IL CAMMINO È STATO SEGNATO DA MONTI
RICOSTRUIRE UNA SOCIETÀ SFIDUCIATA
"Gli sforzi compiuti per affrontare la crisi - ha detto Giorgio
Napolitano - hanno indirizzato l'Italia sul giusto binario. L’Italia
condivide con l’Europa fenomeni di recessione e di disoccupazione crescente. La
preoccupazione per quei fenomeni e per il malessere sociale che ne deriva, e
quindi per i rischi cui è esposta la coesione sociale, deve essere al centro
dell'attenzione delle istituzioni.
Si invita il governo non solo a "procedere con decisione e
tempestività nelle misure già adottate", ma di "alzare l'asticella" per la ripresa dell'economia. Il ritorno alla crescita
contribuirebbe "a un miglioramento delle condizioni del credito e del
clima di fiducia".
La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un
Partito costituito da cittadini decisi ad ascoltare il popolo e a
trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria in un momento
di profonda recessione per l’Italia. Il Governo Monti è riuscito a impedire
il tracollo dello Stato. Il passo restrittivo, imposto dai tecnici
per la salvaguardia delle finanze pubbliche, richiede un
ulteriore passo nella direzione dello sviluppo e dell'occupazione per uscire
dalla recessione.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e
sostenga” il cittadino secondo il principio della sussidiarietà,
agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle
organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel
tempo.
“Il compito di ristabilire un'Italia capace di crescere – ha detto
Mario Monti – è appena cominciato. Il futuro dell'Italia dipende dalla volontà riformatrice della politica in
Italia. La crisi sta imponendo un prezzo altissimo alle famiglie, ai giovani,
ai lavoratori, alle imprese”.
“Indispensabile l'impegno comune - ha sostenuto il capo dello Stato
- per far fronte alla difficile situazione economica e finanziaria”. Per il
Presidente, la parola unità “si sposa con pluralità, diversità, solidarietà,
sussidiarietà. Sentirsi Italiani
significa riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie
in difficoltà”.
“Siamo ad un punto di disfunzione democratica pericolosissima –
ha detto Marco Vitale al Centro Congressi della Fiera di Verona – dobbiamo
ricostruire la democrazia del nostro Paese e mondialmente dobbiamo ricostruire
il pensiero economico”. L’economista ha incitato i giovani a impegnarsi per una
“Democrazia Sostanziale Coerente” in grado di consentire “un paziente lavoro
coerente” da parte della società politica per “traghettare l'Italia fuori da
questa situazione attraverso dismissioni, sviluppo del reddito e la
diminuzione della macchina politica che è la più costosa del mondo”.
In un mondo sempre più connesso, il commercio è globalizzato con
investimenti e reti di produzione che uniscono tutti I Paesi in grado di
produrre beni e servizi competitivi. Si produce dove è più conveniente. L'Italia
non è più competitiva per la mancanza di leggi e regole idonee a far
fronte alle sfide del mondo globalizzato. Negli ultimi anni l’economia mondiale
e la politica mondiale sono cambiate. Gli Stati Uniti d'America e l'Europa
hanno perso i loro primati con la “crescita di produttività” di
Cina, India e di altri “mercati emergenti” tra cui Brasile e
Russia che sono in grado di attrarre i capitali per le loro produzioni
industriali e per la fornitura di energie. I costi di trasporto
intercontinentali sono stati ridotti e si produce dove il costo della mano
d'opera è di gran lunga inferiore rispetto a quello dell’Occidente. Beni
che una volta erano prodotti negli USA o in Europa ora sono fabbricati in Paesi
che, pur essendo considerati in via di sviluppo, hanno un prodotto interno
lordo che cresce più del 7%.
Qual è il problema?
L'incubo della disoccupazione affligge "le fasce più deboli" degli
Italiani. “La creazione di occupazione è una sfida per tutti i Paesi – ha detto
Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – e tocca al settore privato
creare lavoro economicamente e socialmente sensibile, mentre ai governi
tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili, un clima favorevole
per gli investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione
bilanciata del mercato del lavoro”.
Si tratta di riaffermare e realizzare per la nostra “società attenta
ed esigente” i “valori forti” del popolo italiano che sono “dignità
della persona che lavora, famiglia, solidarietà, sussidiarietà, economia
sociale di mercato” per far fronte all’impoverimento delle famiglie, alla
crescente disaffezione verso la politica, al peggioramento delle prospettive di
stabilità per il lavoro dei giovani, all’ingiustizia sociale, costituita
dall’aumento di ricchezza per pochi e dall’indebitamento crescente per molti.
Occorre generare nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare
un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il lavoro con
un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui
centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul
progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la
dignità dell'uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte
naturale.
Lo Stato deve provvedere a migliorare le infrastrutture, a
sostenere la ricerca scientifica e a regolamentare il mercato, producendo
normative finanziarie e creando maggiore equilibrio tra domanda e offerta
nell’ambito del territorio nazionale. Si tratta di frenare la povertà
dilagante e la perdita dei posti di lavoro, garantendo equità sociale ed
eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha troppo e chi non ha nemmeno il
necessario per mantenere la famiglia.
La “cellula vitale” della società, la famiglia naturale, costituita
dall’amore di un uomo e una donna che attraverso la procreazione dei loro figli
tramandano i valori del loro popolo, è minacciata dalla pressione degli
interessi utilitaristici che non
considerano il valore e la dignità dell’essere umano. Questa espressione
originaria della società umana richiede il rispetto del principio di
sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale, legislativo offerto
alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura
di famiglia” può garantirla dalle derive individualiste perché la persona e
i suoi bisogni devono essere al centro delle attenzioni delle Autorità
politiche.
La politica degli interessi ha dimenticato i valori del popolo italiano. I partiti non sono
strutturati dal basso e non sono radicati sul territorio; questo denota
mancanza di democrazia. Si auspica la reintroduzione della preferenza nella
scheda elettorale. Le liste elettorali fatte a Roma non permettono di
risolvere i gravi problemi della crisi economico – finanziaria che crea
disoccupazione e toglie il reddito alle famiglie italiane.
La democrazia è un sistema politico in cui il popolo ha bisogno di testimoni
che gli insegnino ad essere autenticamente popolo. Il corpo politico
necessita di persone che mantengano la tensione morale nella comunità civile,
perché ha esigenza di ritrovare la propria identità attraverso l’azione di
politici che sappiano promuovere il benessere sociale per tutti. I valori
del popolo italiano tra cui in primo luogo quello della persona e
del lavoro devono essere difesi per conservare la nostra identità.
"Adesso" c'è recessione in Italia con un debito pubblico che
sfiora 2 mila miliardi di euro di cui ogni anno il contribuente deve pagare
circa 80 miliardi di interessi. La crisi economico - finanziaria ha
portato disoccupazione e povertà per 8 milioni di cittadini italiani. I
vecchi partiti rischiano di scomparire, dilaniati da beghe interne.
“La società civile italiana - ha detto Angelo Scola, arcivescovo di
Milano - è una grande risorsa. Ci vuole una nuova cultura della politica”.
Per il cardinale, la città italiana è una realtà che “scopre il suo nuovo volto
di città plurale, in cui si incontrano mondi e credi diversi. Dobbiamo trovare
un criterio che ci consenta una vita buona anche dentro la società plurale. Non
ci si può lasciare schiacciare sulla crisi finanziaria, che pure va presa
di petto con estrema serietà. Se non si rinnova la politica, attraverso una
nuova cultura non sarà possibile creare soggettività sociale nuova.
Scelta civica è in grado di
proporre agli Italiani una società fondata sulla libertà e sullo sviluppo
economico con le sue "nove proposte programmatiche prioritarie". La politica funziona se toglie gli ostacoli che ogni persona ha
nella ricerca del suo appagamento. Il suo fine più profondo quando
la società matura sul piano etico. Etica intesa come respiro complessivo
di un popolo, come etica pubblica, cioè come trasparenza dei rapporti
sociali.
Occorre "eliminare gli sprechi
e chiudere le falle nelle amministrazioni pubbliche, togliere sabbia dagli
ingranaggi del proprio tessuto produttivo e valorizzare le proprie eccellenze ".
La politica economica non deve essere basata su continue tasse.
Nella riforma tributaria bisogna porre al centro la famiglia per una "società a misura di famiglia". Sì al risanamento finanziario e alla crescita
tenendo conto che bisogna dare risposte ai giovani ed eliminare la
disoccupazione per garantire
"l'equilibrio
democratico e la convivenza civile".
Francesco Liparulo - Venezia
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