IL DIRITTO DI COMANDARE È DEL POPOLO
«L'impegno - ha scritto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato ai Prefetti d’Italia, in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno - volto a garantire il buon andamento e l'imparzialità della pubblica amministrazione e a rafforzare la fiducia dei cittadini nell'operato delle istituzioni, è essenziale ed è condizione per favorire la più ampia partecipazione democratica alla vita del Paese contro le tentazioni dell'indifferenza e del disimpegno”.
La Repubblica con l’articolo 2 della Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità. La bandiera italiana è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni (art.12 della Costituzione).
Il popolo, esercitando il suo diritto naturale e inalienabile all’autonomia e all’autogoverno, si pone come sorgente di autorità dal basso e come fondamento di politica democratica. Il diritto di comandare è del popolo che ne trasmette l’esercizio per partecipazione ai governanti.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato . Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
"Oggi il problema della povertà – ha detto l'emerito Presidente Napolitano – si lega a quello del crescere delle diseguaglianze anche all’interno delle società più sviluppate, nel quadro di uno straordinario e sconvolgente processo di globalizzazione".
Il Presidente era preoccupato per la crisi economico - finanziaria che ancora oggi continua a creare tra le famiglie italiane continue diseguaglianze che mettono a rischio la convivenza.
"A Milano e provincia la Croce Rossa Italiana - ha detto Francesco Rocca, commissario straordinario della Cri - distribuisce cibo a 50 mila indigenti. Le nuove povertà sono una delle principali sfide che stiamo affrontando e dovremo affrontare sempre di più nel prossimo futuro. I volontari sono impegnati nella raccolta e distribuzione di abiti e generi alimentari non solo ai senza fissa dimora, ma anche alle famiglie colpite da un impoverimento progressivo a causa della perdita del lavoro o della casa".
Per l'Istituto nazionale di Statistica l'11,1% delle famiglie italiane, circa 3 milioni di nuclei familiari, è povero in termini relativi.
Il Rapporto 2012 della Caritas italiana evidenziava che il 33,3% degli Italiani si rivolge all'Organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana per povertà economica, lavoro e casa. Nel documento era denunciata una "evidente incapacità" del "welfare" italiano, cioè del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, a trovare soluzioni idonee per le nuove forme di povertà e per le nuove emergenze sociali emerse negli ultimi tre anni con la crisi economico - finanziaria.
IL NEO MINISTRO DI MAIO RIUSCIRÀ A RISOLVERE IL PROBLEMA?
DAI FRUTTI GLI ELETTORI CAPIRANNO LA VERIDICITÀ
DELLE PROMESSE ELETTORALI.
BUON LAVORO MINISTRO, L'ADERENZA ALLE ASPETTATIVE DEL POPOLO È VERA POLITICA.
La politica della verità è basata sul coraggio personale e sulle energie di coloro che orientano la politica al suo vero fine, cioè aderire coscientemente con tutte le forze per l’affermazione della dignità di ogni uomo.
Sul piano della vita politica e sociale, l’accostamento tra le persone deve esprimersi in attività comuni per il bene comune della città di appartenenza senza alcuna distinzione che generi ingiustizie e soprusi.
Gli ordinamenti democratici dello Stato non possono essere soggiogati dal relativismo etico di coloro che non considerano essenziali, per il bene comune della società, i veri valori del popolo italiano che sono la dignità della persona umana che lavora, il mantenimento della sua famiglia, la sussidiarietà nel controllo dell’applicazione delle norme e la solidarietà sociale.
La sopravvivenza stessa della società civile esige il ripristino, a qualsiasi livello produttivo ed economico, dell’etica nel lavoro dell'uomo, cioè la salvaguardia di tutti i suoi diritti.
Francesco Liparulo - Venezia