENZI
NON PIACE ALLA CITTADINANZA
Confronto e dibattito sabato 10 ottobre sulla legge 13 luglio 2015, n.107, la "Buona Scuola", organizzati dall'Assessorato alle Politiche Educative del Comune di Mira nell'Auditorium della Biblioteca di Oriago di Mira (VE).
Lo spazio di confronto, apertosi alle ore 17.18 con l'intervento di Orietta Vanin, assessore del Comune di Mira, è stato moderato dal giornalista Mario Ongaro che ha elencato come ospiti della serata Silvia Chimienti ed Emanuele Cozzolino, portavoce m5s alla Camera dei Deputati, Giuseppe Civati, deputato del Gruppo             Misto, Erika Baldin, consigliera m5s Regione Veneto, Carlo Salmaso, Comitato LIP (Legge Iniziativa Popolare) Scuola e Antonio Giacobbi, presidente Associazione professionale Proteo Fare Sapere Veneto.  
"La scuola diventa bene da presidiare - dice Orietta Vanin - con le forze di tutti per mantenere il sevizio; a Mira non si è aumentato nessun costo, anzi, diminuite le rette, non abbiamo aumentato i buoni pasto, non abbiamo aumentato il sevizio di scuola-bus. Questa sera incominciamo a parlare di scuola nella maniera più corretta e giusta".
"Si continua a parlare di "Buona Scuola"- afferma Mario Ongaro - che sia una buona riforma è da verificare. Non piace a nessuno che debba essere chiamata "Buona Scuola".
"Questa riforma - sostiene Pippo Civati alle 17.30 - trasforma i cittadini da sovrani in sudditi, c'è tradimento di promesse elettorali. Il presidente non può decidere da solo ma autonomo nella collegialità. Non è vero che ci sono riforme fatte da destra e riforme fatte da sinistra. Rischia di ingannare. Il fatto che aumentino le diseguaglianze. Scuole fatte per censo. Scuole con professori blasonati. Ricchi, poveri. Studenti italiani si devono incontrare in uno spazio pubblico. Lo spazio deve essere libero, indipendente, autonomo. Un professore non deve essere inviso a nessuno ma deve essere quello che prescrive il programma. Hanno promesso una grande assemblea. Tocci doveva fare da mediatore, sintesi; non è stato invitato alla riunione in cui si decideva. Cosa si è deciso? Un Disegno di legge che è diventato Decreto legge perché non si è potuto discutere".
Alle 17.35 interviene Carlo Salmaso ed afferma: "Chiedo che mi mandino un insegnante di matematica: "Non c'è insegnate di matematica, ma ti manderò uno di educazione fisica". Caduta di qualità.  Mettere in chiaro che quello che è inserito nei commi dell'articolo di legge è inattuabile ".
"In un'aula dove c'è un presidente che decide tutto da solo - sostiene Silvia Chimienti alle 17.52 - non c'è stato mai ascolto di cosa chiedevano i cittadini. Ricatto. Si parte a settembre con un pacchetto di 148.000 assunzioni; ad oggi 36.000 insegnati assunti. Frode. Bluff. Come approvata la riforma? Senza ascoltare nessuno. Addirittura con l'inganno. Promesse nuove consultazioni. Arroganza governo. Ringrazio Pippo Civati che non ha votato la "Buona Scuola". Stiamo mettendo in campo una mobilitazione. Attacco alla democrazia. Costruire un fronte comune per riprenderci quello che ci stanno togliendo".
Alle 18.02 interviene l'assessore Vanin per una precisazione."Abbiamo invitato tutte le forze politiche presenti nella Commissione Cultura e Istruzione e non tutti hanno dato disponibilità".
"Non vogliamo che ci siano scuole di seria A e serie B per alunni e insegnanti - afferma Erika Baldin - la scuola è un diritto. La riforma va a toccare competenze esclusive alla Regione e questo che andiamo a sollevare che è contro la Costituzione. Ci sono conseguenze negative per alunni e insegnanti: procedure poco democratiche".
Antonio Giacobbi rigetta le derive liberiste per la formazione dei docenti. Non esiste il docente che lavora da solo; bisogna che il docente lavori in gruppo. La formazione individuale non aiuta il processo. La legge non ci piace".
Alle 18.14 il moderatore invita il pubblico ad intervenire.Si parla di classi pollaio e di "ideologia gender".
Qual è il problema?
Nel pensiero repubblicano democratico si da rilievo alle virtù civiche e alla partecipazione sociale, cioè non solo libertà da intrusione nel mio spazio privato, ma anche e, soprattutto, "libertà per" fare qualcosa. Si tratta di essere attenti alle esigenze della società civile ed impegnarsi nel presente per cose concrete, cioè essere aderenti alle attese dei lavoratori e dei giovani.
La società civile è tale se fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, se è ben salda sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano e se si avvale della forza della libertà.

Francesco Liparulo - Venezia

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