La questione dei costi della politica e i valori del popolo
LA DEMOCRAZIA È A RISCHIO
È ORA DI SCENDERE IN CAMPO
“Nel disprezzo della legalità - ha detto Giorgio Napolitano – si moltiplicano malversazioni e fenomeni di corruzione vergognosi, inimmaginabili. Non è questo accettabile. Risanare la politica, far vincere la legge si può. Emergono fenomeni di illegalità inaccettabili per persone sensibili al bene comune, per cittadini onesti, né per chi voglia avviare un’impresa”.
Per il capo dello Stato, i partiti “non esitino e non tardino” per “estirpare il marcio” con “limiti e controlli per i loro finanziamenti”. Occorre rimboccarsi le maniche “per varare una legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti e non di votare dei nominati dai capi partiti”.
“Illegalità, corruzione e malaffare – ha detto Luigi Giampaolino, presidente della Corte di Conti – sono notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”.
L’Italia deve essere unita per risolvere i problemi: uno Stato indebolito di fronte alle speculazioni del mercato finanziario, una democrazia apparentemente fragile di fronte alla crisi, un elettorato che sfiducia i partiti tradizionali e si lascia convincere dalle parole dell’attore comico Beppe Grillo. L'impegno comune per Napolitano è quello della tutela dei valori primari, quali il lavoro e la persona, che la nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica. Per il Presidente della Repubblica, “è un presente duro quello che l'Italia del lavoro sta vivendo” con le drammatiche difficoltà di troppe famiglie e imprese.
Preoccupanti sono i dati del Rapporto annuale 2012 dell’Istituto di statistica: il 41,9% degli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori (nel 1993 era solo del 33,2%). Il 45% della fascia 25-34 anni dichiara di non poter andare via di casa, perché non in grado di mantenersi economicamente, pagare un affitto o accedere a un mutuo per acquistare un’abitazione. Ci sono 2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano lavoro.
“Se non apriamo ai giovani - ha esplicitato Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria – nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia”.
“Il sottoutilizzo delle risorse dei giovani - ha enfatizzato Mario Draghi - riduce in vari modi la crescita, abbassa la probabilità di nascita di nuove imprese, determina a lungo andare il decadimento del capitale umano”. Per il presidente della Banca Centrale europea, i giovani sono costretti “come fatto ineluttabile” a uno stato di precarietà occupazionale: in Italia il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni nei primi mesi del corrente anno era del 34,2% contro una media europea del 22%.
“L'uscita dalla crisi – ha detto Mario Monti, presidente del Consiglio – richiede un rilancio della crescita economica a livello europeo, non dobbiamo mai farci prendere dallo sconforto”. Il premier italiano è il portavoce in Europa della necessità di un sostegno alla crescita delle economie fragili dei vari Paesi. Si auspicano meno vincoli sul mercato del lavoro, in campo energetico e sulla ricerca. Il capo del governo riesce a convincere i vari leader europei della immediata necessità di far saldare i debiti della Pubblica amministrazione alle imprese, in deroga a quanto stabilito dalle regole sulla disciplina di bilancio per gli Stati dell’Eurozona (Fiscal Compact).
“Il progetto di costituire un Partito della nazione – ha sostenuto Pier Ferdinando Casini – se prima era urgente ora è fondamentale. Le forze che sostengono il Governo Monti non devono abbassare la guardia perché per gli Italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani. C'è bisogno di iniettare liquidità al sistema, di cominciare a pagare le imprese e c'è bisogno che l'Europa parli di crescita”.
Il leader dell'Udc incita la società politica a scegliere persone in grado di risvegliare nel popolo i valori che sono alla base della società civile italiana. L'invito è rivolto soprattutto ai giovani “in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese”.
La società politica necessita di uomini e donne che possano dare un senso all’esistenza concreta del cittadino, cioè la cittadinanza ha bisogno di persone che credono a un Progetto per il Paese. Si tratta di raggruppare tutti coloro che credono nei seguenti valori: dignità della persona, centralità della famiglia, libertà, responsabilità, uguaglianza, giustizia sociale, legalità, solidarietà e sussidiarietà.
“Non esitate a scendere in campo – ha affermato Giorgio Napolitano, rivolgendosi a Palermo a una folla di ragazzi per la commemorazione della strage di Capaci – i giovani devono impegnarsi al più presto. Al Paese occorre ora stabilità di governo e una legge elettorale che consenta nuove elezioni per eliminare l’evidente scollamento dei cittadini dalla politica e per ridare slancio e capacità innovativa al sistema politico e istituzionale”. Si tratta di puntare sulle risorse del coraggio e delle energie di coloro che vogliono lottare affinché la politica stessa sia orientata al suo vero fine che è quello della solidarietà perché la società civile si fonda sulla coesione tra le persone e la solidarietà costituisce forza che tiene unita una comunità politica.
Il Partito della nazione necessita di cittadini che hanno un programma di idee e vogliono realizzare cose concrete per far funzionare in modo corretto l'economia locale e concorrere all'economia di tutto il Paese. Si tratta di: saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative e aree verdi fruibili; garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi sostenibili per gas, acqua, energia e raccolta rifiuti. Occorre ora “aiutare il Professor Monti a trovare convergenze” per dare risposte chiare alle imprese e soprattutto lavoro ai quasi 2 milioni di giovani italiani senza occupazione.
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