IL GOVERNO NON TIENE
CONTO
DELLA SITUAZIONE
REALE DEL PAESE
"Serve una
riforma vera per una riduzione dell’onere tributario e non surrogati come il
bonus 80 euro - ha evidenziato Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei
Conti, nel "Rapporto 2014 sul coordinamento
della finanza pubblica". Evasione, erosione, fughe dalla
progressività, ma anche politiche redistributive sono all’origine di un
sistematico svuotamento della base imponibile dell’Irpef, finendo per intaccare
la portata e l’efficacia redistributiva dell’imposta. Tutte scelte che allontanano
e rendono più difficile l’attuazione di un disegno equo e strutturale di
riduzione e redistribuzione dell’onere tributario".
La politica non convince perché imperversano “statalismo, partitocrazia e
sperpero del denaro pubblico”.
"Il tasso di disoccupazione, rilevato dall'Istat nel primo trimestre del 2014, raggiunge il 13,6%,
in crescita di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno. Si tratta, in base a confronti annui, di un massimo storico, ovvero del
valore più alto dall'inizio delle serie trimestrali, partite nel 1977. Alle stelle anche il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24
anni, che sale al 46,0% nel primo trimestre del 2014. Si tratta, in base a
confronti annui, di un massimo storico, ovvero del valore più alto dall'inizio
delle serie trimestrali, partite nel 1977". “La crisi internazionale ha colpito tutti – ha detto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – ma in modo particolare i giovani. La iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani porta le imprese a non investire nei giovani il cui capitale umano spesso si deteriora in impieghi in scarso valore aggiunto. Oltre a ferire l’equità, costituisce uno spreco che l’Italia non può permettersi perché il sottoutilizzo delle risorse dei giovani riduce in vari modi la crescita”. Per Draghi crescita ed equità sono strettamente connesse per cui occorre “riorientare il consolidamento verso un aumento dei tagli alla spesa e la riduzione della pressione fiscale”.
La
disoccupazione giovanile italiana, secondo i dati di Eurofound (Fondazione
dell’Unione europea per i temi del lavoro e le condizioni di vita) porta a
una perdita di 32,4 miliardi di euro del prodotto interno lordo
nazionale. “Le conseguenze di una generazione perduta – si evidenzia nel
rapporto di Eurofound – non sono solo economiche , ma anche sociali. Si
rischia che tanti giovani rinuncino alla partecipazione democratica della
società".
C'è l'esigenza di uno Stato che riconosca e sostenga le famiglie e le
imprese secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di
tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per
creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L’esortazione è quella di
realizzare una società giusta il cui centro è la persona.
Ci si domanda come è possibile curare le “patologie
politiche”, quando trionfano le passioni che fanno degenerare la
democrazia?
Si auspica una società politica fondata sul rispetto dell’uomo
esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla “fede nel progresso interno
della vita e della storia del popolo italiano, sulla forza della sua libertà. L'azione
dell'eletto del popolo deve alimentare il progresso della civiltà nel
senso di arricchire il bene comune che è fatto di prosperità materiale e
spirituale per tutti gli uomini e donne della cittadinanza italiana.
Si rivendica una discussione dentro il Parlamento italiano per una
maggiore aderenza alle istanze del popolo. I problemi dell’immigrazione,
quelli legati alla perdita dei posti di lavoro, quelli del precariato giovanile
sembrano non aver spazio nelle proposte del potere esecutivo. La politica
deve dare risposte ai bisogni economici dei lavoratori e delle loro
famiglie, deve garantire la legalità e i diritti a tutti i cittadini, deve
frenare la corruzione, impedire lo sperpero del denaro pubblico, cioè deve
essere vero motore di riforme istituzionali equilibrate e condivise.
Le famiglie diventano sempre più povere. Il principio di sussidiarietà deve
spronare i cittadini a controllare lo Stato per farlo intervenire quando
essi non possono raggiungere con le loro forze i beni e i servizi a cui
tengono. È questa la missione che ciascuno di noi, con il proprio
operato facendo attività politica, deve sentire come missione principale, per
poter partecipare alla costruzione e al mantenimento di una società
civile.
L'Italia deve essere
unita per risolvere i gravi problemi che sono uno Stato indebolito di
fronte alle speculazioni del mercato finanziario, una democrazia apparentemente
fragile di fronte alla crisi, un elettorato che sfiducia i partiti tradizionali
e si lascia convincere dalle parole dei nuovi "demagoghi del popolo".
L'impegno comune per Giorgio Napolitano è quello della “tutela
di valori primari, quali il lavoro e la persona che la nostra
Costituzione pone a fondamento della Repubblica italiana. Non esitate a
scendere in campo”.
Francesco Liparulo -
Mestre - Ve