EQUILIBRI POLITICI RIBALTATI
È ORA DI SCENDERE IN CAMPO
“Ci assilla - ha detto Giorgio Napolitano - il rilancio della crescita produttiva e occupazionale perché i dati sono allarmanti e non solo per L’Italia. Non basta invocare la crescita con invocazioni quotidiane. Serve un mercato del lavoro meglio regolato ed efficiente, ma serve anche una nuova occupazione per i giovani. Una seria disoccupazione e inoccupazione giovanile pesa sulle famiglie. È chiaro che c’è un urgente bisogno di dare maggiore attenzione al tema del disagio sociale, perché abbiamo un aggravarsi del disagio delle famiglie e un aggravarsi della povertà”.
Per il Presidente della Repubblica, “bisogna riuscire a creare prospettive di lavoro degne per i giovani". L’Italia deve essere unita per risolvere i gravi problemi: uno Stato indebolito di fronte alle speculazioni del mercato finanziario, una democrazia apparentemente fragile di fronte alla crisi, un elettorato che sfiducia i partiti tradizionali e si lascia convincere dalle parole dell’attore comico Beppe Grillo che ottiene un ottimo risultato nelle amministrative per il suo Movimento politico. L'impegno comune per Napolitano è quello della tutela dei valori primari, quali il lavoro e la persona che la nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica. Per i Capo dello Stato, “è un presente duro quello che l'Italia del lavoro sta vivendo” con le drammatiche difficoltà di troppe famiglie e imprese.
Preoccupanti sono i dati del Rapporto annuale 2012 dell’Istituto di statistica: il 41,9% degli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori (nel 1993 era solo del 33,2%). Il 45% della fascia 25-34 anni dichiara di non poter andare via di casa, perché non in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare un’abitazione. Ci sono 2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano lavoro.
“Se non apriamo ai giovani - ha esplicitato Giorgio Squinzi, neo presidente di Confindustria – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia”.
“Il sottoutilizzo delle risorse dei giovani - ha enfatizzato Mario Draghi - riduce in vari modi la crescita, abbassa la probabilità di nascita di nuove imprese, determina a lungo andare il decadimento del capitale umano”. Per il presidente della Banca Centrale europea, i giovani sono costretti “come fatto ineluttabile” a uno stato di precarietà occupazionale: in Italia il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni nei primi mesi del corrente anno era del 34,2% contro una media europea del 22%.
“L’uscita dalla crisi – ha detto Mario Monti, presidente del Consiglio – richiede un rilancio della crescita economica a livello europeo, non dobbiamo mai farci prendere dallo sconforto”. Il premier italiano è il portavoce in Europa della necessità di un sostegno alla crescita delle economie fragili dei vari Paesi. Si auspicano meno vincoli sul mercato del lavoro, in campo energetico e sulla ricerca. Il capo del governo riesce a convincere i vari leader europei della immediata necessità di far saldare i debiti della Pubblica amministrazione alle imprese, in deroga a quanto stabilito dalle regole sulla disciplina di bilancio per gli Stati dell’Eurozona (Fiscal Compact).
“Il progetto di costituire un Partito della nazione – ha sostenuto Pier Ferdinando Casini – se prima era urgente ora è fondamentale. Le forze che sostengono il Governo Monti non devono abbassare la guardia perché per gli Italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani. C'è bisogno di iniettare liquidità al sistema, di cominciare a pagare le imprese e c'è bisogno che l'Europa parli di crescita”.
Il leader dell'Udc incita la società politica a scegliere persone in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base della comunità politica italiana. L'invito è rivolto soprattutto ai giovani “in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese”. Il Partito della nazione “è un’esigenza avvertita sempre più forte e non si può pensare che il partito nuovo - sostiene Casini - lo creo io, pensando al nome e al programma. Deve essere un'impresa collettiva. C’è bisogno di interpretare una diffusa esigenza di serietà e di rifiuto del populismo".
La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino, cioè la cittadinanza ha bisogno di persone che credono a un Progetto per il Paese. Si tratta di raggruppare tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
“Non esitate a scendere in campo – afferma Giorgio Napolitano, rivolgendosi a Palermo a una folla di ragazzi per la commemorazione della strage di Capaci – i giovani devono impegnarsi al più presto. Al Paese occorre ora stabilità di governo e una legge elettorale che consenta nuove elezioni per eliminare l’evidente scollamento dei cittadini dalla politica e per ridare slancio e capacità innovativa al sistema politico e istituzionale”. Si tratta di puntare sulle risorse del coraggio e delle energie di coloro che vogliono lottare affinché la politica stessa sia orientata al suo vero fine che è quello della solidarietà perché la società civile si fonda sulla coesione tra le persone e la solidarietà costituisce forza che tiene unita una comunità politica.
Il Partito della nazione necessita di cittadini che hanno un programma di idee e vogliono realizzare cose concrete per far funzionare in modo corretto l'economia locale e concorrere all'economia di tutto il Paese. Si tratta di: saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi sostenibili per gas, acqua, energia e raccolta rifiuti. Occorre ora “aiutare il Professor Monti a trovare convergenze” per dare risposte chiare alle imprese e soprattutto lavoro ai quasi 2 milioni di giovani italiani senza lavoro.
È ORA DI SCENDERE IN CAMPO
“Ci assilla - ha detto Giorgio Napolitano - il rilancio della crescita produttiva e occupazionale perché i dati sono allarmanti e non solo per L’Italia. Non basta invocare la crescita con invocazioni quotidiane. Serve un mercato del lavoro meglio regolato ed efficiente, ma serve anche una nuova occupazione per i giovani. Una seria disoccupazione e inoccupazione giovanile pesa sulle famiglie. È chiaro che c’è un urgente bisogno di dare maggiore attenzione al tema del disagio sociale, perché abbiamo un aggravarsi del disagio delle famiglie e un aggravarsi della povertà”.
Per il Presidente della Repubblica, “bisogna riuscire a creare prospettive di lavoro degne per i giovani". L’Italia deve essere unita per risolvere i gravi problemi: uno Stato indebolito di fronte alle speculazioni del mercato finanziario, una democrazia apparentemente fragile di fronte alla crisi, un elettorato che sfiducia i partiti tradizionali e si lascia convincere dalle parole dell’attore comico Beppe Grillo che ottiene un ottimo risultato nelle amministrative per il suo Movimento politico. L'impegno comune per Napolitano è quello della tutela dei valori primari, quali il lavoro e la persona che la nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica. Per i Capo dello Stato, “è un presente duro quello che l'Italia del lavoro sta vivendo” con le drammatiche difficoltà di troppe famiglie e imprese.
Preoccupanti sono i dati del Rapporto annuale 2012 dell’Istituto di statistica: il 41,9% degli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori (nel 1993 era solo del 33,2%). Il 45% della fascia 25-34 anni dichiara di non poter andare via di casa, perché non in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare un’abitazione. Ci sono 2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano lavoro.
“Se non apriamo ai giovani - ha esplicitato Giorgio Squinzi, neo presidente di Confindustria – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia”.
“Il sottoutilizzo delle risorse dei giovani - ha enfatizzato Mario Draghi - riduce in vari modi la crescita, abbassa la probabilità di nascita di nuove imprese, determina a lungo andare il decadimento del capitale umano”. Per il presidente della Banca Centrale europea, i giovani sono costretti “come fatto ineluttabile” a uno stato di precarietà occupazionale: in Italia il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni nei primi mesi del corrente anno era del 34,2% contro una media europea del 22%.
“L’uscita dalla crisi – ha detto Mario Monti, presidente del Consiglio – richiede un rilancio della crescita economica a livello europeo, non dobbiamo mai farci prendere dallo sconforto”. Il premier italiano è il portavoce in Europa della necessità di un sostegno alla crescita delle economie fragili dei vari Paesi. Si auspicano meno vincoli sul mercato del lavoro, in campo energetico e sulla ricerca. Il capo del governo riesce a convincere i vari leader europei della immediata necessità di far saldare i debiti della Pubblica amministrazione alle imprese, in deroga a quanto stabilito dalle regole sulla disciplina di bilancio per gli Stati dell’Eurozona (Fiscal Compact).
“Il progetto di costituire un Partito della nazione – ha sostenuto Pier Ferdinando Casini – se prima era urgente ora è fondamentale. Le forze che sostengono il Governo Monti non devono abbassare la guardia perché per gli Italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani. C'è bisogno di iniettare liquidità al sistema, di cominciare a pagare le imprese e c'è bisogno che l'Europa parli di crescita”.
Il leader dell'Udc incita la società politica a scegliere persone in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base della comunità politica italiana. L'invito è rivolto soprattutto ai giovani “in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese”. Il Partito della nazione “è un’esigenza avvertita sempre più forte e non si può pensare che il partito nuovo - sostiene Casini - lo creo io, pensando al nome e al programma. Deve essere un'impresa collettiva. C’è bisogno di interpretare una diffusa esigenza di serietà e di rifiuto del populismo".
La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino, cioè la cittadinanza ha bisogno di persone che credono a un Progetto per il Paese. Si tratta di raggruppare tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
“Non esitate a scendere in campo – afferma Giorgio Napolitano, rivolgendosi a Palermo a una folla di ragazzi per la commemorazione della strage di Capaci – i giovani devono impegnarsi al più presto. Al Paese occorre ora stabilità di governo e una legge elettorale che consenta nuove elezioni per eliminare l’evidente scollamento dei cittadini dalla politica e per ridare slancio e capacità innovativa al sistema politico e istituzionale”. Si tratta di puntare sulle risorse del coraggio e delle energie di coloro che vogliono lottare affinché la politica stessa sia orientata al suo vero fine che è quello della solidarietà perché la società civile si fonda sulla coesione tra le persone e la solidarietà costituisce forza che tiene unita una comunità politica.
Il Partito della nazione necessita di cittadini che hanno un programma di idee e vogliono realizzare cose concrete per far funzionare in modo corretto l'economia locale e concorrere all'economia di tutto il Paese. Si tratta di: saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi sostenibili per gas, acqua, energia e raccolta rifiuti. Occorre ora “aiutare il Professor Monti a trovare convergenze” per dare risposte chiare alle imprese e soprattutto lavoro ai quasi 2 milioni di giovani italiani senza lavoro.