LA
"BUONA SCUOLA" DI RENZI
NON
PIACE ALLA CITTADINANZA
Confronto
e dibattito sabato 10 ottobre sulla legge 13 luglio 2015, n.107, la "Buona
Scuola", organizzati dall'Assessorato alle Politiche Educative del Comune
di Mira nell'Auditorium della Biblioteca di Oriago di Mira (VE).
Lo spazio di confronto,
apertosi alle ore 17.18 con l'intervento di Orietta Vanin, assessore del Comune
di Mira, è stato moderato dal giornalista Mario Ongaro che ha elencato come
ospiti della serata Silvia Chimienti ed Emanuele Cozzolino, portavoce m5s alla
Camera dei Deputati, Giuseppe Civati, deputato del Gruppo Misto, Erika Baldin, consigliera m5s
Regione Veneto, Carlo Salmaso, Comitato LIP (Legge Iniziativa Popolare) Scuola
e Antonio Giacobbi, presidente Associazione professionale Proteo Fare Sapere
Veneto.
"La
scuola diventa bene da presidiare - dice Orietta Vanin - con le forze di tutti
per mantenere il sevizio; a Mira non si
è aumentato nessun costo, anzi, diminuite le rette, non abbiamo aumentato i
buoni pasto, non abbiamo aumentato il sevizio di scuola-bus. Questa sera
incominciamo a parlare di scuola nella maniera più corretta e giusta".
"Si
continua a parlare di "Buona Scuola"- afferma Mario Ongaro - che sia
una buona riforma è da verificare. Non
piace a nessuno che debba essere chiamata "Buona Scuola".
"Questa riforma - sostiene Pippo Civati
alle 17.30 - trasforma i cittadini da
sovrani in sudditi, c'è tradimento di promesse elettorali. Il presidente
non può decidere da solo ma autonomo nella collegialità. Non è vero che ci sono
riforme fatte da destra e riforme fatte da sinistra. Rischia di ingannare. Il
fatto che aumentino le diseguaglianze. Scuole fatte per censo. Scuole con
professori blasonati. Ricchi, poveri. Studenti italiani si devono incontrare in
uno spazio pubblico. Lo spazio deve essere libero, indipendente, autonomo. Un
professore non deve essere inviso a nessuno ma deve essere quello che prescrive
il programma. Hanno promesso una grande assemblea. Tocci doveva fare da
mediatore, sintesi; non è stato invitato alla riunione in cui si decideva. Cosa
si è deciso? Un Disegno di legge che è
diventato Decreto legge perché non si è potuto discutere".
Alle
17.35 interviene Carlo Salmaso ed afferma: "Chiedo che mi mandino un
insegnante di matematica: "Non c'è
insegnate di matematica, ma ti manderò uno di educazione fisica".
Caduta di qualità. Mettere in chiaro che
quello che è inserito nei commi dell'articolo di legge è inattuabile ".
"In
un'aula dove c'è un presidente che
decide tutto da solo - sostiene Silvia Chimienti alle 17.52 - non c'è stato
mai ascolto di cosa chiedevano i cittadini. Ricatto. Si parte a settembre con
un pacchetto di 148.000 assunzioni; ad oggi 36.000 insegnati assunti. Frode. Bluff.
Come approvata la riforma? Senza ascoltare nessuno. Addirittura con l'inganno.
Promesse nuove consultazioni. Arroganza governo. Ringrazio Pippo Civati che non
ha votato la "Buona Scuola". Stiamo mettendo in campo una mobilitazione.
Attacco alla democrazia. Costruire un fronte comune per riprenderci quello che
ci stanno togliendo".
Alle
18.02 interviene l'assessore Vanin per una precisazione."Abbiamo invitato tutte le forze politiche
presenti nella Commissione Cultura e Istruzione e non tutti hanno dato
disponibilità".
"Non vogliamo che ci siano scuole di seria A
e serie B per alunni e insegnanti - afferma Erika Baldin - la scuola è un
diritto. La riforma va a toccare competenze esclusive alla Regione e questo che
andiamo a sollevare che è contro la Costituzione. Ci sono conseguenze negative
per alunni e insegnanti: procedure poco democratiche".
Antonio
Giacobbi rigetta le derive liberiste per
la formazione dei docenti. Non esiste il docente che lavora da solo;
bisogna che il docente lavori in gruppo. La formazione individuale non aiuta il
processo. La legge non ci piace".
Alle
18.14 il moderatore invita il pubblico ad intervenire.Si
parla di classi pollaio e di "ideologia gender".
Qual
è il problema?
Nel pensiero repubblicano democratico si da rilievo
alle virtù civiche e alla partecipazione sociale, cioè non solo libertà da
intrusione nel mio spazio privato, ma anche e, soprattutto, "libertà
per" fare qualcosa. Si tratta di essere attenti alle esigenze
della società civile ed impegnarsi nel presente per cose concrete,
cioè essere aderenti alle attese dei lavoratori e dei giovani.
La società civile è tale se fondata sul
rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, se è ben salda
sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano
e se si avvale della forza della libertà.
Francesco
Liparulo - Venezia
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