lunedì 19 dicembre 2011

Lavoratori e imprese esigono la crescita

SALVARE L'ITALIA È SOLO
RESPONSABILITÀ POLITICA
Siamo chiamati – ha detto Giorgio Napolitano alla Conferenza degli ambasciatori alla Farnesina - a fare finalmente scelte severe e coraggiose a casa nostra e insieme a concorrere a soluzioni organiche di consolidamento della moneta unica. L'Italia farà la sua parte e saprà vincere le sfide impegnative che ci stanno davanti”.
Per Il Presidente della Repubblica c’è necessità di “dare risposte convincenti e tempestive in primo luogo a chi, come i lavoratori e giovani, vede messe in discussione le prospettive del proprio futuro.
Per il 2011 Unioncamere ( Camere di commercio per l’Italia) ha previsto altri 88 mila posti di lavoro in uscita che si aggiungono ai 400 mila persi nel biennio 2009 – 2010. L’Ufficio Studi della Confartigianato ha rilevato che sono più di due milioni in Italia i giovani tra i 25 e i 34 anni senza lavoro.
Dobbiamo prevedere – ha detto Ivan Malavasi, presidente di Rete Imprese Italia – un sistema che premi, stimoli e agevoli l'efficienza produttiva delle imprese”.
No a nuove tasse sulle imprese – da detto Paolo Galimberti, presidente dei Giovani di Confcommercio – perché sono già troppo alte, sono al 44% e non riusciamo ad attirare capitali, quindi nuova linfa, mentre una strada c’è con la riduzione delle imposte che si ottiene con la lotta ad evasione e all’elusione”.
“La manovra ridarà fiducia - ha sostenuto Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea – ma ora servono altre misure per la crescita. L’austerità non esclude la crescita. Se si alzano le tasse e non si fa altro si provoca una sicura recessione”.
La crescita è ora un tema inevitabile – ha detto Renato Schifani, presidente del Senato – dopo la manovra sul tema dell’emergenza. Ora il governo Monti guarderà alle esigenze di crescita. L’Italia può farcela perché ha un’economia sana e una classe produttiva efficiente. C'è la buona volontà dei partiti di fare sistema per aiutare il Paese”.
Il sostegno al governo Monti - ha detto Pier Ferdinando Casini – è la prova più consistente e credibile della svolta impressa alla politica italiana. Abbiamo bisogno di persone che credono a un progetto per il Paese. La priorità è sostenere il governo. Si tratta di aprire una casa nuova in cui ci sia spazio per la società civile, per l'associazionismo cattolico e per le forze sociali senza le quali l'Italia non può cambiare”.
Il leader dell’Udc ritiene che la fase delle misure per la crescita debba iniziare subito dopo Natale. “Noi dobbiamo scalfire i monopoli – ha sostenuto Casini – con le liberalizzazioni che significano più concorrenza e attenzione verso i consumatori e i prezzi più bassi per i cittadini.
Per il politico, l’Europa ci ha chiesto riforme strutturali. Bisogna dare ai lavoratori salari più alti e affrontare i mercati con una dose più alta di flessibilità. Monti sa che il problema è la crescita e sa che è da affrontare in modo equilibrato. Occorre aiutarlo a trovare convergenze per dare risposte chiare ai lavoratori e alle imprese. Si auspica che Corrado Passera, a cui è affidato il "Ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti", metta al centro le iniziative coordinate per la crescita economica e lo sviluppo.

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