mercoledì 19 ottobre 2011

Gli Italiani vogliono una politica per affrontare la crisi

EGOISMI ED OPPORTUNISMI
IMPEDISCONO LA CRESCITA
“La disoccupazione e la frustrazione giovanile – dice Giorgio Napolitano il 19 ottobre 2011 alla cerimonia per i nuovi cavalieri del lavoro – devono essere al centro delle nostre preoccupazioni. Dobbiamo avere l’assillo di dare risposte alle istituzioni europee e alle richieste dei giovani. Si guardi con coraggio agli interessi comuni di più lungo termine. Attenzione alla protesta pacifica in uno con il rifiuto e il dovere del rigore contro inammissibili violenze”.
Il Capo dello Stato manifesta la sua preoccupazione per la coesione sociale, l’equilibrio democratico e la convivenza civile. Per Napolitano occorrono “impellenti scelte di riforma strutturale e stimolo alla crescita”. Si tratta di “riconoscere come problemi di tutti quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza, pesanti interrogativi per il futuro. Bisogna “proiettarsi oltre approcci legati a pur legittimi interessi settoriali.
“La priorità assoluta dell’Italia - sostiene Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia – è oggi uscire dalla stagnazione riavviando lo sviluppo con misure strutturali. La bassa crescita dell’Italia è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle giovani generazioni”.
Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria, invoca una immediata attuazione della riforma fiscale e assistenziale. Ivan Malavasi, presidente di Rete imprese, chiede un maggiore impegno contro il sommerso che è ritenuto un “cancro” che determina uno svantaggio competitivo da eliminare. “Ci vuole un Piano Decennale – sostiene l’economista Marco Vitale – per poter traghettare l’Italia fuori da questa situazione attraverso dismissioni, sviluppo del reddito e la diminuzione della macchina politica che è la più costosa del mondo”.
“Il governo con la maggioranza numerica – sostiene Beppe Pisanu, presidente della Commissione Antimafia – non è in grado di reggere i pesi dei problemi che incombono e il Parlamento non è in grado di cambiare il governo”. Si tratta di “debolezza politica”. Una delle cause di questa situazione è “l’intreccio che si è creato tra crisi economico-finanziaria e crisi politica, l’una alimenta l’altra. La soluzione è una grande alleanza che sia in grado di rimettere l’Italia in camminata e di rassicurare i mercati e la comunità internazionale sulla serietà delle nostre intenzioni. Casini può dare un contributo per la nascita e la guida di un movimento politico liberale, laico e cattolico che metta a disposizione delle forze del mutamento, specialmente dei giovani e delle donne”.
I sostenitori del “partito della nazione” sono chiamati a “mantenere desta la sensibilità” per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell’uomo, di fronte ai rappresentanti del popolo che hanno piegato la propria ragione “all’attrattiva dell’utilità individualistica” a danno delle persone che costituiscono la comunità civile. Occorre vincere lo statalismo, la partitocrazia e lo sperpero del denaro pubblico che sono ancora oggi le “le male bestie” di Luigi Sturzo.
Il superamento degli egoismi, cioè il trionfo della giustizia sociale, costituisce il fine dell’agire politico per eliminare gli ostacoli dei cittadini che hanno diritto ad “una vita buona”, fatta di prosperità materiale e spirituale. Il bene comune comprende non solo i servizi di utilità pubblica o di interesse nazionale, ma anche l’integrazione sociologica di tutto ciò che vi è di coscienza civica, virtù politiche, senso del diritto e della libertà, rettitudine morale, amicizia, felicità e virtù nelle vite individuali dei membri della società civile.

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