domenica 1 gennaio 2012

Il futuro appartiene al popolo italiano

IL PARTITO DELLA NAZIONE
SI COMPATTA PER LA POLITICA

“Riusciremo a uscire dal tunnel della crisi - ha detto Giorgio Napolitano - a 150 anni dall’Unità d’Italia con l’arma vincente della coesione”.
Il Presidente della Repubblica riscontra la necessità “di recupero dell’orgoglio nazionale, in reazione a stati d’animo di disagio, incertezza e frustrazione. Il Paese ha perduto terreno, ha visto offuscarsi la propria immagine, il proprio prestigio, la propria dignità”.
Per Napolitano “si è diffusa la convinzione che dei sacrifici siano inevitabili per tutti e che emerge tra i cittadini la preoccupazione di assicurare un futuro ai figli e ai giovani. Non c’è futuro per l’Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica. Occorre una nuova forza motivante perché si sprigioni e operi la volontà collettiva indispensabile; occorrono coraggio civile e sguardo rivolto con speranza fondata verso il futuro”.
“La fiducia dei mercati si perde con facilità - ha sostenuto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia - ma si riconquista con impegno costante e continuo”. Per Mario Monti, presidente del Consiglio dei ministri, “questa è una profonda verità”. Il premier rassicura i lavoratori e le famiglie: “Il governo sta lavorando su diversi fronti in modo sistematico così che ciascuno si renda conto che è richiesto qualche arretramento e qualche sacrificio. Misure per favorire lavoro non precario per i giovani e iniziative per sviluppo economico e infrastrutturale, ricerca, formazione del capitale umano e coesione territoriale, attuando riforme in dialogo e negoziato con le parti sociali”.
“Siamo in buone mani – ha sostenuto Pier Ferdinando Casini, dopo aver ascoltato la conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio – nelle migliori possibili per guidare il Paese nella drammatica crisi europea”.
Per il leader dell’Udc, la priorità è sostenere il governo. Si tratta di disporre di uomini politici coesi nella loro ferma compattezza per guidare l’Italia con una “nuova casa”, un “partito della nazione”, costituito da persone che credono a un progetto per il Paese, aperto alla società civile e alle sue forze sociali per cambiare l’Italia aggredita dalle “male bestie” dello statalismo, della partitocrazie e dallo sperpero del denaro pubblico.
L’attuale democrazia deve fare i conti con le sfide del mondo globalizzato. Si auspica un diverso rapporto tra individui e società civile, un diverso modo di concepire la dignità della persona e la dignità del suo lavoro, cioè si chiede una maggiore cittadinanza attraverso una maggiore attenzione alla persona e ai suoi bisogni di esistenza. I beni primari della persona non possono essere decisi dalle maggioranze politiche e dai mercati, dominati dagli interessi economici e finanziari di uomini in grado di muovere i loro capitali nel mondo globalizzato.
La società politica necessita di politici che cercano di dare un senso all’esistenza concreta del cittadino che è soprattutto aspirazione alla libertà di realizzarsi nell’ambito di una comunità civile. L’azione del rappresentante del popolo deve mirare alla crescita del bene comune che è fatto di prosperità materiale e spirituale per tutti gli uomini e le donne. Le virtù del politico devono basarsi sul coraggio, la disciplina, il senso dell’onore, lo spirito di giustizia e lo spirito di sacrificio. “Servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia sociale è e rimane il compito fondamentale del politico”.
L’attuale crescita degli indigenti evidenzia una forte diseguaglianza tra ricchi e poveri e un fenomeno di ingiustizia sociale. L’attività politica deve basarsi sui bisogni della vita delle persone e dell’esigenza della pace sociale. L’autorità risiede nel popolo che mantiene il diritto e ne dà il diritto a un certo numero di persone, cioè il popolo mantiene il diritto all’autogoverno. Si tratta di governo democratico nel senso che è governo del popolo, da parte del popolo e per il popolo, secondo la formula dell’americano Abramo Lincoln.
Nel momento storico della globalizzazione occorre migliorare l’organizzazione economica mondiale che risulta scompensata con il movimento dei capitali e con le conoscenze tecnologiche. Occorre affrontare i problemi della comunità facendo riferimento al cittadino come persona umana e alla società politica strutturata in grande quantità di società e comunità d’ordine inferiore.
Si tratta di far progredire il Paese nel benessere per tutti i cittadini e di proporre una Patria nella quale tutti gli Italiani si riconoscono e che tutti amano perché è la casa comune di tutti.

0 commenti: