IL NORD EST RIVENDICA
IL SUO RUOLO POLITICO
L'UDC è un partito costituito da uomini e donne,
animati da un profondo senso civico, che credono nella possibilità di una
politica capace di dare risposte soprattutto ai bisogni economici dei
lavoratori e delle loro famiglie, di garantire la
legalità e i diritti civili, cioè un
partito che vuole essere vero motore di promozione sociale e politica. Forti e
condivisi sono stati e sono i punti di riferimento morale come la difesa della
vita umana dal concepimento alla morte naturale. Sul riconoscimento della
sacralità della vita umana si vuole costruire una società giusta. Tra la libertà individuale autonoma e la gestione del bene e del
giusto, la legge civile dovrebbe indirizzare a fare ciò che è giusto. La politica è considerata giusta se realizza il compimento del bene
comune, cioè se crea prosperità materiale quale presupposto per
“un’esistenza buona” del cittadino.
Si vuole porre al centro la persona
perché è l'elemento che permette di utilizzare un linguaggio comune per la
"vita buona" di tutti. Il
problema è disporre di uomini e donne aperti alla mediazione, non
rinunciatari sui valori fondamentali della vita e senza paura di cambiare ciò
che non è più rispondente alla sensibilità ed ai bisogni dei cittadini. Si
tratta di avere nel partito dei veri
testimoni del popolo per promuovere la libertà, la laica autonomia delle
Istituzioni Politiche e uno Stato di diritto nella forma democratica con la
libera partecipazione dei cittadini alla politica.
Si vuole promuovere un'idea di territorialità imprescindibile da quella di
un'Europa unita, come Europa dei popoli e di una sovranità nazionale.
L'azione morale di ogni
persona si realizza nella costituzione del bene comune, cioè nell'agire sociale
attraverso varie forme espressive che sono la famiglia, i gruppi sociali
intermedi, le associazioni, le imprese di carattere economico, le città, le
regioni, lo stato e la comunità di un popolo. Si tratta di vivere insieme agli altri e di esprimere la propria libertà per un
interesse comune in rapporto alla parte di benessere che si può trarre, cioè di
esprimere il proprio essere politico, inteso come inclinazione a vivere in
società. Questo bisogno di ogni uomo e donna scaturisce dalla “necessità di
aprirsi alle comunicazioni della conoscenza e dei rapporti di amicizia” che
esigono di relazionarsi con gli altri.
La società civile è una società di persone e l'unità
sociale è la persona umana. La sua dignità si promuove soprattutto con la cura
della famiglia naturale, considerata cellula vitale di ogni società civile.
Questa espressione originaria della socialità umana richiede il rispetto del
principio di sussidiarietà, inteso come aiuto economico, istituzionale,
legislativo offerto alla famiglia. Soltanto la costituzione di una società “a misura di famiglia” può garantirla
dalle derive individualiste perché la persona e i suoi bisogni devono essere al
centro delle attenzioni delle forze politiche.
Il cittadino che aspira
a fare politica deve essere fermamente convinto che si debbano difendere i diritti di ogni essere umano, indipendentemente dalla
sua età, dal suo ceto sociale, dal colore della sua pelle, dal suo stato di
salute. Si tratta di credere che la
politica debba essere un servizio per la persona, che il valore del giusto
o del non giusto debba dipendere soprattutto dal rispetto dei diritti naturali
e che la procedura democratica debba dipendere dalla dignità della persona
(bambino, adulto, anziano, diversamente abile).
La persona al centro perché l'essere
umano non è un'isola, ma vive in una comunità per il suo carattere sociale.
Ferma e indelebile la convinzione che la famiglia, fondata liberamente sul
matrimonio tra un uomo e una donna è la prima società naturale che ha la
priorità sulla società civile e sullo Stato. Si tratta di tutelare la famiglia attraverso il salario familiare e una riforma
fiscale che tenga conto dei componenti del nucleo familiare. Tutti noi pensiamo
che sia necessario valorizzare la
libertà dei genitori per l'istruzione dei propri figli e l'impegno e
prevenire a livello sociale i comportamenti a rischio (droga, alcolismo...).
La famiglia italiana di oggi deve
affrontare l’attuale crisi finanziaria, economica e valoriale. Si tratta di
recuperare “le radici della crescita delle Regioni per promuovere le loro
qualità produttive che fanno vincere le sfide della globalizzazione. Milioni di
Italiani vivono, secondo le recenti statistiche, con la metà del reddito medio
nazionale (circa 600 euro al mese). La crescita degli indigenti evidenzia una
forte disuguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, sociali, spirituali essenziali per lo sviluppo della società civile.
La
razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la
legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le
strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e
del senso dell'amore civico.
L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e
dell’esigenza della pace sociale, dell’amore, delle energie morali e
spirituali. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per
essere liberi. La forza della società politica presuppone la giustizia perché
si avvale delle energie dei cittadini in quanto energie di uomini liberi che
sanno esprimersi con amicizia.
La comunità politica esige la costruzione di una società in cui possa attuarsi quello
che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione del suo essere una
persona che comunica con gli altri per il suo bene materiale e spirituale e per
costruire il bene comune della società civile. La politica
aderente ai bisogni del cittadino è quella di riaffermare in ogni
ambito della società che ogni uomo è portatore di diritti universalmente
riconosciuti e inalienabili di fronte a qualsiasi esigenza contingente.
La società italiana potrà durare nel tempo se la libertà sociale è ben salda sulla
giustizia e sul senso dell’amicizia civica. Il ruolo della giustizia
è quello di eliminare gli ostacoli alle pacifiche relazioni tra le persone,
cioè eliminare le ingiustizie sociali che creano odio e risentimenti tra chi
gode di benefici e chi non dispone nemmeno dell’essenziale per vivere. L'amicizia
conferisce dinamicità alle relazioni interpersonali perché
infonde entusiasmo che spigiona le energie più profonde dell’animo umano.
La coesione tra le persone richiede la forza vitale della solidarietà che
costituisce l’anima della società; questa è costituita dall’azione delle
persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio,
inteso come dono di sé al servizio degli altri. L’accostamento tra le persone
deve esprimersi in una “cooperazione per cose concrete e determinate” a beneficio
di tutti, senza alcuna distinzione che crei ingiustizie e soprusi.
L'azione dell'eletto del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di
arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per
tutti gli uomini e le donne. Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio,
la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di
sacrificio. I rappresentanti del popolo devono essere in grado di
mobilitare le forze morali e spirituali del popolo che conferisce loro la piena
e autonoma rappresentanza democratica.
Lo slogan degli aderenti al Partito Popolare Europeo è “forte per i cittadini”. La virtù della
fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della
società. Si tratta di essere saldi e stabili nell’adesione al bene comune che
deve riversarsi su tutti i cittadini, cioè sostenere e affrontare con pazienza,
sofferenza e generosità le ingiustizie politiche ed economiche. L’uso della
forza spirituale è regola di condotta per coloro che vogliono vivere
conformemente alla dignità della persona umana.
L'attività politica non deve essere fondata sull’odio, l’avidità, la gelosia, l’egoismo,
l’orgoglio e l’astuzia. La “forza dell’amore” significa amare il proprio
avversario politico ed essere umani nei suoi confronti, cioè essere aderenti
alla verità della persona.
La politica
della verità è basata sul coraggio personale e sulle energie di coloro che
orientano la politica al suo vero fine, cioè aderire coscientemente con tutte
le forze per l’affermazione della dignità di ogni uomo con spirito di carità.
Questo modo di agire è politica di solidarietà e la comunità civile
si mantiene tale se è coesa nell'amicizia fra tutti i cittadini.
L'impegno del politico
in economia deve essere quello del Bene comune,
cioè la realizzazione delle condizioni che assicurino un benessere socio
economico per la promozione di un'esistenza di vita degna che vale la pena di
essere vissuta pienamente in libertà, ritenendo che la tutela del diritto
naturale alla proprietà privata è alla base dell'ordine sociale e morale. Il
partito è coeso per l'applicazione del
principio di sussidiarietà da parte dello Stato per valorizzare gli enti
locali, le organizzazioni e le associazioni intermedie, l'iniziativa privata,
la piccola e media impresa.
L'esponente dell'UDC si vuole impegnare affinché la persona umana sia il soggetto, il fine del lavoro e la misura della
dignità del lavoro. A fondamento della sua attività c'è l'impegno per i più deboli e i diversamente
abili. "L'UDC - ha sostenuto Pier Ferdinando Casini - ha bisogno di persone che credono a un
progetto per il Paese. Siamo a un bivio, potremmo fare finta che tutto ciò'
che abbiamo fatto in questi anni, in primis i sacrifici dei mesi trascorsi, non
vale più e ricominciare a fare le cicale. Gli Italiani hanno fatto i sacrifici
che la situazione ci ha imposto. Abbiamo avuto la fase del rigore ora pensiamo
allo sviluppo economico, al lavoro, alla crescita”.
Si tratta di realizzare
un “Programma di cose concrete”
miranti ad attuare un piano straordinario per
l'occupazione giovanile, salvaguardando “esodati” ed ultracinquantenni,
promuovere un piano nazionale per la
famiglia con più equità fiscale, garantire il libero accesso alla Sanità,
sostenere le imprese agricole tutelando il “made in Italy”, sostenere l’accesso
al credito delle piccole e medie imprese, accrescere gli investimenti nella ricerca,
ridurre la spesa pubblica, sviluppare la lotta all’evasione, modificare le
regole del patto di stabilità, valorizzare il patrimonio paesaggistico,
artistico e culturale.
Per
governare il Paese e fare ciò che è giusto, occorre la scelta
oculata di chi possa rappresentare il popolo con una “specchiata moralità
personale”, abbia dimostrato di vivere con rettitudine, abbia “competenza e
passione per il bene comune”, sia credibile per risolvere le “patologie
politiche” della città.
Si tratta di costruire un “Centro
politico di forze dinamiche e responsabili” i cui componenti sanno essere “liberi e forti” per opporsi allo
statalismo e alla demagogia, cioè uomini e donne, animati da uno spirito di servizio nei confronti della
comunità civile, in grado di risolvere la questione sociale, cioè “il
disagio della gente”, lo sconcerto delle famiglie e la rabbia dei giovani”. Si
tratta di affrontare la “perfida crisi”,
cioè eliminare “le crescenti differenze fra pochi, sempre più ricchi, e molti,
irrimediabilmente più poveri. Occorre generare
nuove imprese, attrarre nuovi investimenti, dare un valore positivo a chi
fa impresa, riportare al centro il lavoro con un mercato inclusivo per i
giovani, le donne e gli immigrati.
Il valore del lavoro umano, che è tale perché caratteristica
essenziale di ogni persona e bene fondante di ogni sviluppo sociale, non può
essere calpestato per finalità non rispondenti ai veri bisogni primari dei
cittadini. Il benessere materiale perde significato se non si dà importanza
alla dignità del lavoro, cioè la società civile si disgrega e perde
coesione se l’attività che genera ricchezza non è protetta da norme
che assicurino l’esistenza del lavoratore e della sua famiglia.
L’attuale “Stato laico” non controbilancia la pressione competitiva
dell’economia di mercato con l’azione dei pubblici poteri, cioè non assicura
con il suo intervento diretto o mediato la dignità dei cittadini che
lavorano.
Occorre vincere lo
statalismo, la partitocrazia ed eliminare lo sperpero del denaro pubblico per il trionfo della
giustizia sociale. Si tratta di raggruppare tutti coloro che vorranno dedicarsi
a una certa concezione di democrazia da perseguire e dei mezzi idonei per il
conseguimento della "vita buona" per tutti. L'azione del testimone
del popolo non è semplice sopportazione, cioè non è calma imperturbabile, ma è provocazione che mira ad eliminare gli
ostacoli della vita dei cittadini per la pace e la riconciliazione sociale.
La questione del governo del Paese richiede la costituzione di un
“Partito della nazione”, costituito da cittadini decisi ad ascoltare il
popolo e a trovare i rimedi per uscire dalla crisi economico – finanziaria in
un momento di profonda recessione per l’Italia. Il Governo Monti è riuscito
a impedire il tracollo dello Stato, imponendo un regime di rigore alla
spesa pubblica e maggiori tasse, con conseguenze inattese per le famiglie
italiane costrette a far fronte alla crisi con l’indebitamento e
l’impoverimento (5 milioni di famiglie stentano a vivere quotidianamente). Il
passo restrittivo imposto dai tecnici del governo per la salvaguardia delle
finanze pubbliche, richiede un ulteriore passo nella direzione dello
sviluppo e dell'occupazione per uscire dalla recessione.
L'Italia deve camminare con due gambe, cioè l'austerità fiscale deve congiungersi
sussidiariamente con gli investimenti per la crescita economica. Al governo
“tocca fornire le condizioni macroeconomiche stabili – ha detto Ignazio Visco,
governatore della Banca d’Italia – con un clima favorevole per gli
investimenti, un solido quadro legislativo e una regolamentazione bilanciata
del mercato del lavoro”.
C'è l'esigenza per la società civile di
uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” il cittadino
secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle
energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una
comunità civile che si conserva nel tempo. Il governo deve provvedere a
migliorare le infrastrutture, a sostenere la ricerca scientifica e a
regolamentare il mercato producendo normative finanziarie e creando maggiore
equilibrio tra domanda e offerta nell’ambito del territorio nazionale. Si
tratta di frenare la povertà dilagante e la perdita dei posti di lavoro,
garantendo equità sociale ed eliminando le ingiustizie sociali tra chi ha
troppo e chi non ha nemmeno il necessario per mantenere la famiglia. Occorre
dare spazio alla sussidiarietà, generare nuove imprese, attrarre nuovi
investimenti, dare un valore positivo a chi fa impresa, riportare al centro il
lavoro con un mercato inclusivo per i giovani, le donne e gli immigrati.
La globalizzazione si governa promuovendo occupazione che dà
prosperità, garantendo l'equità che elimina le ingiustizie sociali e
armonizzando la sostenibilità per le prossime generazioni. Soltanto l'intervento
dello Stato può compendiare l'azione degli investitori mondiali in modo da
attrarre i capitali con una giusta ed equa regolamentazione finanziaria e
commerciale per promuovere occupazione e progresso per tutta la cittadinanza,
cioè attuare un'economia sociale di mercato e promuovere la solidarietà e la
sussidiarietà.
Francesco Liparulo - Venezia
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