venerdì 26 agosto 2011

Una svolta autentica per la crescita del Paese

MORALITÀ IN POLITICA
È RESPIRO DEL POPOLO
“È certamente vero che - sostiene Giorgio Napolitano il 21 agosto 2011 al Meeting di Comunicazione e Liberazione di Rimini – nel determinare il benessere delle persone, gli aspetti quantitativi contano, ma insieme ad essi contano anche gli stati soggettivi e gli aspetti qualitativi della condizione umana. Si tratta di fare i conti con noi stessi. Lasciare quell’abnorme fardello del debito pubblico sulle spalle delle generazioni più giovani e di quelle future significherebbe macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale. Faccia dunque ora il Parlamento le scelte migliori, attraverso un confronto davvero aperto e serio, e le faccia con la massima equità come condizione di accettabilità e realizzabilità”.
Nella società politica sono ancora presenti “le male bestie” indicate da Luigi Sturzo, cioè lo statalismo che è contro la libertà, la partitocrazia che è contro l’uguaglianza, l’abuso del denaro pubblico che è contro la giustizia. L’uomo di fede è convinto che la morale non deve essere disgiunta dal potere, cioè l’etica deve stare dentro la politica, perché l’etica è l’anima e il fine della politica.
Gli aderenti al partito della nazione sono chiamati a “mantenere desta la sensibilità” per il riconoscimento dei diritti e della dignità dell’uomo, di fronte a un gruppo di politici che hanno piegato la propria ragione “all’attrattiva dell’utilità individualistica” a danno delle persone che costituiscono la comunità civile. Si tratta di confrontarsi con un mondo globalizzato per la soluzione dei nuovi problemi, sorti con la radicalizzazione del multiculturalismo nello strato sociale del popolo italiano che estirpa i valori esistenziali del mondo civile. Si avverte uno smarrimento di fronte a un futuro pieno di incognite per il dilagare di un potere che non tiene conto della dignità della persona umana e dei suoi bisogni essenziali.
Occorre confrontarsi con gli esponenti di ogni pensiero laico per salvaguardare, in ogni istituzione politica, sociale e civile, tutto “ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano”. I testimoni del popolo devono impegnarsi affinché sia applicata la giustizia in ogni attività della persona umana e perché sia rispettata la sua dignità in ogni manifestazione della sua opera, contrastando ogni disconoscimento dei valori che costituiscono l’essenza della vita, cioè opporsi con qualsiasi mezzo non violento di persuasione. Si tratta di interagire con tutte le forze laiche per instaurare quella saggezza che è razionalizzazione morale della politica.
C'è l'esigenza per la società civile di uno Stato più umano che “riconosca e sostenga” la persona umana secondo il principio della sussidiarietà, agevolando lo sviluppo di tutte quelle energie delle singole persone e delle organizzazioni sociali per creare una comunità civile che si conserva nel tempo. L’esortazione è quella di costruire una società più giusta il cui centro è la persona che si realizza liberamente, cioè una comunità fondata sul progresso della vita e sulla forza della libertà in cui sia riconosciuta la dignità dell’uomo esistenziale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.

L'appello alla libertà della persona umana è essenziale perché ogni essere umano, donna o uomo, possa impegnarsi ed essere protagonista in una società aperta al progresso di tutto il popolo.
La comunità politica invoca la costruzione di una società in cui possa attuarsi quello che importa di più all’essere umano, cioè la realizzazione del suo essere una persona che comunica con gli altri per il suo bene materiale e spirituale e per costruire il bene comune della società civile.
Nella società odierna convivono diverse opinioni sugli scopi e la rappresentazione della vita buona.
Le soluzioni dei problemi dell’attuale mondo economico e finanziario globalizzato minano la concezione cristiana dell’uomo e del suo destino, perché sono basate sull’idea che l’uomo non è il soggetto delle attività umane, ma un oggetto manipolabile per qualsiasi scopo utilitaristico e individualistico. I valori del cristianesimo devono continuare ad offrire “il senso e l’orientamento dell’esistenza” della società, perché hanno sempre difeso la dignità della persona umana e le sue espressioni di vita. La società civile si è costituita intorno alla produzione e allo scambio universale delle merci dove i bisogni essenziali dei cittadini passano in secondo ordine. Spetta alla comunità politica mediare tra le necessità funzionali del mercato e la vita quotidiana delle persone, cioè promuovere i contenuti valoriali nelle decisioni del mondo produttivo e finanziario. La necessità della ricchezza e la competizione mondiale devono armonizzarsi con i valori dell’uomo che è soggetto e fine di ogni produzione e benessere sociale.
Gli esponenti politici non devono accettare il relativismo che svilisce la dignità della persona umana nella sua stessa comunità con la diffusione del crimine, la droga, il degrado urbano, la prostituzione, l’inquinamento, l’abbandono della famiglia a se stessa. I valori spirituali del popolo italiano devono essere difesi e tramandati per conservare la nostra identità e promuovere un futuro per la nostra società civile. Tutti avvertiamo un cambiamento nella società: i valori cristiani sono stati annullati per le concezioni relativistiche di alcuni uomini chiamati a gestire il patrimonio culturale, sociale e civile di tutto il popolo italiano.

La “cellula vitale” della società, la famiglia naturale, costituita dall’amore di un uomo e una donna che attraverso la procreazione dei loro figli tramandano i valori del loro popolo, è minacciata dalla pressione degli interessi utilitaristici di alcuni laici che non considerano il valore e la dignità dell’essere umano.

Si avverte la certezza che i valori fondanti della cultura europea sono messi in secondo ordine rispetto all’attrattiva della globalizzazione economica e finanziaria che non riconosce il vero valore del bene comune della società che è tale solo se si riversa su ogni cittadino.
La dignità della donna, nel suo ruolo procreativo ed educativo della prole, non è assicurata con la protezione della maternità, l’assegnazione di case per le giovani coppie, la costituzione degli asili nidi, il mantenimento del posto di lavoro durante la gravidanza, l’orario di lavoro rispondente alle esigenze delle madri.

La dignità del lavoratore, in qualità di capofamiglia, molte volte passa in secondo ordine rispetto al profitto dei datori di lavoro che non assicurano la salvaguardia della sua salute e non garantiscono l’applicazione delle norme che assicurino la sua incolumità fisica.
Allarmano i dati sull'occupazione relativi ai giovani tra i 15 e i 29 anni. Quasi 2 milioni di giovani fuori ogni tipo di occupazione.
“All’Italia occorre – sostiene Pier Ferdinando Casini - mettere attorno a un tavolo le forze responsabili del Paese e fare le scelte impopolari che i partiti non hanno il coraggio di fare. Serve un'assunzione di responsabilità ponsabilità più forte e più ampia, o l’Italia va a rotoli”.

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