IL POPOLO ITALIANO SOFFRE ANCORA
PER LA DISOCCUPAZIONE INSOSTENIBILE
"In questi pesanti anni di crisi - ha
detto Giorgio Napolitano - l'economia e la realtà sociale del nostro paese
hanno conosciuto gravi passi indietro, come dice il livello insopportabile cui
è giunta la disoccupazione, sopratutto quella giovanile. Se questa deriva si è
fermata, se registriamo segni sia pur deboli di ripresa, il problema è ora quello di passare rapidamente alle decisioni e alle
azioni che possono migliorare le condizioni di quanti hanno sofferto di più per
la crisi, e aprire la prospettiva di un nuovo sviluppo per l'Italia. Il da
farsi è ormai delineato. Determinanti sono le riforme strutturali tra le quali
già in cantiere quelle per le istituzioni e per la pubblica amministrazione,
per il lavoro e per un'economia più competitiva".
"La questione sociale, per il Presidente della Repubblica Italiana,
si esprime soprattutto nella dilagante
disoccupazione giovanile e bisogna farsi carico ponendola al centro
dell'azione pubblica, che deve connotarsi per un impegno sempre più assiduo
nella ricerca di soluzioni tempestive ed efficaci alle pressanti istanze dei
cittadini. La fiducia potrà rinascere se le risposte saranno coerenti e
mirate in uno sforzo continuo a riorientare l'utilizzo delle risorse
pubbliche perché possa concretamente avviarsi una nuova fase di sviluppo e di
coesione sociale.
Le attuali democrazie devono fare i conti con le sfide del mondo
globalizzato. Si auspica un diverso rapporto tra individui e società
civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del
suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una
maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza.
Le basi della nostra
nazione, come entità permanente, sono le regole immutabili della legge naturale, insite
in ogni uomo e donna, la continuità culturale, la tradizione, la
consapevolezza storica, l'amore di patria. A questi valori sono
ancorati i cuori di tutti gli Italiani.
"Oggi il
problema della povertà – ha detto il Capo dello Stato – si lega a quello
del crescere delle diseguaglianze anche all’interno delle società più
sviluppate, nel quadro di uno straordinario e sconvolgente processo di
globalizzazione". Il Presidente è preoccupato per la crisi economico
- finanziaria che crea tra le famiglie italiane continue diseguaglianze che
mettono a rischio la convivenza. Nel Paese c’è “una persistente difficoltà
di intraprendere nuove iniziative economiche e di conseguire una occupazione
stabile e consona alle attitudini e capacità acquisite".
Il compito delle persone
investite di potere politico è quello di emanare una legislazione che garantisca un’ordinata
convivenza sociale nella vera giustizia perché tutti i lavoratori possano
trascorrere una vita dignitosa. La legge civile deve assicurare soprattutto i
diritti fondamentali che appartengono alla persona. Fondamentale fra tutti è il
diritto al lavoro per chi presta la sua opera per il bene proprio e della sua
famiglia. La società politica necessita
di uomini e donne che possano dare un senso all'esistenza concreta del
cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi
nell'ambito di una comunità civile. L'attuale
crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri
e un fenomeno di ingiustizia sociale.
Francesco Liparulo - Venezia
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