LA
LEGGE ELETTORALE ITALICUM
È DEMOCRATICISMO STRISCIANTE
"Roma, 4 mag.
(LaPresse) - Un partito solo al governo. Così cambierà la faccia dell'Italia
con il via libera finale che con tutta probabilità la legge elettorale otterrà
questa sera alla Camera. Il testo, infatti, stabilisce che il premio di
maggioranza (cioè un numero di seggi aggiuntivi assegnati al vincitore perché
riesca efficacemente a governare) verrà offerto al partito e non più alla
coalizione, come avveniva con la precedente legge elettorale, il
Porcellum."
“Non chiamatelo più
così - ha detto Beppe Grillo - di italico ci ha solo il ricordo di un ventennio. Chiamatelo Nostalgicum.
La fiducia sulla legge elettorale prima d’ora era stata posta da Mussolini con
la Legge Acerbo nel 1923 e con la ‘legge truffa’ (un nome un programma) del
1953. Oggi viene messa sul cosiddetto Italicum”.
È democraticismo strisciante, ritorna il
dominio della "volontà generale", cioè l'applicazione del pensiero
antidemocratico di Rousseau.
La volontà generale per Rousseau è il popolo, cioè un
essere collettivo.
La forma di governo migliore per il pensatore illuminista del Settecento è quella democratica e nello stesso tempo ritiene che una forma così perfetta non conviene agli uomini, cioè non pensa a una democrazia rappresentativa per i cittadini. La sua volontà generale non può essere rappresentativa perché è solo un'autorità lontana dal popolo.
Il popolo nell’unità di volontà generale rappresenta se stesso. La sua autorità è un potere forte e non ha bisogno di essere controllato dal basso. Il cittadino è indipendente dagli altri e dipende dalla città, cioè tra cittadino e Stato non c'è alcuna società. Il cittadino costretto a fare quello che vuole la volontà generale in quanto non c’è possibilità di dissenso. Quest’idea che non vi sia alcuna società parziale tra cittadini e volontà generale genera nel 1794 la Rivoluzione francese. Si scatena il caos dei giacobini che pretendono di usare le parole di Jean-Jacques Rousseau e di plasmare la società per organizzarla.
La forma di governo migliore per il pensatore illuminista del Settecento è quella democratica e nello stesso tempo ritiene che una forma così perfetta non conviene agli uomini, cioè non pensa a una democrazia rappresentativa per i cittadini. La sua volontà generale non può essere rappresentativa perché è solo un'autorità lontana dal popolo.
Il popolo nell’unità di volontà generale rappresenta se stesso. La sua autorità è un potere forte e non ha bisogno di essere controllato dal basso. Il cittadino è indipendente dagli altri e dipende dalla città, cioè tra cittadino e Stato non c'è alcuna società. Il cittadino costretto a fare quello che vuole la volontà generale in quanto non c’è possibilità di dissenso. Quest’idea che non vi sia alcuna società parziale tra cittadini e volontà generale genera nel 1794 la Rivoluzione francese. Si scatena il caos dei giacobini che pretendono di usare le parole di Jean-Jacques Rousseau e di plasmare la società per organizzarla.
Le attuali social democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo globalizzato.
Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso
modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si
chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla
persona e ai suoi bisogni di esistenza.
Si tratta di costruire una civiltà in cui possa attuarsi quello che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione della dignità della persona umana.
Il Movimento 5 Stelle fondato da Beppe Grillo si è impegnato per questo
ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e
concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della
storia del popolo italiano, sulla forza della libertà.
Alza lo stendardo pentastellato di libertà per una rivoluzione non
violenta, cioè per una provocazione dei sedicenti politici che non considerano
le attuali istanze del popolo italiano: lavoro e prospettive per i giovani.
No all'Italicum.
Francesco Liparulo - Venezia
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