lunedì 1 aprile 2013

10 responsabili per uscire dalla recessione

RELAZIONE RESPONSABILITÀ SOLIDARIETÀ

SENTIMENTI  DI  LIBERTÀ  PER  UN  POPOLO
"Continuo a esercitare fino all'ultimo giorno il mio mandato - ha detto Giorgio Napolitano - come il senso dell'interesse nazionale mi suggerisce. In questo senso mi accingo a chiedere a due gruppi ristretti di personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze di formulare - su essenziali temi di carattere istituzionale e di carattere economico-sociale ed europeo - precise proposte programmatiche che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche".
Il Presidente della Repubblica ha scelto 10 persone responsabili, 10 "facilitatori" per cercare di sapere ciò che bisogna fare in questo drammatico momento di recessione in cui 200 mila giovani laureati cercano un impiego, 2 milioni di precari cercano un lavoro sicuro, migliaia di capifamiglia non riecono a sfamare i propri figli e circa 4 milioni di Italiani sono considerati poveri.
L’uomo è persona perché è dotato di spirito, di linguaggio e intelletto. Si porta verso le cose buone non per istinto ma per volontà poiché le conosce per intelligenza. L’intelligenza libera conosce la forma oggettiva del bene, ciò di cui la conoscenza puramente sensitiva è incapace.
In ogni natura che abbia l’intelligenza deve esistere un potere di desiderare e di amare che tende al bene in quanto bene che conviene al soggetto. Questo potere è l’appetito intellettivo o volontà. La volontà ha una determinazione necessaria, cioè vi è qualcosa che essa vuole in virtù di ciò che essa è, nel senso che vuole il bene in quanto tale.
Quando la mia intelligenza interviene per pensare la mia attività, l’intelligenza risveglia la capacità di amare, di volere questo bene fino al punto che determina il mio atto. Volere e amare spetta al dominio libero dell’essere umano, perché ciò dipende da un giudizio pratico della sua intelligenza che solo la volontà può far emettere. L’atto libero è il frutto comune dell’intelligenza e della volontà.
La libertà presuppone la natura spirituale, cioè l’intelligenza e la volontà. Questo fatto significa che il retto uso della nostra libertà presuppone la conoscenza del mondo della natura, ciò che è, e la conoscenza delle leggi di ciò che ha natura spirituale.
L’etica poggia sulla conoscenza del reale ed è un sapere pratico. La morale si costituisce su una linea propria distinta ed appartiene all’ordine pratico che concerne un oggetto pratico, cioè gli atti da fare.
La morale vuole sapere ciò che bisogna fare e come bisogna fare perché sia ben fatto. La morale è scienza della libertà, cioè scienza pratica del libero arbitrio, per cui l’intelligenza penetra nell’ambito della volontà per regolare gli atti umani.
L’essere umano, per conoscere e giudicare con perfetta e costante rettitudine i singoli atti che deve porre in determinate circostanze, ha bisogno di un mezzo di conoscenza e di discernimento pratico, cioè ha bisogno della prudenza che è virtù intellettuale e morale.
La prudenza per giudicare con rettitudine ha bisogno che la volontà sia retta, perché la prudenza regola immediatamente l’uso della libertà di ogni uomo o donna. La prudenza è la prima delle quattro virtù naturali che insieme alla giustizia, la fortezza e la temperanza permette di discernere il bene dal male, cioè di valutare con ponderazione ciò che è opportuno fare e agisce in modo da evitare rischi inutili a sé e agli altri.
L’atto morale appartiene al mondo della libertà che è il mondo delle relazioni tra le persone. La radice del mondo della libertà è il libero arbitrio o libertà di scelta che riceviamo con la nostra natura ragionevole, cioè è una libertà iniziale.
Ogni uomo o donna deve diventare persona con il suo sforzo, cioè deve governare la sua vita senza subire costrizione, deve essere libero di poter badare a se stesso. Il libero arbitrio è ordinato alla conquista della libertà di autonomia ed in questa conquista consiste il dinamismo della libertà richiesta dall’essenza della persona umana. La libertà di scelta è pre-requisito alla moralità ma non costituisce la moralità in quanto solo la regolazione dell’atto libero, attraverso la ragione, costituisce la moralità.
Nella vita sociale vi è sempre uno stato di tensione e di conflitto perché vi è una tendenza naturale ad assoggettare la persona, a diminuirla considerandola un semplice individuo materiale. Questo conflitto è naturale e inevitabile per cui richiede una soluzione dinamica perché le società si evolvono nel tempo sotto la spinta delle energie dello spirito e della libertà. Questa spinta tende a realizzare nella vita sociale l’aspirazione dell’uomo a essere trattato come persona e questa aspirazione è un ideale attuabile con lo sviluppo del diritto, della giustizia e con lo sviluppo dell’amicizia civica.
La società civile esige la costruzione di una civiltà in cui possa realizzarsi quello che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione del suo essere una persona.
Si tratta di costruire una società il cui centro non è l’individuo, ma è la persona che si realizza liberamente nella comunità civile. L’idea dinamica dominante in questo ideale concreto è quella della libertà e della realizzazione della dignità umana.
Occorre realizzare questo ideale di società civile fondata sul rispetto dell’uomo esistenziale e concreto, dei suoi diritti, sulla fede nel progresso interno della vita e della storia del popolo italiano sulla forza della libertà.
L’appello alla libertà impegna ogni uomo o donna a farsi protagonista di una storia aperta, cioè la libertà al centro della vita quotidiana è apertura di fini e di senso del futuro degli Italiani.
La razionalizzazione morale dell'agire politico deve fondarsi sulla giustizia, la legge e la reciproca amicizia. Si tratta di sforzarsi per applicare le strutture politiche al servizio del bene comune, della dignità della persona e del senso dell’amore fraterno.
L’attività politica deve basarsi sui bisogni più intimi della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale, dell’amore, delle energie morali e spirituali. Occorre agire nella comunicazione e utilizzare mezzi morali per essere liberi. La forza della società politica presuppone la giustizia perché si avvale delle energie dei cittadini in quanto energie di uomini liberi che sanno esprimersi con l’amore.
Il compito politico della società è un compito di civilizzazione e di cultura che si propone di aiutare i cittadini ad essere liberi. Questo compito è morale perché ha lo scopo di migliorare le condizioni della vita quotidiana. I mezzi devono essere proporzionati e appropriati al fine del corpo politico che è la giustizia e la libertà.
La virtù della fortezza è il mezzo per il conseguimento dei fondamenti della vita della società. Si tratta di essere saldi e stabili nell’adesione al bene comune che deve riversarsi su tutti i cittadini, cioè sostenere e affrontare con pazienza, sofferenza e generosità le ingiustizie politiche ed economiche. L’uso della forza spirituale è regola di condotta per coloro che vogliono vivere conformemente alla dignità della persona umana.
La democrazia può vivere e svilupparsi se è ispirata dal principio essenziale della spiritualità cristiana. I valori del popolo italiano sono cristiani e devono penetrare la cultura e promuovere il benessere della comunità civile. La politica, l’economia, la sociologia possono realizzare i loro fini attuando ciò che si deve fare oggi per il benessere di tutti.
La virtù dei forti in politica deve superare la potenza dell’egoismo e la cupidigia delle ambizioni, nell’interesse della giustizia, della libertà, della pace e dell’amicizia fraterna.
Sul piano della vita politica e sociale, l’accostamento tra le persone deve esprimersi in attività comuni per il bene comune della città di appartenenza senza alcuna distinzione che generi ingiustizie e soprusi.
Francesco Liparulo - Venezia

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