giovedì 7 dicembre 2017

Il dopo Renzi ha aperto scenari inquietanti

LA COESIONE SOCIALE È INDISPENSABILE 
PER LA SOPRAVVIVENZA DELLA DEMOCRAZIA 



La Legge di stabilità 2017 è stata già vagliata dal Parlamento. “La manovra (il cui valore ammontava a complessivi 27 miliardi di euro con un disavanzo per i conti pubblici salito al 2,3% sul PIL) si componeva del disegno di legge di Bilancio e di un decreto legge che conteneva misure aventi carattere di particolare urgenza.
Le promesse di Renzi sono cadute nel vuoto.
I patti stipulati dal premier non hanno più sostenitori di garanzia istituzionale.
La realtà sconcerta il Paese. 
La povertà in Italia - si evince dal Rapporto 2016 della Caritas italiana - è da sette anni in aumento esponenziale: "Si è passati da 1,8 milioni di persone povere nel 2007, il 3,1% del totale, a 4,6 milioni del 2015, il 7,6%”.
Qual è il problema?
In Italia per l'Istat ci sono oltre 8 milioni di poveri, pari al 13,6% della popolazione. La soglia di indigenza è fissata a 1.011,03 euro al mese.
Negli ultimi anni, dall'esplosione della crisi economica, sono aumentati gli Italiani che si sono rivolti alla Caritas, raggiungendo il 33,3%. Nel Rapporto 2012, la Caritas ha sottolineato "evidente incapacità" dell'attuale "welfare" a far fronte alle emergenze sociali della crisi economico - finanziaria.
Lo Stato è il primo responsabile di tutta la politica del lavoro, cioè il datore di lavoro indiretto che deve provvedere all’emanazione delle leggi che disciplinano il settore lavorativo. Le attività delle società produttive esigono una politica che garantisca il rispetto degli inalienabili diritti delle persone, considerate come soggetto del lavoro e non come “merce”.
Si chiede di ritrovare il primato dell'economia reale su quella finanziaria, governando la globalizzazione e risolvendo il problema del debito pubblico. I pilastri del popolo italiano rimangono “il senso della famiglia, il gusto della qualità della vita, la tradizione religiosa e l’amore del bello”.
Lo Stato, espressione e strumento del corpo politico, deve essere “veramente popolare”, riconoscere i “limiti della sua attività”, rispettare gli organismi naturali e sociali intermedi, applicare il principio di sussidiarietà, cioè aiutare economicamente, istituzionalmente e legislativamente tutte le entità sociali più piccole, iniziando dalla famiglia.

Milioni di Italiani vivono, secondo le recenti statistiche, con la metà del reddito medio nazionale (circa 600 euro al mese). La crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale.
La famiglia genera legami di appartenenza, dà forma sociale alle persone, trasmette valori culturali, etici, spirituali, essenziali per lo sviluppo della società civile.
La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell’amore civico. L'attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale delle persone. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi.
Il compito politico della società dovrebbe essere un compito di civilizzazione e di cultura, cioè aiutare i cittadini ad essere liberi. Questo compito è morale perché ha lo scopo di migliorare le condizioni della vita quotidiana. I mezzi devono essere proporzionati e appropriati al fine del corpo politico che è la giustizia e la libertà. Si tratta di essere “forti per i cittadini”. La virtù della fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della società. Occorre essere saldi e stabili nell’adesione al bene comune che deve riversarsi su tutti i cittadini.
Sul piano della vita politica e sociale, l’accostamento tra le persone deve esprimersi in attività comuni per il bene comune della città di appartenenza senza alcuna distinzione che generi ingiustizie e soprusi.
Occorre una morale aperta, estesa ad ogni uomo o donna, una morale del bene e del male e non solo dell’utile, del rapporto umano, della libertà solidale quale “cornice più appropriata per incentivare la collaborazione” fra tutti i cittadini.
Francesco Liparulo - Venezia

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