IL BENESSERE SOCIALE
È PRIORITÀ PER IL PAESE
Giorgio Napolitano partecipa il 26 maggio 2011 all'assemblea annuale di Confindustria che si tiene a Roma nella sala dell’Auditorium.
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, afferma che il Capo dello Stato ha saputo valorizzare i 150 anni dell’Unità d’Italia per il richiamo costante a unirci attorno alle Istituzioni repubblicane e di rafforzare il consenso.
“Il benessere del Paese – sostiene Marcegaglia – deve tornare ad essere la priorità della politica. Dobbiamo muoverci in fretta perché i concorrenti non stanno lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano. La stagione della spesa facile deve essere considerata chiusa. Occorrono interventi che non siano solo di quantità ma siano soprattutto di qualità per aiutare la crescita. Occorre coinvolgere tutte le forze politiche e sociali”.
Il Presidente di Confindustria evidenzia le preoccupazioni di Napolitano per l'attuale crescita del Paese e soprattutto per la disoccupazione giovanile.
Per il Capo dello Stato “le memorie degli eventi che condussero alla nascita dello Stato nazionale sono preziose nella difficile fase che l’Italia sta attraversando per suscitare le risposte collettive di cui c’è bisogno”.
“Nella nostra storia – ha sostenuto Napolitano – la parola unità si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. È il divario tra Nord e Sud, è la condizione del Mezzogiorno che si colloca al centro delle nostre preoccupazioni. Ed è rispetto a questa questione che più tardano a venire risposte adeguate. E non c’è dubbio che la risposta vada trovata in una nuova qualità e in un accresciuto dinamismo del nostro sviluppo economico, facendo leva sul ruolo di protagonisti che sono oggi chiamati ad assolvere il mondo dell'impresa e del mondo del lavoro.
“A me interessa una cosa sola – ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini – che gli Italiani hanno un grande sentimento di unità nazionale. C’è bisogno di lavorare per l'Italia senza polemiche ed esercitare un ruolo di responsabilità individuando modalità organizzative e priorità programmatiche su cui si auspica un positivo confronto con il governo per il bene dell’Italia e per un’autentica coesione nazionale. Basta polemiche, guardiamo all’Italia che con le sue speculazioni internazionali in agguato ha bisogno del concorso di tutti senza confusione né distinzioni di ruoli”.
La società civile si è costituita intorno alla produzione e allo scambio universale delle merci dove i bisogni essenziali dei cittadini passano in secondo ordine per l’attuale globalizzazione economica e finanziaria.
Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario. La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell’uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.
La politica non favorisce la piccola e media impresa per il carico fiscale e creditizio da parte dello Stato. La produttività e competitività è ridotta. Molte aziende devono far fronte al fallimento giudiziario in un mondo globalizzato senza regole in cui le nazioni del Sud-Est asiatico hanno privilegi nelle esportazioni a danno dell’Europa e dell’Italia.
Occorre privilegiare le imprese nascenti e gli investimenti in tecnologia e ricerca con la detassazione degli utili reinvestiti, per incrementare lo sviluppo del sistema produttivo su tutto il territorio nazionale.
Gli esponenti politici non devono permettere lo svilimento della persona umana nella sua stessa comunità con la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa.
I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi perché sono minacciati dalla pressione degli interessi utilitaristici che non considerano il valore e la dignità dell’essere umano.
Si avverte la certezza che i valori fondanti della cultura europea sono messi in secondo ordine rispetto all’attrattiva della globalizzazione economica e finanziaria che non riconosce il vero valore del bene comune della società che è tale solo se si riversa su ogni cittadino.
La dignità del lavoratore, in qualità di capofamiglia, molte volte passa in secondo ordine rispetto al profitto dei datori di lavoro che non assicurano la salvaguardia della salute e non garantiscono l’applicazione delle norme che assicurino la sua incolumità fisica. Le “morti bianche” superano ogni anno in Italia la cifra di millecinquecento e gli infortuni sul lavoro sono circa un milione.
La dignità della donna, nel ruolo procreativo ed educativo, non è assicurata con la protezione della maternità. Sono necessari l’assegnazione di case per le giovani coppie, la costituzione degli asili nidi, il mantenimento del posto di lavoro durante la gravidanza, l’orario di lavoro rispondente alle esigenze delle madri.
“Il nostro è un Paese che non cresce – ha detto Pier Ferdinando Casini – che produce più disoccupati, che taglia sul futuro dei nostri figli, rappresentato da ricerca, scuola, innovazione”.
Insofferenza, disagio, protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale.
Critiche e insoddisfazioni si elevano verso una classe politica che agisce senza tener conto dei beni primari dei cittadini.
L'Italia è diventata una società plurale dove convivono molteplici concezioni di vita in continuo aumento per via del mescolamento di civiltà e di culture.
La politica deve essere consapevole che “la questione della cittadinanza riguarda non solo gli stranieri ma anche tanti italiani meno fortunati degli altri”.
La “vita buona” della società civile è questione del “buon governo” che ha il compito di promuovere una convivenza partecipata da tutti.
Lo stato di pace, di benessere e di giustizia sociale dipende dalla coesione tra le persone, cioè dalla forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società , fatta di ciò che esprimono le persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come impegno di sé al servizio degli altri che scaturisce dal profondo della persona umana.
Il mercato deve tener conto di tutti in quanto non si può escludere dal benessere una parte dei cittadini. Si tratta di realizzare una società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto che deve godere anche del principio di sussidiarietà.
L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alle famiglie i compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantire il suo sostegno.
Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono.
I cittadini con il loro voto politico e amministrativo dovranno dare la fiducia ai candidati che con i loro programmi possono realizzare le riforme necessarie per l’ammodernamento e lo sviluppo del Paese.
È PRIORITÀ PER IL PAESE
Giorgio Napolitano partecipa il 26 maggio 2011 all'assemblea annuale di Confindustria che si tiene a Roma nella sala dell’Auditorium.
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, afferma che il Capo dello Stato ha saputo valorizzare i 150 anni dell’Unità d’Italia per il richiamo costante a unirci attorno alle Istituzioni repubblicane e di rafforzare il consenso.
“Il benessere del Paese – sostiene Marcegaglia – deve tornare ad essere la priorità della politica. Dobbiamo muoverci in fretta perché i concorrenti non stanno lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano. La stagione della spesa facile deve essere considerata chiusa. Occorrono interventi che non siano solo di quantità ma siano soprattutto di qualità per aiutare la crescita. Occorre coinvolgere tutte le forze politiche e sociali”.
Il Presidente di Confindustria evidenzia le preoccupazioni di Napolitano per l'attuale crescita del Paese e soprattutto per la disoccupazione giovanile.
Per il Capo dello Stato “le memorie degli eventi che condussero alla nascita dello Stato nazionale sono preziose nella difficile fase che l’Italia sta attraversando per suscitare le risposte collettive di cui c’è bisogno”.
“Nella nostra storia – ha sostenuto Napolitano – la parola unità si sposa con pluralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. È il divario tra Nord e Sud, è la condizione del Mezzogiorno che si colloca al centro delle nostre preoccupazioni. Ed è rispetto a questa questione che più tardano a venire risposte adeguate. E non c’è dubbio che la risposta vada trovata in una nuova qualità e in un accresciuto dinamismo del nostro sviluppo economico, facendo leva sul ruolo di protagonisti che sono oggi chiamati ad assolvere il mondo dell'impresa e del mondo del lavoro.
“A me interessa una cosa sola – ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini – che gli Italiani hanno un grande sentimento di unità nazionale. C’è bisogno di lavorare per l'Italia senza polemiche ed esercitare un ruolo di responsabilità individuando modalità organizzative e priorità programmatiche su cui si auspica un positivo confronto con il governo per il bene dell’Italia e per un’autentica coesione nazionale. Basta polemiche, guardiamo all’Italia che con le sue speculazioni internazionali in agguato ha bisogno del concorso di tutti senza confusione né distinzioni di ruoli”.
La società civile si è costituita intorno alla produzione e allo scambio universale delle merci dove i bisogni essenziali dei cittadini passano in secondo ordine per l’attuale globalizzazione economica e finanziaria.
Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario. La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell’uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.
La politica non favorisce la piccola e media impresa per il carico fiscale e creditizio da parte dello Stato. La produttività e competitività è ridotta. Molte aziende devono far fronte al fallimento giudiziario in un mondo globalizzato senza regole in cui le nazioni del Sud-Est asiatico hanno privilegi nelle esportazioni a danno dell’Europa e dell’Italia.
Occorre privilegiare le imprese nascenti e gli investimenti in tecnologia e ricerca con la detassazione degli utili reinvestiti, per incrementare lo sviluppo del sistema produttivo su tutto il territorio nazionale.
Gli esponenti politici non devono permettere lo svilimento della persona umana nella sua stessa comunità con la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa.
I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi perché sono minacciati dalla pressione degli interessi utilitaristici che non considerano il valore e la dignità dell’essere umano.
Si avverte la certezza che i valori fondanti della cultura europea sono messi in secondo ordine rispetto all’attrattiva della globalizzazione economica e finanziaria che non riconosce il vero valore del bene comune della società che è tale solo se si riversa su ogni cittadino.
La dignità del lavoratore, in qualità di capofamiglia, molte volte passa in secondo ordine rispetto al profitto dei datori di lavoro che non assicurano la salvaguardia della salute e non garantiscono l’applicazione delle norme che assicurino la sua incolumità fisica. Le “morti bianche” superano ogni anno in Italia la cifra di millecinquecento e gli infortuni sul lavoro sono circa un milione.
La dignità della donna, nel ruolo procreativo ed educativo, non è assicurata con la protezione della maternità. Sono necessari l’assegnazione di case per le giovani coppie, la costituzione degli asili nidi, il mantenimento del posto di lavoro durante la gravidanza, l’orario di lavoro rispondente alle esigenze delle madri.
“Il nostro è un Paese che non cresce – ha detto Pier Ferdinando Casini – che produce più disoccupati, che taglia sul futuro dei nostri figli, rappresentato da ricerca, scuola, innovazione”.
Insofferenza, disagio, protesta scaturiscono dai cittadini che vedono minacciata la loro esistenza sociale.
Critiche e insoddisfazioni si elevano verso una classe politica che agisce senza tener conto dei beni primari dei cittadini.
L'Italia è diventata una società plurale dove convivono molteplici concezioni di vita in continuo aumento per via del mescolamento di civiltà e di culture.
La politica deve essere consapevole che “la questione della cittadinanza riguarda non solo gli stranieri ma anche tanti italiani meno fortunati degli altri”.
La “vita buona” della società civile è questione del “buon governo” che ha il compito di promuovere una convivenza partecipata da tutti.
Lo stato di pace, di benessere e di giustizia sociale dipende dalla coesione tra le persone, cioè dalla forza vitale della solidarietà che costituisce l’anima della società , fatta di ciò che esprimono le persone che si aprono agli altri con generosità, anche a costo del sacrificio, inteso come impegno di sé al servizio degli altri che scaturisce dal profondo della persona umana.
Il mercato deve tener conto di tutti in quanto non si può escludere dal benessere una parte dei cittadini. Si tratta di realizzare una società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto che deve godere anche del principio di sussidiarietà.
L'applicazione del principio di sussidiarietà significa che lo Stato non deve togliere alle famiglie i compiti che essa può svolgere da sola o associata con altre famiglie e deve garantire il suo sostegno.
Si tratta di promuovere una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono.
I cittadini con il loro voto politico e amministrativo dovranno dare la fiducia ai candidati che con i loro programmi possono realizzare le riforme necessarie per l’ammodernamento e lo sviluppo del Paese.