giovedì 5 giugno 2014

La Corte dei Conti oscura l'apoteosi di Renzi

IL  GOVERNO  NON  TIENE  CONTO
DELLA SITUAZIONE REALE DEL PAESE
"Serve una riforma vera per una riduzione dell’onere tributario e non surrogati come il bonus 80 euro - ha evidenziato Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti, nel "Rapporto 2014 sul coordinamento della finanza pubblica". Evasione, erosione, fughe dalla progressività, ma anche politiche redistributive sono all’origine di un sistematico svuotamento della base imponibile dell’Irpef, finendo per intaccare la portata e l’efficacia redistributiva dell’imposta. Tutte scelte che allontanano e rendono più difficile l’attuazione di un disegno equo e strutturale di riduzione e redistribuzione dell’onere tributario".
La politica non convince perché imperversano “statalismo, partitocrazia e sperpero del denaro pubblico”.
"Il tasso di disoccupazione, rilevato dall'Istat nel primo trimestre del 2014, raggiunge il 13,6%, in crescita di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta, in base a confronti annui, di un massimo storico, ovvero del valore più alto dall'inizio delle serie trimestrali, partite nel 1977. Alle stelle anche il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni, che sale al 46,0% nel primo trimestre del 2014. Si tratta, in base a confronti annui, di un massimo storico, ovvero del valore più alto dall'inizio delle serie trimestrali, partite nel 1977".
 “La crisi internazionale ha colpito tutti – ha detto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – ma in modo particolare i giovani. La iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani porta le imprese a non investire nei giovani il cui capitale umano spesso si deteriora in impieghi in scarso valore aggiunto. Oltre a ferire l’equità, costituisce uno spreco che l’Italia non può permettersi perché il sottoutilizzo delle risorse dei giovani riduce in vari modi la crescita”. Per Draghi crescita ed equità sono strettamente connesse per cui occorre “riorientare il consolidamento verso un aumento dei tagli alla spesa e la riduzione della pressione fiscale”.
La disoccupazione giovanile italiana, secondo i dati di Eurofound (Fondazione dell’Unione europea per i temi del lavoro e le condizioni di vita) porta a una perdita di 32,4 miliardi di euro del prodotto interno lordo nazionale. “Le conseguenze di una generazione perduta – si evidenzia nel rapporto di Eurofound – non sono solo economiche , ma anche sociali. Si rischia che tanti giovani rinuncino alla partecipazione democratica della società".
C'è l'esigenza di uno Stato che riconosca e sostenga le famiglie e le imprese secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L’esortazione è quella di realizzare una società giusta il cui centro è la persona.
Ci si domanda come è possibile curare lepatologie politiche”, quando trionfano le passioni che fanno degenerare la democrazia?
Si auspica una società politica fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla “fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano, sulla forza della sua libertà. L'azione dell'eletto del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e donne della cittadinanza italiana.
Si rivendica una discussione dentro il Parlamento italiano per una maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi dell’immigrazione, quelli legati alla perdita dei posti di lavoro, quelli del precariato giovanile sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo. La politica deve dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro famiglie, deve garantire la legalità e i diritti a tutti i cittadini, deve frenare la corruzione, impedire lo sperpero del denaro pubblico, cioè deve essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise.
Le famiglie diventano sempre più povere. Il principio di sussidiarietà deve spronare i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire quando essi non possono raggiungere con le loro forze i beni e i servizi a cui tengono. È questa la missione che ciascuno di noi, con il proprio operato facendo attività politica, deve sentire come missione principale, per poter partecipare alla costruzione e al mantenimento di una società civile.
L'Italia deve essere unita per risolvere i gravi problemi che sono uno Stato indebolito di fronte alle speculazioni del mercato finanziario, una democrazia apparentemente fragile di fronte alla crisi, un elettorato che sfiducia i partiti tradizionali e si lascia convincere dalle parole dei nuovi "demagoghi del popolo".
L'impegno comune per Giorgio Napolitano è quello della “tutela di valori primari, quali il lavoro e la persona che la nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica italiana. Non esitate a scendere in campo”.
Francesco Liparulo - Mestre - Ve

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